Jacopo Rubino - XPB ImagesOra
i primi 8 Gran Premi della stagione di Formula 1 sono confermati, ma quando arriverà il resto del calendario 2020, composto anche dalle trasferte fuori Europa? Il presidente Chase Carey ha messo in chiaro: "Non fisseremo subito una scadenza. Vista la fluidità della situazione si andrebbero a creare pressioni che non sarebbero giuste". Ci vorrà quindi un po' di pazienza, ma l'obiettivo resta quello di disputare fra i 15 e i 18 round.
In coda all'annuncio di Liberty Media, gli organizzatori in Messico hanno già ribadito di voler mantenere la propria prova nella data originaria del 1° novembre. Ovviamente "assicurando il benessere e la salute collettiva" e seguendo le dovute precauzioni, si legge in una nota, mentre assieme al governo locale viene monitorato il quadro globale dell'emergenza Coronavirus. Spinge anche Sochi, dove i promoter desiderano addirittura il pubblico sulle tribune.
La tappa più in bilico è considerata quella di Singapore, pur due ragioni significative: da un lato i tempi di allestimento del tracciato cittadino (serve un certo preavviso), e in ogni caso l'assenza di spettatori renderebbe la gara non sostenibile. Anche l'appuntamento in Canada, per questioni climatiche, è praticamente impossibile da ricollocare in autunno.
È inoltre lecito nutrire dubbi sul Giappone: la tappa della MotoGP a Motegi, in teoria programmata il 18 ottobre (7 giorni più tardi della F1 a Suzuka), lunedì è stato cancellato ufficialmente. Entrambe le piste nipponiche sono gestite da Mobilityland, società connessa a Honda, il cui presidente Kaoru Tanaka ha affermato: "Le situazioni in Giappone e Europa sono impossibili da prevedere e ci si attende un'estensione sul divieto di viaggi internazionali".
Liberty è pronta a reagire alle defezioni: "Ci aspettiamo che qualche gara in calendario possa non svolgersi, ma abbiamo delle alternative", ha garantito Carey. "Vogliamo prendere le decisioni nel modo giusto, senza fretta, e dopo aver capito il più possibile cosa sia necessario, quali siano le problematiche".
Il piano B rimane quello di aumentare i GP nel Vecchio Continente, magari con una seconda data italiana (bis a Monza, oppure al Mugello o Imola), "ripescando" la tedesca Hockenheim o contando su altre soluzioni inattese. Oppure, se la logistica lo permettesse, si potrebbero raddoppiare le gare in nazioni extraeuropee che non presentano impedimenti.