28 Mar [0:38]
Giovinazzi e l'occasione della vita
Jacopo Rubino
Ci sono sogni inseguiti per una vita, e che si avverano all’improvviso. Chiedetelo ad Antonio Giovinazzi, che in fretta e furia si è ritrovato a disputare il suo primo Gran Premio di Formula 1. È atterrato mercoledì a Melbourne da terzo pilota Ferrari, una novità anche questa, pronto a osservare da vicino il lavoro del team con Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, a prendere appunti, a fare pubbliche relazioni. Invece, riparte dopo aver corso al volante della Sauber, facendo il pieno di stima e complimenti da parte del paddock e degli appassionati. Dimostrando, per spazzare ogni dubbio residuo, di essere decisamente all’altezza di un volante nella categoria regina.
La chiamata Sauber dopo il forfait di Wehrlein
È accaduto tutto in fretta. Alla vigilia della trasferta australiana Pascal Wehrlein ha l’ok dei medici, affronta le libere del venerdì, ma si rende conto di non avere la giusta preparazione atletica. Questa, almeno, la sua spiegazione. Il tedesco continua a trascinarsi le conseguenze di quello spettacolare crash di cui è stato protagonista il 23 gennaio nella Race of Champions di Miami. Il team viene informato, serve un piano B: è Giovinazzi, in prestito da Maranello che già fornisce i motori alla C36. La stessa situazione si era verificata durante la prima settimana di test a Barcellona, con il giovane pugliese subentrato per due giornate affrontate in maniera positiva. Fino ad allora, la sua unica esperienza con una F.1 era stata quella del 2 febbraio a Fiorano, guidando la vecchia Ferrari SF15-T per una comparazione tra pista e simulatore.
Qualifica super quasi davanti a Ericsson
Si saprà poi, che la Sauber era stata avvertita in serata, ma si è preferito attendere la mattina per comunicare ad Antonio la notizia con un SMS. E permettergli di dormire tranquillo. Del resto la posta in gioco, questa volta, era ancora più alta: siamo in un weekend ufficiale, in mondovisione. Antonio ha già conosciuto la monoposto elvetica, ma può sfruttare solo la FP3 del sabato per acclimatarsi e scoprire il circuito dell’Albert Park, mai affrontato in carriera. Attento a non commettere errori, a non strafare, Antonio può misurare il suo valore soltanto guardando la vettura gemella di Marcus Ericsson, più rapido di 1”2. In qualifica però, stupisce: già in palla, si gioca l’accesso alla Q2 con la macchina ritenuta meno competitiva del lotto. E mette in imbarazzo il compagno di squadra alla quarta campagna iridata, tenuto dietro per alcuni minuti. Alla fine lo svedese con un colpo di reni ripassa davanti, sarà lui a entrare nel segmento successivo. “Mi dispiace, volevo batterlo”, dice Antonio. Senza l’errore nell’ultimo tentativo forse poteva farcela, ma a contare è il distacco sceso ad appena due decimi.
Dodicesimo in gara, prestazione convincente
Quindi, la gara. L’obiettivo era tagliare il traguardo, ed è stato raggiunto convincendo su ogni fronte, grazie a una dimostrazione di maturità che non lascia indifferenti. Al via, Antonio ha schivato i guai, poi ha viaggiato con un buon ritmo ed è stato impeccabile nell’agevolare i doppiaggi. Partito con gomme soft, ha effettuato l’unica sosta al giro 19 per montare le supersoft e ha concluso 12esimo, sfruttando anche i guai degli avversari. Più di così non si poteva chiedere. “Una prestazione notevole, ha mostrato le sue capacità”, ha commentato soddisfatta la team principal Monisha Kaltenborn. “È stato un weekend incredibile, sono contento della mia prestazione”, ha invece raccontato Antonio, pur ammettendo: “Fisicamente è stata dura, specialmente con il collo nel finale. Ci vuole tempo, perché le curve con una Formula 1 sono completamente diverse”.
Chissà che… non sia solo l’inizio
E adesso? Sulla carta questo dovrebbe rimanere un episodio isolato, dettato da una situazione di emergenza. “In Cina sarò di nuovo vestito di rosso”, ha ribadito prudente il talento di Martina Franca. Ma Wehrlein, spinto da Toto Wolff e della Mercedes, rischia parecchio qualora non raggiungesse al più presto la perfetta forma. Un altro stop potrebbe infatti spalancare le porte a Giovinazzi. Comunque vada, ci piace pensare che la tappa di Melbourne possa costituire l’inizio di un cammino di importante, se non altro in ottica 2018. In fondo Tonio Liuzzi, fino a domenica ultimo italiano al via di un GP con Jarno Trulli, interpellato sul tema alla Gazzetta dello Sport ha detto una frase che ci auguriamo profetica: “Queste sono le occasioni che ti possono cambiare la vita”.