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12 Mar [15:07]

La Mercedes non esce dal tunnel
Si annuncia un altro anno buttato

Massimo Costa - XPB Images

Il tanto atteso salto di qualità non arriva. Se a Sakhir qualcosa di positivo la Mercedes l’aveva offerto in qualifica con il solo George Russell, bravo a cogliere il terzo crono, a Jeddah è calata la notte. In Bahrain, rimanendo alla qualifica, la differenza tra il poleman Max Verstappen e Russell era stata di 0”306, mentre in Arabia Saudita Russell (settimo) si è ritrovato a 0”844 dal primo in classifica, sempre l’olandese. Poco dietro Lewis Hamilton, ottavo a 0”988. Un brutale risveglio dalle speranze che Toto Wolff aveva riposto nel suo staff tecnico durante l’inverno.

La W15 non è granché nonostante l’intervento dell’esperto progettista James Allison, richiamato in servizio a gran voce un anno fa. E forse questo spiega il motivo per cui Hamilton, probabilmente a conoscenza della poca competitività della nuova Mercedes quando aveva ricevuto i primi dati forniti in galleria del vento, ha voluto buttarsi sulla Ferrari per il 2025 e oltre. Il Gran Premio di Jeddah ha visto Russell arrancare alle spalle della Aston Martin-Mercedes di Fernando Alonso, altra delusione di questo inizio di stagione, per poi concludere in una triste sesta posizione.

Russell, partito con le gomme medie, ha subito montato le hard quando è entrata la safety-car per l’incidente di Lance Stroll al 5° giro. In quel momento, Mercedes ha deciso di modificare la strategia per i suoi piloti: George, appunto, con le hard, Hamilton invece è stato tenuto in pista e lo ha fatto molto bene conservando a lungo le sue medie e vivendo un infinito confronto, anche avvincente, con Oscar Piastri. Si è visto in quella fase il vero Hamilton, che in Bahrain appariva opaco, quasi demotivato per ritrovarsi per il terzo anno consecutivo a sperare in un quinto posto. Posizione che non fa per lui.

Contravvenendo alle previsioni della Pirelli, che indicavano un cambio di pneumatici medi verso il 25° giro, Hamilton (e anche Lando Norris) hanno proseguito oltre, occupando la quarta e quinta posizione, fermandosi ai box rispettivamente al 37° e 38” giro. A quel punto, il sette volte iridato ha montato le gomme soft, si è lanciato velocissimo nel percorrere gli ultimi 13 giri alle spalle di Norris che ha tentato di superare in un paio di occasioni, ma senza successo. I due piloti inglesi hanno provato a prendere il connazionale Oliver Bearman, alla sua prima gara in F1 e al volante della Ferrari, ma non ce l’hanno fatta. Hamilton ha così terminato nono, mostrando comunque qualche acuto interessante che ci ha lasciato capire come il sette volte iridato, quando davanti a sé vede un obiettivo, qualsiasi obiettivo, si trasforma rapidamente in quel grande pilota che è.

Ma c’è poco da rallegrarsi in casa Mercedes. La Red Bull ha collezionato la seconda doppietta consecutiva, la Ferrari ha firmato il secondo terzo posto con due differenti piloti, proponendosi quindi come unica possibile alternativa al dominio di Max Verstappen e Sergio Perez. Poi, il vuoto. La Aston Martin, la McLaren, la Mercedes, sono troppo lontane. E lo dimostra la classifica costruttori, con la McLaren terza e già a 21 punti dalla Ferrari e la Mercedes quarta a 2 lunghezze dal team di Zak Brown. Male, molto male.

Wolff nel corso del fine settimana di Jeddah si è divertito a tenere alta l’attenzione della stampa mondiale su altri temi. Ha “gigioneggiato” riguardo il possibile arrivo di Verstappen nel 2025 al posto di Hamilton, poi è stato il primo a riconoscere che per un pilota vincente come l’olandese in questo momento la Mercedes non sembra essere certo il miglior posto per continuare a vincere gare e mondiali. Ha addirittura lanciato un salvagente al nemico Helmut Marko quando lo storico consigliere della squadra inventata da Dieter Mateschitz ha fatto capire che questa poteva essere la sua ultima stagione in Red Bull. “In Mercedes manca una figura come la sua”, ha detto Wolff, un ruolo che in qualche maniera era prima ricoperto dal compianto Niki Lauda.

Tante parole si sono sentite tra Sakhir e Jeddah, tutte innescate dal caso Christian Horner riguardo le presunte molestie (dalle quali è poi stato scagionato) alla sua assistente Fiona Hewitson. Da cui, l’attacco di Jos Verstappen a Horner (il gossip racconta che la signora accusatrice abbia una storia con il padre di Max e nel weekend arabo è stata allontanata dalla Red Bull) e il conseguente incontro tra Raymond Vermeulen, lo stesso Jos, e Wolff per parlare evidentemente di un possibile passaggio di Max in Mercedes. Tra l’altro, la battuta era che il trasferimento eventuale non sarebbe stato “traumatico” essendo Milton Keynes (cittadina sede della Red Bull) e Brackley, dove ha la base il team di Wolff, divise da 30 chilometri.

E pensare che nel 2013, Verstappen quando correva ancora in F3, il suo primo anno in monoposto, era ormai un pilota Junior Mercedes pronto per affrontare la GP2, ma subito dopo entrò a gamba tesa Marko proponendo qualcosa di più ai Verstappen: il passaggio immediato in F1 con la Toro Rosso. E così, Max è diventato pilota del gruppo Red Bull lasciando a bocca aperta la Mercedes. Tanto per essere precisi, pochi mesi prima del debutto in F3, Verstappen si era offerto al Ferrari Driver Academy, ma fu respinto…

Per concludere, Jerome D’Ambrosio, ex pilota F1 e spalla di Wolff ai box nonché responsabile con Gwen Lagrue del programma Junior, potrebbe seguire Hamilton in Ferrari per ricoprire il ruolo ora di Jock Clear nella Academy di Maranello.
RS Racing