Massimo Costa«Chiunque provi a interferire o a minacciarci, deve sapere che la nostra risposta sarà immediata e porterà a conseguenze mai sperimentate nella storia». "L'obiettivo è difendere le persone vittime degli abusi e del genocidio commesso dal regime di Kiev". “Ci impegneremo per la smilitarizzazione e la denazificazione dell'Ucraina. E anche per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa”,
Davanti a queste parole del presidente russo Vladimir Putin, davanti a una disinformazione russa che va avanti da settimane e che vuole trasformare l'Ucraina in un Paese "nazista" che di certo non è, viene da chiedersi come il mondo della F1 possa soltanto pensare di far finta di nulla e di volare a Sochi il prossimo settembre come nulla fosse. Per non parlare delle precedenti invasioni della Cecenia, della Crimea, della cancellazione degli oppositori politici, finiti in prigione o avvelenati, fatti che avrebbero dovuto portare la F1 ad evitare di avere rapporti con quel Paese.
Liberty Media fa sapere che sta monitorando la situazione. Un politichese che fa sorridere. C'è ben poco da monitorare cara Liberty Media. La Russia ha invaso un Paese democratico disattendendo a tutte le iniziative europee e americane per fermare questa follia. Voltarsi dall'altra parte per inseguire sponsorizzazioni e fruttuosi accordi economici con Paesi che violano costantemente i diritti umani (Cina? Arabia Saudita?), come spesso è abituato a fare il mondo della F1, non è più ammissibile. E' semplicemente inconcepibile. Italiaracing non lo dice da oggi, ma da anni e anni.
La favolina che lo sport non deve essere coinvolto nella politica è appunto una favolina inventata da chi fa comodo.
Sul sito ufficiale della Formula 1, non vi è menzione di quel che sta accadendo. La tappa di Sochi del 25 settembre, nel momento in cui scriviamo queste righe, è regolarmente in calendario, la prevendita dei biglietti è aperta.
E c'è un altro aspetto da non sottovalutare nel mondo della F1.
La presenza dell'oligarca bielorusso-russo Dmitry Mazepin nel team Haas con il suo impero Uralkali, padre del pilota Nikita e da sempre molto vicino a Putin (nella foto sotto un incontro avvenuto il 14 gennaio scorso). Una situazione che per il businessman americano dell'Ohio Gene Haas non può che essere decisamente imbarazzante e foriera di problemi economici in un prossimo futuro. Aggiungiamo anche le sanzioni economiche decise dal governo inglese che coinvolgono i fratelli Rotenberg, oligarchi vicini a Putin, da anni sostenitori del motorsport russo con la Academy SMP di cui hanno goduto recentemente, tra gli altri, Alexander Smolyar, Kirill Smal o Robert Shwartzman.