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14 Mar [9:14]

Il punto dopo Mexico City
Sorridono D'Ambrosio e Buemi

Jacopo Rubino

Lucas Di Grassi aveva fatto tutto alla perfezione. Quella a Mexico City era stata la sua gara. Ma qualche ora dopo la pioggia di champagne, ecco la doccia gelata: la macchina che aveva utilizzato nel primo stint è stata trovata sottopeso di 1,8 chilogrammi, rispetto agli 888 regolamentari. Inevitabile l’esclusione dall’ordine d’arrivo, che gli è costata la seconda vittoria stagionale in Formula E dopo quella di Putrajaya. Ma soprattutto, la possibilità di prendersi la leadership in campionato. Il portacolori del team Abt, invece di volare a 101 punti, resta infatti inchiodato a quota 76, vedendo scappare Sebastien Buemi a +22. “Possiamo soltanto scusarci con lui”, ha commentato il responsabile della squadra tedesca Hans-Jurgen Abt. “La vettura è stata pesata più volte, non abbiamo una spiegazione. Bisogna capire cosa sia accaduto”.

D’Ambrosio vince di nuovo a tavolino...
A ereditare il successo è stato quindi Jerome D’Ambrosio, partito dalla pole (come in Uruguay) e poi secondo al traguardo. È un autentico deja vu: sembra incredibile ma già nel 2015, a Berlino, il belga era stato vincitore a tavolino grazie ad una squalifica inflitta a Di Grassi per irregolarità tecnica. Il portacolori del Dragon Racing è ormai una certezza, destinato a giocarsi il ruolo di terza forza con Sam Bird. Splendido trionfatore a Buenos Aires, in quest’occasione il britannico è mancato all’appello: “Questo è tracciato meno adatto alle nostre caratteristiche”, aveva del resto avvertito sin dalla vigilia.

Buemi impreciso, ma fortunato
La flessione della DS Virgin ribadisce che il titolo resta un affare per due. Buemi contro Di Grassi, eterni rivali. Hanno tra le mani i due pacchetti più competitivi, ma allo stesso tempo i loro compagni di box Nicolas Prost e Daniel Abt perdono sempre il confronto velocistico. Il francese, però, è un ottimo scudiero e qui ha conquistato un buon terzo posto, punito e poi “aiutato” dai commissari. In Messico, di sicuro, la fortuna ha baciato Buemi, a dispetto di una giornata affatto impeccabile. Al top nelle prove libere, lo svizzero della Renault e.dams in qualifica ha compiuto il terzo errore su cinque weekend, e in gara è apparso falloso nella bagarre con il tenace D’Ambrosio. Tra loro anche un rischioso contatto in staccata, accompagnato dalle rispettive lamentele via radio. Probabile che l’elvetico fosse sotto pressione per la fuga di Di Grassi, che si era liberato dell’ex driver Virgin F1 sfruttando il FanBoost. “Queste sono le gare, a volte è frustrante”, ha poi ammesso.

La prima volta in un vero autodromo
A livello sportivo, il round messicano ha avuto una particolarità: è stato il primo disputato dalla Formula E in un vero autodromo, lo storico “Hermanos Rodriguez”. Il tracciato è stato ridotto a 2 chilometri, in base agli standard della categoria, tuttavia la maestosa cornice ha accentuato la sensazione di trovarsi di fronte ad auto “lente”, complice inoltre la loro silenziosità. Essendo immersa in una metropoli, la location non ha tradito la filosofia della serie elettrica, ma gli altri percorsi in calendario, cittadini veri e propri, hanno offerto una resa migliore.