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25 Giu [13:41]

In F1 approda Il Corvo
Mercedes meglio in qualifica che in gara

Massimo Costa - XPB Images

Da noi, inteso come Italia, è chiamato Il Corvo. Ovvero, colui che invia ai tribunali missive non firmate e rigorosamente compilate con le vecchie macchine da scrivere, nelle quali si fa riferimento a fatti, episodi, che mettono in cattiva luce la magistratura, i pubblici ministeri, testimoni e quant’altro. Il corvo simboleggia il passaggio dall’ignoranza alla conoscenza ed era molto attivo nei processi di mafia nei primi anni Novanta.

Gli inglesi non sembrano essere tanto raffinati come nel Bel Paese nell’assegnare particolari etichette come Il Corvo, e questi signori che si nascondono dietro lettere (un tempo, oggi si fa con la mail) anonime inviate alla stampa e addetti ai lavori nel paddock e che paiono molto attivi nel mondo della F1, hanno preso di mira prima Christian Horner per le note vicende invernali sulle presunte molestie alla sua assistente, e poi una decina di giorni prima del GP di Spagna, la Mercedes.

Sono entità diverse? Chi può dirlo, ma pare di no perché l’indirizzo di partenza è il medesimo. Rimane il fatto che anziché prenderla sul ridere e girarsi dall’altra parte, le persone coinvolte si arrabbiano e non poco. La missiva che coinvolgeva la Mercedes accennava con sicurezza al boicottaggio di cui sarebbe vittima Lewis Hamilton da parte degli uomini di Toto Wolff. Il quale l’ha presa proprio male:

“Abbiamo chiesto alle forze di polizia preposte di identificare l’indirizzo di provenienza, questi abusi devono finire. Non ci si può nascondere dietro una mail e attaccare i nostri piloti in questo modo. Con Lewis abbiamo uno splendido rapporto, personalmente ho accettato e rispettato le ragioni che lo hanno portato a scegliere la Ferrari, c’è fiducia tra noi e vogliamo chiudere la nostra collaborazione iniziata dodici anni fa nel migliore dei modi”.

Chissà qual è lo sciocco intento del divulgatore anonimo, fatto sta che a Montmelò, Hamilton ha finalmente raccolto il primo podio stagionale concludendo terzo, il secondo per la Mercedes e per di più consecutivo perché a Montreal ci aveva pensato George Russell a finire la gara canadese in terza posizione. E’ una Mercedes in crescita, non c’è dubbio. La pole di Russell a Montreal, la seconda fila militarmente occupata in Spagna con Hamilton più veloce di Russell per appena due millesimi (è solo la seconda volta su dieci qualifiche che il sette volte campione del mondo è più rapido del compagno) e l’ordine di arrivo che rispecchia quello del Canada, ma con i piloti invertiti.

Hamilton terzo, bello aggressivo per tutti i 66 giri, Russell quarto, anch’egli splendido combattente e autore di uno dei più bei duelli della gara, quello con Lando Norris. La W15 però, è molto consistente sul giro secco, ma in gara perde ancora un po’, non ha il passo di McLaren e Red Bull. A Montreal, Russell poteva vincere senza quella miriade di errori commessi, ma là il meteo aveva giocato un ruolo dominante. Il circuito catalano, che sempre descrive bene la bontà delle monoposto per le sue curve veloci in appoggio e quelle lente (come Suzuka, Shanghai e Imola, GP già disputati), che richiedono un bilanciamento perfetto, ha messo a dura prova la bontà degli sviluppi assemblati nelle ultime settimane da tutte le squadre.

E il risultato è stato evidente: McLaren ormai più performante della Red Bull, poi la Mercedes che si sta avvicinando, mentre la Ferrari sembra avere il mal di testa. Poi, la Alpine rigenerata, il crollo di Aston Martin, Racing Bulls e Williams, la buona vena di Haas e Sauber. In tutto questo, Wolff sorride, corvi a parte, perché nelle ultime due gare ha accumulato 53 punti contro i soli 18 della Ferrari che pur rimane a distanza siderale nella classifica costruttori, 270 contro 151, ma essendovi ancora 14 appuntamenti, tutto può accadere. In mezzo, la McLaren con 237 punti, anche lei in marcia verso Maranello.

Archiviata la Spagna, non c’è tempo da perdere con le immediate trasferte di Spielberg, circuito breve con bei curvoni veloci e staccate mozzafiato, e Silverstone, altro tracciato che evidenzia la bontà delle vetture. James Allison, direttore tecnico richiamato 15 mesi fa da Wolff, ha apertamente dichiarato che si sta vedendo la luce in fondo al tunnel, lungo due stagioni.

“La cosa che ci tormentava a inizio 2024 era che la macchina si comportava bene nelle curve lente, meno bene in quelle veloci, e non si riusciva a trovare il compromesso per far sì che la W15 risultasse ben bilanciata per entrambe le curve. Ci abbiamo lavorato sopra e negli ultimi appuntamenti, con le modifiche apportate, abbiamo trovato un ragionevole bilanciamento. Ora i nostri piloti possono affrontare le varie tipologie di curva con la massima fiducia e questo è fondamentale. Mi sento di dire che ora non dobbiamo più temere nessuna pista, dire qui non siamo veloci, là invece andrà meglio. Ci manca ancora un po’ per essere da assoluto, ma nel prossimo periodo sono assolutamente certo che potremmo giocarcela con chiunque per la vittoria”.
RS Racing