Massimo Costa - XPB ImagesFrank Williams ci ha lasciato. Ricoverato d'urgenza venerdì, il 79enne fondatore del team Williams è morto oggi serenamente, come recita un breve comunicato della famiglia.
Williams è stato un uomo che ha dedicato la sua intera vita alla F1, il suo sogno fin da ragazzo. Non ci è riuscito come pilota e allora si è buttato anima e corpo per raggiungere l'obiettivo nel ruolo di costruttore. Williams ha incontrato enormi difficoltà economiche all'inizio della sua carriera, perfettamente raccontate nel bel documentario del 2017 che si può trovare su Netflix. Finché, verso la fine degli anni Settanta è arrivata la svolta grazie ad una serie di sponsor arabi che hanno trasformato la Williams Racing da piccola squadra a team in grado di vincere Gran Premi e titoli iridati.
Gli inizi della sua avventura in F1, dopo aver schierato monoposto in F3 e F2, risalgono al 1969 quando ha portato in pista una Brabham, ma nel 1970 la morte dell'amico e pilota Piers Courage nel GP di Olanda con una delle sue vetture, aveva profondamente scioccato Williams. Dopo qualche settimana di sbandamento, Williams ha ripreso il filo della sua vita tornando in F1, prima con una March, poi con la Politoys, successivamente con il marchio Iso Racing per poi arrivare al 1976 con la nascita della Wolf-Williams, nella foto sotto, grazie al magnate canadese Walter Wolf. Una serie di tentativi tutti falliti e caratterizzati dal poco budget a disposizione.
Quando Wolf ha deciso di proseguire da solo nel 1977 non fidandosi di Williams, per Frank è stato un duro colpo. Tutto sembrava essere finito. Come emerge nel documentario a lui dedicato, la sua vita era interamente rivolta alle corse tralasciando fin troppo gli affetti famigliari. Un uomo duro con se stesso, con i partner, con i figli Jonathan, Jamie e Claire, e la moglie Virginia, spesso lasciati soli. Memorabile il giorno del suo matrimonio, quando dopo la celebrazione in chiesa ha mollato tutti, moglie compresa, andando in officina a lavorare.
L'abbandono da parte di Wolf aveva gettato Williams in uno stato di profonda depressione tanto che per settimane non è riuscito ad uscire di casa. A "salvarlo" un vecchio amico che lo aveva sempre accompagnato nelle sue avventure. Grazie al contatto con il pilota belga Patrick Neve, Williams ha ricevuto i finanziamenti per gestire una March in forma privata tornando così in F1 assieme al suo compagno di tante battaglie, Patrick Head. Quella scossa ricevuta da Neve, ha ridato la carica giusta a Williams che nel 1978 si è presentato in F1 come costruttore grazie al colpo che gli ha cambiato la vita: l'arrivo di un gruppo di sponsor dell'Arabia Saudita, tra questi anche la famiglia Bin Laden il cui patriarca ebbe ben 126 figli da svariate mogli e tra questi uno si chiamava Osama, che molti anni dopo è divenuto purtroppo il terrorista che tutti abbiamo conosciuto.
Finalmente con la sicurezza economica raggiunta, Williams nel 1978 ha schierato una sola monoposto per Alan Jones, nella foto sopra, poi due nel 1979 affiancando all'australiano Clay Regazzoni. E proprio quest'ultimo, ha regalato la prima vittoria in F1 alla Williams nel GP di casa, a Silverstone. Da quel giorno tutto è cambiato. La Williams è divenuta una squadra top e nel 1980 ha vinto il mondiale con Jones ripetendosi poi nel 1982 con Keke Rosberg, nel 1987 con Nelson Piquet, nel 1992 con Nigel Mansell, nel 1993 con Alain Prost, nel 1996 con Damon Hill e nel 1997 con Jacques Villeneuve. Sette i Mondiali piloti vinti e nove quelli costruttori. Storici gli accordi con i partner motoristici Honda e Renault.
Ma c'è stato anche un punto drammatico per il team Williams, quando nel 1994, nel primo anno in cui schierava Ayrton Senna in uscita dalla McLaren, il brasiliano ha perso la vita nel GP di Imola. Un dramma che ha cambiato la F1 e che ha visto la Williams sotto accusa per un lungo periodo per il cedimento del piantone dello sterzo, anche se i progettisti di quella monoposto, Head e Newey, hanno sempre smentito tale eventualità. Curiosamente, Senna proprio con Williams aveva mosso i primi passi in F1 svolgendo un test nel luglio 1983 a Donington (nella foto sotto), l'anno in cui il brasiliano ha vinto la F3 britannica. Dopo pochi mesi, il debutto in F1, ma con la Toleman.
Il punto drammatico per l'uomo Williams invece, è il 1986 quando dopo un test a Le Castellet, ha lasciato il circuito in auto e in uno dei tanti tornanti in discesa di quella località, ha perso il controllo della sua vettura finendo rovinosamente fuori strada, capotando. Da quel giorno, l'8 marzo 1986, Frank è rimasto tetraplegico, costretto su una carrozzina senza l'uso delle braccia e delle gambe. Aveva anche rischiato di morire, ma soltanto la forza della moglie che si è battuta per lui ogni secondo di quei drammatici momenti, ha evitato il peggio.
Nonostante ciò, il team è riuscito a proseguire il proprio impegno in F1 e Frank dopo un lungo periodo è tornato ai box dirigendo la squadra come sempre. Anno dopo anno, con l'arrivo dei grandi costruttori e i costi sempre più impossibili per una factory privata, la Williams ha resistito come poteva. A seguito del quasi ritiro dalle scene di Frank, la squadra è stata gestita dalla figlia Claire, ma le difficoltà sono divenute sempre più pressanti, i risultati sempre peggiori, e alla fine la famiglia Williams si è dovuta arrendere vendendo la squadra alla americana Dorilton Capital nell'estate del 2020. Nella foto sotto, una delle ultime immagini di Williams con George Russell.