31 Dic [14:55]
La fuga dei costruttori
Quei terribili 33 giorni
Sono state settimane terribili per il motorsport. In 26 giorni hanno abbandonato il motorsport Honda (F.1), Subaru e Suzuki (Rally), Kawasaki (Moto GP), Audi (LMS e ALMS) pur rimanendo attiva in un paio di classiche come Sebring e Le Mans. Ha iniziato l'Audi, lo scorso 28 novembre, annunciando che non avrebbe partecipato ai campionati Le Mans Series e American Le Mans Series. Il motivo? Contenere i costi. Anche se il gruppo tedesco non sta soffrendo particolarmente e le vendite sono ottime, in Audi si è preferito anticipare una eventuale e futura crisi economica interna.
Dopo una settimana, la bomba della Honda, che ha abbandonato la F.1 mentre il team stava lavorando sodo per riemergere dopo una stagione deludente. A cascata sono poi arrivate le decisioni di uscire dal mondiale rally da parte di Suzuki e Subaru. Infine, la Moto GP che pareva essere solamente sfiorata dalla crisi (si temeva che la Honda bloccasse anche il programma delle due ruote ma non è stato così) ha dovuto rassegnarsi nel vedere la Kawasaki alzare bandiera bianca. Tutte queste scelte non portano la firma dei team manager che dirigono il reparto corse delle Case sopra citate, ma sono state dettate direttamente dai consigli di amministrazione.
Quindi, per chi vive nel motorsport, si è trattato di veri fulmini, dolorosi. Centinaia di persone sono praticamente senza lavoro, i piloti si sono ritrovati privati di un volante o a gestire programmi estremamente limitati, come quelli dell'Audi. Un brutto Natale. Tutti i costruttori hanno motivato le loro scelte con la crisi economica che sta bruciando il globo. In particolare il Giappone. In quel Paese la cultura, lo stile di vita, è completamente diverso da quello occidentale. La morale prevale (anche se non mancano casi di corruzione) e per molti dirigenti è apparso estremamente controproducente spendere milioni di yen in attività sportive quando i loro dipendenti sono in affanno, in particolare in un momento in cui è proprio lo yen, schizzato alle stelle, a frenare le esportazioni.
A questo si aggiungono risultati non proprio positivi, con Honda, Subaru, Suzuki e Kawasaki relegati al ruolo di comprimari. Sicuramente un motivo in più per dire stop. Cosa ci porterà il 2009? Si è conclusa il 30 dicembre 2008, con l'annuncio del ritiro della Kawasaki, l'emorragia delle grandi Case coinvolte nel motorsport? Auguriamoci di sì. E intanto, forse, è meglio iniziare a controllare lo stato di salute dei tanti campionati presenti nel mondo. La domanda che ci si pone è: riusciranno a partire tutti? A rispettare i calendari?
Massimo Costa