3 Giu [15:51]
Norris in pista dopo il lockdown:
prove private con una Dallara F3
Jacopo Rubino - XPB Images
Dopo tante, tantissime gare virtuali affrontate dalla postazione di casa, Lando Norris è tornato alla guida di una vera monoposto: una Dallara F312 di Formula 3 del team Carlin, così da prepararsi alla partenza della stagione 2020 F1 in Austria. Fra un mese esatto, il britannico sarà impegnato a Spielberg nelle prove libere del venerdì insieme ai rivali della categoria regina. Nel frattempo, grazie alla riapertura degli autodromi dopo il lockdown, ecco l'opportunità di ritrovare confidenza con cordoli e asfalto del mondo reale.
Per Norris i test privati a Silverstone con la Dallara motorizzata Volkswagen sanno un po' di amarcord: nel vecchio Europeo di categoria si è infatti laureato campione 2017 proprio con il team Carlin, per poi salire in Formula 2 e quindi ottenere la promozione nel Mondiale da parte della McLaren. In queste settimane il 19enne inglese aveva già riscoperto la Dallara F3 partecipando ad alcuni eventi online.
"Sarà molto importante fare tutto il possibile per tornare alla normalità, l'aspetto principale è poter guidare una macchina prima di andare in Austria. Probabilmente non riusciremo a girare con una F1, che è di un livello superiore a qualsiasi cosa, ma farò dei test con la F3 e con i kart", ha spiegato Norris alla vigilia, ai microfoni di The Race.
Il timore espresso da alcuni colleghi, a causa della pausa forzata causata dal Coronavirus, è di ritrovarsi "arrugginiti" al momento di ricominciare con la F1. Sia dal punto di vista puramente atletico che mentale. Meno preoccupato si è detto Kevin Magnussen della Haas ("non credo sarà un grosso problema"), che in Danimarca ha già iniziato ad allenarsi sui kart. Come Norris, invece, anche il connazionale George Russell spera al più presto di calarsi nell'abitacolo di una monoposto: "Qualsiasi cosa abbia quattro ruote e possa affrontare un circuito sarà meglio di niente".
Nuova "star" dei GP virtuali, l'alfiere della Williams a Sky Sports aveva sottolineato: "Non è come nel calcio, in cui basta usare un pallone. Sto facendo tutto quello che posso in palestra, running, bicicletta, e anche a livello mentale, per tenermi occupato". Oltre ovviamente al simulatore. Ma la realtà è un'altra cosa.