Jacopo RubinoIl terzo posto di Max Verstappen al Gran Premio d'Australia è un ottimo inizio, per il matrimonio fra Red Bull e Honda. Si può affermare che la scuderia anglo-austriaca ci abbia visto giusto, nel credere al potenziale del motore giapponese già scelto lo scorso anno per la Toro Rosso. Le tante belle parole spese in questi mesi, fino ai test invernali, a Melbourne hanno trovato conferma nei fatti. Il nuovo V6 sotto al cofano della RB15 si è dimostrato competitivo, tanto che il consulente Helmut Marko ribalta la prospettiva: "Ora dobbiamo lavorare in fretta sul telaio, ci serve più carico aerodinamico".
E dire che la Red Bull è stata a lungo accreditata del migliore chassis di tutta la Formula 1, solo "frenato" dai minori cavalli della power unit Renault. Una delle quali, in uno strano incrocio del destino, all'Albert Park ha piantato in asso Carlos Sainz per la rottura della MGU-K. Lo spagnolo è diventato pilota di quella McLaren che, dopo un triennio da incubo, ripudiò la Honda insieme a cui aveva vissuto il periodo di maggior splendore a cavallo degli anni Ottanta e Novanta.
Il costruttore del Sol Levante può festeggiare dopo le tante difficoltà vissute dal rientro nel Mondiale datato 2015, ritrovando un podio che mancava dal 2008. Anche allora fu terza posizione: a Silverstone, Rubens Barrichello approfittò di una gara dal meteo pazzo con la vettura della vecchia squadra ufficiale creata acquistando la BAR, ma di lì a poco pronta a trasformarsi nella Brawn GP, e nell'attuale Mercedes dal 2010. Questa volta non è stato merito di condizioni particolari, anzi: superata la Ferrari di Sebastian Vettel, Verstappen ha avuto nel mirino la piazza d'onore di Lewis Hamilton.
Duro in passato con la Renault, è lo stesso olandese a elargire complimenti: "Sono felice per la Red Bull e per la Honda. Ci meritiamo questo risultato, da subito abbiamo lavorato bene insieme". Gli uomini nipponici però non si accontentano: "È un buon primo passo, ma dobbiamo lavorare per battere i nostri rivali. Non siamo ancora dove vorremmo", ha chiarito il direttore tecnico Toyoharu Tanabe. Il team principal Christian Horner, ad Auto Bild, ha comunque rivelato che Masashi Yamamoto, direttore generale del programma Honda in F1, sotto a quel podio si è fatto scappare "qualche lacrima".