24 Feb [22:38]
Il fenomeno del “porpoising”: quando
il rimbalzo aerodinamico crea problemi
Michele Montesano - XPB Images
È senza dubbio il termine più ricorrente nel paddock e nei box del circuito di Montmelò. Il fenomeno del “porpoising” è diventato lo spauracchio dei tecnici e delle nuove Formula 1 ad effetto suolo. In questi primi due giorni di test pre stagionali si sono potute osservare diverse monoposto sobbalzare in pieno rettilineo. Un fenomeno fastidioso che sta rallentando anche la messa a punto delle vetture. Ma di cosa si tratta?
Il termine “porpoising” non è nuovo in Formula 1, risale infatti agli anni ’80 proprio con le prime generazioni di wing car. Porpoise, tradotto dall’inglese, non è altro che la focena un cetaceo che nuota appunto saltellando. Con il ritorno del famigerato effetto suolo, anche tale problema è ritornato di attualità.
Grazie ai canali Venturi, le Formula 1 in specifica 2022 riescono a generare un notevole carico aerodinamico dal fondo vettura. Con l’aumentare della velocità, soprattutto nei rettilinei, la downforce generata dalle monoposto aumenta vertiginosamente. Fino a quando il fondo è talmente vicino al suolo che stalla, ovvero il flusso si stacca dal fondo stesso riducendo drasticamente il carico aerodinamico alla vettura. Di conseguenza le sospensioni riportano l’auto verso l’alto, soprattutto sull’asse anteriore, ricreando un’altezza da terra sufficiente per generare nuovamente la depressione di prima. Si crea così un fenomeno di risonanza che porta ai sobbalzi continui in pieno rettilineo.
Tale fenomeno crea non pochi problemi ai piloti, costretti a gestire questi ‘rimbalzi aerodinamici’ soprattutto nei punti di staccata allungando visibilmente la fase di frenata. Non tutte le vetture però sembrano subire allo stesso modo il “porpoising”, sicuramente l’Alfa Romeo e la Ferrari (come si vede dalle immagini) presentano un fenomeno decisamente più marcato.
Per ovviare a tale situazione si potrà agire principalmente su due componenti. Il più immediato, e già utilizzato nei sopracitati anni ’80, è quello di irrigidire le sospensioni mantenendo un assetto più stabile e con un’altezza da terra costante. Ciò però influirebbe negativamente sugli pneumatici, ora da 18”, rischiando di stressarli eccessivamente. La seconda opzione è quella di ridurre il carico aerodinamico sull’asse posteriore, in modo da “schiacciare” meno il fondo piatto verso il retrotreno riequilibrando la monoposto. In questo caso il rovescio della medaglia sarebbe una minor velocità di percorrenza in curva.
La sensazione che il “porpoising” sia stato sottovalutato in fase di studio e progettazione delle nuove Formula 1 è palpabile. Certamente gli ingegneri sanno già dove poter intervenire per azzerare o quantomeno attenuare i sobbalzi. Come al solito si dovrà trovare il giusto compromesso fra carico aerodinamico, velocità di punta e guidabilità della monoposto. Di certo il team che riuscirà a trovare per primo la soluzione potrebbe ottenere un vantaggio immediato sui diretti rivali.