Massimo Costa - XPB ImagesChe sberla. Può sembrare positivo il secondo posto di Max Verstappen e della Red Bull ottenuto sul circuito di Zandvoort, ma in realtà non è così. Perché? Il tre volte iridato e il team inglese hanno vinto tutte le prime tre edizioni del GP olandese da quando la F1 è tornata nella piccola cittadina che si affaccia sul Mare del Nord, ovvero dal 2021, un tracciato quindi storicamente favorevole ai telai prodotti a Milton Keynes.
Questa volta invece, la storia è stata molto diversa e lo si era già intuito dalla qualifica, quando Verstappen, secondo, ha rimediato dal poleman Lando Norris un distacco di 356 millesimi su un circuito che si percorre in appena 69-70 secondi. E sicuramente è andata molto bene a Verstappen che Oscar Piastri abbia lasciato sul campo qualche errore di troppo e che Ferrari e Mercedes non l’avessero proprio azzeccata. Altrimenti, altro che prima fila.
Lo spunto iniziale di Verstappen al via del Gran Premio, aveva fatto pensare che la corsa si fosse conclusa alla prima curva. Game over, solita vecchia storia con Verstappen in fuga davanti al suo pubblico. E invece, no. Norris, partito ancora una volta non benissimo, è rimasto calmo e concentrato. Non ha cercato di recuperare subito il terreno perduto danneggiando le gomme, preferendo rimanere a 1”5, ben presente negli specchietti di Verstappen. Il pubblico olandese non capiva il perché Max non riuscisse ad allungare sulla McLaren.
A partire dal 15° giro, Norris ha alzato il proprio ritmo, ha cominciato a puntare la Red Bull e dopo un primo tentativo al 17° giro, la tornata seguente si è preso la prima posizione ancora prima di affrontare la curva Tarzan. Verstappen è stato come sorpreso, ha tentato di spostarsi verso destra, alla sua maniera poco pulita, ma era tardi, ci sarebbe stato un grosso incidente. E così ha incassato. E qui è iniziato il dramma agonistico della Red Bull, incapace di reagire alla superiorità della McLaren.
A niente è servito il cambio gomme, da medie a dure, il divario è costantemente aumentato: 5”, poi 10”, poi 15”, poi 18”. Cose mai viste da quelle parti. E infine, sotto la bandiera a scacchi, Verstappen ha pagato 22”896. Uno schiaffo terribile, un KO alla Carini che stordisce anche se Verstappen ha cercato di minimizzare dicendo che si è pur sempre piazzato secondo. Vero, il risultato è positivo, ma quest’anno il distacco rimediato dal vincitore a Zandvoort è il più pesante. Vediamo nel dettaglio.
A Miami, l’olandese si è piazzato secondo proprio dietro a Norris, terminando a 7”612. A Monte Carlo, è arrivato sesto a 13”853. A Spielberg c’è stato l’incidente con Norris e il quinto posto finale a 27”253 (ma appunto causato dal contatto e quindi in questo caso il cronometro non fa testo), poi divenuti 37”253 per la penalità. A Silverstone, Max ha concluso secondo dietro a Lewis Hamilton a 1”465. A Budapest, nel famoso GP degli insulti al suo staff tecnico, Verstappen si è piazzato quinto a 21”349 mentre a Spa, quarto all’arrivo, il distacco dalla Mercedes di Hamilton è stato di 8”700, prima della squalifica di Russell era di 9”226.
Ecco quindi che i 22”896 secchi incassati a Zandvoort, appaiono veramente pesanti per la Red Bull. Sarà una pura coincidenza, un caso, un discorso da complottisti, ma guarda un po’, da quando Adrian Newey ha levato le tende, la RB20 è in caduta libera e il lavoro, gli sviluppi, portati da Pierre Waché non funzionano. Verstappen su 15 gare disputate ne ha vinte sette, ma da cinque Gran Premi sul gradino più alto del podio ci vanno altri. Il calendario presenta Monza già questo fine settimana, un circuito poco significativo dal punto di vista tecnico, con due chicane e due curve che dicono poco sulla bontà delle monoposto, dunque non è escluso che la Red Bull possa tornare davanti a tutti.
Ma la preoccupazione è tanta. Nella classifica costruttori, la McLaren si è portata a meno 30 lunghezze, 434 contro 404. Da cinque gare, il team diretto da Andrea Stella recupera più punti della Red Bull e, in totale, lo ha fatto per nove volte su quindici. E anche la Ferrari si sta avvicinando portandosi a meno 64 con un massimo ottenuto di 370 punti. Nella classifica piloti, Verstappen non può essere sereno. L’unico che può seriamente infastidirlo è Norris che ora si trova piuttosto lontano, con 70 punti da recuperare, ma con nove gare davanti ancora da disputare, ecco che quel divario non appare poi così consistente.
Insomma, è allarme rosso in Red Bull e tornano in mente tutte le polemiche di inizio anno che hanno coinvolto le due proprietà, i violenti litigi tra Christian Horner e Jos Verstappen, le intromissioni (anche recentissime) di Toto Wolff per portare alla Mercedes il tre volte campione del mondo. Difficile mantenere la calma, considerando poi l’assenza agonistica anche in Olanda di Sergio Perez. Nonostante la fiducia concessagli, e il mancato licenziamento che tutti si aspettavano dopo Spa, il messicano, quinto in qualifica, non ha fatto meglio di un mediocre sesto posto a 39”542 da Norris, superato nelle battute finali da Carlos Sainz che partiva decimo e lontano 17” da Verstappen.