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Antonio Caruccio

Una stagione che è stata un vero e proprio giro sulle montagne russe quella 2018 di Alessio Lorandi. Il bresciano, ventenne protagonista con Trident in GP3 e Formula 2, dopo una breve vacanza sulla neve è già proiettato su un 2019 che, seppur non ha ancora chiarito dove lo vedrà impegnato, sicuramente lo vedrà protagonista data la grinta e la determinazione con cui verrà affrontato.

Cosa ti ha lasciato la Befana nella calza, dolcetti o carbone?
“Sicuramente dolcetti, dai! Sono un bravo ragazzo e ho cercato di dare sempre il massimo durante lo scorso anno, mettendo sempre grande impegno in quello che ho fatto”.

Allora quello del 2018 è un bilancio positivo?
“Dare un singolo giudizio alla passata stagione è difficile, sicuramente non è stato un anno negativo”

Ma nemmeno positivo...
“Diciamo non del tutto soddisfacente”.

In che senso?
“Se guardi alla prima metà di stagione, a parte Barcellona, in GP3 siamo sempre stati nella top-5 ed il potenziale era chiaramente vincente. Poi, Silverstone ha in qualche maniera cambiato l’andamento del campionato ed è stato la chiave di svolta, perché poi abbiamo deciso di fare il salto in Formula 2”.

Rifaresti questa scelta?
“Valutare le situazioni a posteriori è troppo facile. La mia avventura in Formula 2 è stata dura, ma ho imparato molto. Nonostante alcune situazioni sfavorevoli, il potenziale non penso fosse male, il passo generalmente era buono ed in una condizione normale, avremmo potuto ottenere i risultati che si erano visti ad inizio stagione. Quindi, tornassi indietro, in quel momento dell’anno, rifarei la stessa scelta”.

Che cosa ti è mancato?
“Sicuramente la confidenza che avevo con la GP3. Pur essendo il team lo stesso, Trident, il personale era ovviamente diverso da una squadra all’altra. Tutti si sono adoperati per cercare di trovare la miglior armonia e feeling per rendere al meglio, ma certamente non è facile a stagione iniziata far quadrare tutto. Non conoscevo la vettura e le gomme sono diverse, quindi oltre che cercare di essere veloce, ho dovuto provare ad adattarmi in fretta ad un mondo completamente nuovo”.

In più ci sono stati un infortunio e delle condizioni meteo che di certo non ti hanno aiutato.
“Non mi piace trovare delle scuse, nel bilancio finale non è certamente questo che ha fatto la differenza, anche se in alcune occasioni, come Budapest o Monza, non ho avuto molto tempo a disposizione per girare”.

Poi la gara di Sochi, che è per te stata un po’ croce e delizia.
“Quello è stato uno di quei fine settimana in cui riesci ad essere competitivo, al di là dell’incidente che non è ovviamente collegato al potenziale, ma che poi non ci ha dato modo di riconfermarci. Ad Abu Dhabi, la gara successiva, abbiamo faticato di nuovo. A volte sembra difficile capire se siano gli altri ad essere migliorati o se invece sei tu ad aver fatto un passo indietro”.

Come mai allora la scelta di questa avventura in Formula 2?
“Ovviamente in preparazione al 2019. Stiamo lavorando per essere sulla griglia di partenza e questi giorni futuri saranno cruciali, perché bisogna capire come incastrare tutti i tasselli del puzzle, ma sono fiducioso”.

Ci sono altre opzioni al vaglio?
“Dovessi ricevere una chiamata da un costruttore o da team per altri campionati, la prenderei sicuramente in considerazione. Non bisogna dimenticarci che ci sono pochissimi posti che si liberano in Formula 1, con una griglia di sole 20 vetture e per quanto sia un bellissimo sogno arrivarci, per fare i piloti nel mondo delle corse ci sono tante altre soluzioni”.

Guardi a qualcosa in particolare?
“La priorità è ovviamente quella di restare in Formula 2, ma se si aprisse una porta in Formula E o nel GT, la valuterei con attenzione e interesse per vedere che cosa c’è in gioco”.

Norris, Russell ed Albon sono piloti contro cui hai corso in Formula 2 e che debutteranno in Formula 1 in questo 2019. Che cosa ti aspetti da loro?
“Sicuramente saranno veloci. Anche se per essere competitivi molto dipenderà dalla vettura. Forse McLaren, Toro Rosso e Williams il prossimo anno non saranno le macchine con cui puntare al titolo, ma hanno dimostrato di saper essere competitivi in ogni situazione”.

E come valuteresti il livello della Formula 2 nel 2019?
“Forse sarà più basso rispetto al 2018, nel senso che perdendo quei ragazzi che vanno in Formula 1, ci sarà una piattaforma più omogenea. Certo l’arrivo, tra gli altri, di Mick Schumacher che ha vinto la Formula 3 Europea non è un fattore da sottovalutare, come non lo saranno Mazepin e Hubert”.

Antonio Giovinazzi correrà in Formula 1. Pensi sia un valore aggiunto anche per voi italiani nelle categorie propedeutiche?
“Sono molto contento per Antonio, è un ottimo pilota ed un bravo ragazzo. Non cambierà molto nell’immediato per me o per gli altri, ma sicuramente ci sarà forse più spinta, più interesse e seguito, per ricreare quel percorso che manca da oltre un decennio per noi piloti tricolori”.

Nel corso degli anni hai avuto anche modo di essere dall’altra parte della barricata, seguendo tuo fratello in Formula 4 o facendo il commentatore televisivo. Come ti sei trovato?
“Ammetto che non è facile, nel senso che essere in pista senza guidare, penso per tutti i piloti, sia una sorta di violenza, una situazione un po’ castrante. Ovviamente quando posso seguo Leonardo, ed anche l’esperienza con Sky Sport è stata molto divertente, ma è chiaro che guidare ha un altro sapore”.
RS Racing