Jacopo Rubino - XPB ImagesC'è chi la ama e chi la odia, ma Montecarlo per i piloti è comunque una sfida. Quest'anno, probabilmente, persino più impegnativa. Merito, o colpa, delle vetture di Formula 1 di nuova generazione, più "impacciate" nelle curve lente rispetto ai vecchi modelli. È stato chiaro sin dai test invernali, con ragioni molteplici. C'è innanzitutto il maggior peso, visto il limite minimo fissato a 798 chilogrammi, e poi sarà inferiore il carico aerodinamico generato dall'effetto suolo, sia a causa delle basse velocità, sia per il ricorso ad altezze da terra maggiori rispetto al solito, date le tipiche sconnessioni dell'asfalto monegasco.
"Monaco richiede sempre un approccio specifico per l'assetto e la gestione della macchina. Bisognerà allontanarsi dalla configurazione aerodinamica ideale per adattarsi ai dossi e ai cordoli", ha confermato Dave Robson, responsabile delle prestazioni nel team Williams. "La cosa più importante è permettere ai piloti di avere fiducia, così si può accettare di rinunciare a un po' di downforce per una maggiore altezza da terra".
Ma oltre al semplice set-up, si profilano ulteriori fattori di difficoltà, per chi sta al volante. I cerchi da 18 pollici e le carenature sulle gomme anteriori hanno ridotto la visibilità dall'abitacolo, complicando la ricerca del limite fra i guardrail. Allo stesso tempo, il peso elevato di queste auto si ripercuote sul fisico, assieme alle sollecitazioni dovute a sospensioni più rigide e al fenomeno del porpoising, come già visto nelle gare precedenti. "Ci sarà anche una componente di resistenza, i piloti dovranno domare le macchine un po' più che in passato", immagina ad esempio Sebastian Vettel, che qui ha vinto nel 2011 e nel 2017, con Red Bull e Ferrari.
"Credo che sarà uno dei tracciati dove saremo sensibilmente più lenti rispetto agli anni scorsi", prevede Alex Albon. La pole-position 2021, siglata da Charles Leclerc, è stata di 1'10"346, ma appare chiaro che il livello della sfida non sia legato per forza al cronometro. "Sarà interessante", ha infatti sottolineato il thailandese Albon, "ci vorrà un po' di più per capire come trovare il ritmo. Per la visibilità, l'unico termine di paragone per ora è Jeddah dove ho faticato un po', ma ci stiamo abituando e non penso sarà un grosso problema".
Questa volta, di certo, non si farà caso alla capacità delle nuove vetture di favorire i duelli ravvicinati, soffrendo meno la scia. A Montecarlo i sorpassi sono merce rara a prescindere, se non inesistente come avvenuto dodici mesi fa, con zero manovre di attacco portate a termine. "Con queste monoposto molto larghe (2 metri, ndr), superare potrebbe essere quasi impossibile", ha ammesso Pierre Gasly, ma insistendo: "Magari non sarà la gara più emozionante dell'anno, ma forse è la più difficile". E come se non bastasse, per domenica c'è addirittura la possibilità di pioggia.