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Jacopo Rubino

Agosto, anche il DTM si concede una pausa estiva. Probabilmente la più infuocata da diversi anni, e non solo per una questione meteorologica. Non si è ancora spento l'eco del clamoroso incidente che in gara 2 a Spielberg ha coinvolto Timo Scheider, Robert Wickens e Pascal Wehrlein. Quante manovre di questo tipo si sono viste nelle competizioni per vetture Turismo? Moltissime. Discriminante, in negativo, è stato il team radio di Wolfgang Ullrich trasmesso in diretta televisiva appena un attimo prima del patatrac. "Schieb ihn raus", tradotto: "Buttalo fuori". Così ha urlato il capo del motorsport Audi. Abbastanza per creare non pochi guai nello schieramento dei quattro anelli.

"Se Audi vuole il titolo così, comincia la guerra. Spero che chiunque ne scriva e spero che nessuno compri le loro auto", ha tuonato a caldo un deluso Wehrlein, che ha perso la leadership in classifica conquistata appena 24 ore prima. Scheider, anche coraggiosamente se vogliamo, non si è sottratto ai microfoni. Il campione 2008-2009 ha insistito di non aver udito il messaggio, sottolineando anzi: "Controllando i dati, ho frenato nello stesso punto. Sono dispiaciuto, ma queste sono le corse".

Scheider, tuttavia, è stato escluso dall'ordine di arrivo, ritenuto quindi colpevole dell'episodio. Audi e il Team Phoenix hanno deciso di non presentare ricorso, accettando il verdetto degli stewards. Scheider, peraltro, da molti è considerato innocente: o meglio, potrebbe aver commesso solo un errore di guida. Di sicuro, dopo la trasferta al Red Bull Ring, non ha vissuto momenti semplici. Anzi, attraverso la propria pagina Facebook ha dovuto implorare di essere lasciato in pace: “Non si può cambiare quanto successo, solo trarne insegnamento. Chiedo soltanto per me, per la mia famiglia e per il Dr. Ullrich, di smetterla con gli insulti. Accetto ogni opinione, a patto che sia obiettiva”.

La maggior parte degli occhi, comunque, è fissa appunto su Ullrich. Il suo “raptus” ha sorpreso, perché lo storico capo del reparto corse di Ingolstadt, in passato, si è più volte distinto per fair-play (soltanto a giugno, finita la 24 Ore di Le Mans, stringeva la mano ai “cugini” della Porsche). Per giunta, a Spielberg mancava (per malattia) Dieter Gass, ingegnere ex Toyota F.1 che dal 2013 è l'effettivo responsabile del programma DTM. In conferenza stampa, Ullrich non si è immediatamente addossato la colpa, lanciando al contrario una frecciata ai rivali per un gioco di squadra ai limiti dell'ostruzionismo.

Va in effetti rimarcato come gli uomini di Stoccarda, durante la stagione, abbiano più volte sfiorato l'antisportività nel proteggere Wehrlein dalla concorrenza. Poi, la retromarcia nel comunicato stampa: "In TV poteva davvero sembrare che avessi ordinato a Timo di mandare fuori un avversario, ma non è così. Non uso la radio con i piloti durante le gare, e non sapevo che fosse aperta. Posso solo scusarmi, quell'espressione non riflette la mia idea di motorsport, è figlia dell'adrenalina. Ero arrabbiato per ciò che stava subendo Timo, nel DTM si vedono spesso casi del genere". Ulrich Fritz, numero 1 della pattuglia Mercedes, non ha certamente fatto finta di nulla: "C'era volontarietà. Non è ciò che vogliamo vedere, non potremmo essere più delusi".

Risulta complesso stabilire se Scheider abbia ricevuto o no la famigerata istruzione, o se peraltro ci fosse reale intenzionalità nella frase di Ullrich. Di sicuro, Audi ha rimediato una autentica figuraccia, che dovrà avere necessariamente qualche conseguenza. Forse anche per difendere la credibilità stessa del Deutsche Tourenwagen Masters. Si aspetta ancora il parere della DMSB, la severa federazione sportiva teutonica, chiamata a esprimersi dopo la segnalazione inoltrata dai commissari. E in Audi c'è da gestire come meglio si può l'impatto dello scivolone, che ha reso quasi invisibili i vincitori delle due manches: Edoardo Mortara e Mattias Ekstrom. Così, c'è chi pronostica che Ullrich possa simbolicamente anticipare la data della pensione. Un gesto che magari aiuterebbe a rendere meno ostile il clima.

Eppure, c'è chi ritiene il fattaccio una manna dal cielo per la categoria, che appare sempre alla ricerca di un'identità precisa. "Ha fatto notizia ovunque. Gli organizzatori, più che nascondere la controversia, sono stati bravi a coglierne l'opportunità”, ha sostenuto Mitchell Adam di Autosport. A confermare la tesi, il video di Scheider che mette ko le Mercedes è diventato presto il secondo più visto sul canale YouTube ufficiale. E i quotidiani di Germania, a cominciare dalla Bild, hanno avuto materiale succoso per confenzionare i propri pezzi. Sicuramente, non poteva esserci nulla di più adatto per tenere alta l'attenzione durante questo mese a motori spenti.

Al Moscow Raceway si andrà a fine agosto, e non manca la curiosità di scoprire come l'episodio possa influenzare l'atteggiamento in pista dei vari concorrenti, se non addirittura quello di Audi, Mercedes e anche BMW, l'unico dei tre costruttori a non aver avuto strascichi. Anche perché il tortuoso tracciato russo, probabilmente, renderà necessarie le spallate.