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13 Mar [15:41]

Il gran debutto di Bearman,
un lampo non unico nella storia F1

Massimo Costa - XPB Images

Il bel debutto di Oliver Bearman a Jeddah al volante della Ferrari, ha portato alla ribalta il 18enne inglese che dopo avere ottenuto la doppia vittoria nella F4 italiana e tedesca nel 2021, è entrato nella Academy di Maranello. Tutto ha rispecchiato quello che ci si aspettava da lui: il mancato ingresso nel Q3 per pochi millesimi è stata nelle cose naturali per un rookie salito la mattina stessa, nel terzo turno libero, su una monoposto di F1 che non aveva mai guidato.

E' stato il comportamento tenuto nel corso del Gran Premio che ci ha proposto un Bearman quanto mai attento, saggio, e allo stesso tempo molto veloce. Oliver, Ollie per gli amici, è uno di quei giovanotti che non si risparmiano mai e lo scorso anno in F2 da rookie, ha alternato grandi prestazioni (come la doppietta a Baku) ad errori evitabili causati dalla troppa foga . Il sesto posto finale nella classifica 2023 è stato senza dubbio una delusione per lui e per chi lo segue. E proprio quel voler strafare ha condizionato anche il suo campionato di F3 nel 2022, perso all'ultimissima gara e concluso terzo. Andando a rivedere quella stagione, senza alcuni errori di troppo, il titolo sarebbe stato suo.

Proprio a Jeddah, lo scorso anno, Bearman nella prima corsa F2 si era ritirato per incidente mentre nella feature race, che lo vedeva secondo in griglia grazie ad una ottima qualifica (a Baku aveva realizzato anche la pole), si era piazzato soltanto decimo. Ma lo scorso venerdì, nella qualifica della F2, aveva spiazzato tutti segnando la pole e cancellando l'orribile weekend di Sakhir di una settimana prima, quando tutto il team Prema era andato in difficoltà proiettandolo nelle ultime file e fuori dai punti nelle due gare.

Ecco dunque che si temeva che Bearman, nella mischia dei primi giri del Gran Premio di F1, che lo vedeva partire 11esimo, si facesse prendere la mano e invece no. E' stato pulito, gestendo bene le gomme soprattutto nel finale quando alle sue spalle rinvenivano forte Lando Norris e Lewis Hamilton. Oliver ha saputo mantenere la calma, ben guidato dal suo ingegnere, e alla fine ha firmato un gran bel settimo posto che di certo non scorderà mai.

Il debutto lampo di Bearman in F1 ha fatto impressione per l'ottimo lavoro svolto, ancora di più in Italia perché al volante di una Ferrari. La sua prestazione non è stata figlia della "facilità" con cui si guidano le monoposto come si potrebbe pensare. Bensì, è figlia di una preparazione fisica, mentale e al simulatore a cui sono sottoposti da anni i giovani piloti che fanno parte di una Academy (ma non solo loro) che non è minimamente paragonabile a quella di un pilota di 30 anni fa.

Bearman non è stato il primo, e non sarà l'ultimo, ad essere chiamato a salire in macchina durante il weekend di un Gran Premio per sostituire il titolare infortunato o malato. Senza andare troppo lontano nel tempo, soltanto lo scorso anno abbiamo assistito al debutto frettoloso di Liam Lawson a Zandvoort con l'Alpha Tauri, foto sotto. Daniel Ricciardo nel secondo turno libero si era rotto un polso e così Lawson, pilota di riserva, si è ritrovato sulla monoposto faentina il sabato mattina, tra l'altro con pista bagnata. Non era veloce come una Ferrari l'Alpha Tauri, e Lawson ha segnato il 19esimo tempo, il suo esperto compagno Yuki Tsunoda, il 17esimo. Dunque, più che promosso. E in gara, Lawson ha concluso 13esimo, addirittura davanti a Tsunoda, 15esimo. Una grande prestazione, passata sotto traccia.



Nel 2022 è stato Nyck De Vries a rimpiazzare il sabato mattina Alexander Albon nel team Williams nel GP d'Italia a Monza. L'anglo-thailandese, proprio come Carlos Sainz, era stato colto da appendicite. Curiosamente, De Vries aveva guidato nel primo turno libero del venerdì, la Aston Martin come "regalo" della Mercedes per cui svolgeva test e lavoro al simulatore. Il giorno dopo, si è ritrovato proiettato nell'abitacolo della Williams facendo così il suo debutto in F1. E divenendo il secondo pilota nella storia ad avere guidato due diverse monoposto di F1 nello stesso fine settimana. Prima di lui ci era riuscito nel 1978 Harald Ertl, non pre-qualificatosi con la Ensign (guarda caso proprio a Monza) e chiamato dopo poche ore dalla ATS per prendere il posto di Jochen Mass, infortunato. Per la cronaca, Ertl fallì la qualifica.

L'olandese non era più giovanissimo, avendo 28 anni, ma nonostante vittorie in F2, Formula E, non aveva mai trovato il modo per correre in F1. Con la Williams ha sbalordito il mondo ottenendo l'ottavo tempo in qualifica e vedendo la bandiera a scacchi in gara in nona posizione, prendendo così 2 punti. De Vries si era messo dietro sia nelle prove sia nel GP il compagno di squadra Nicholas Latifi. La Red Bull, meglio dire Helmut Marko, lo scelse per metterlo in Alpha Tauri nel 2023, ma le cose non hanno funzionato a dovere e l'olandese è stato appiedato a metà anno.

Anche Antonio Giovinazzi ha vissuto un debutto in F1 dell'ultima ora. L'occasione si è presentata per iui il sabato matitna a Melbourne dovendo prendere il posto di Pascal Wehrlein nel team Sauber. In qualifica, il pilota italiano aveva siglato il 16esimo tempo, poco lontano dalla prima guida Marcus Ericsson, 14esimo. Lo svedese in gara si era ritirato, Giovinazzi aveva tagliato il traguardo in una buona 12esima posizione.

Andando ancora a ritroso, e ci fermiamo qui, ricordiamo Stoffel Vandoorne. In realtà, il belga, chiamato dalla McLaren per sostituire Fernando Alonso nel GP di Sakhir del 2016, ha avuto la possibilità di partecipare anche alle prove libere del venerdì. Dunque, un debutto differente rispetto ai colleghi citati sopra, ma pur sempre dell'ultima ora. Vandoorne ha fatto benissimo in quell'unica occasione di quella stagione ottenendo il 12esimo tempo in qualifica e prendendo il decimo posto in gara. Jenson Button, suo compagno, era risultato 14eimo in qualifica e ritirato nel GP. Vandoorne è poi stato ingaggiato dalla McLaren nel 2017 e 2018.
RS Racing