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31 Ago [15:51]

La storica impresa di Russell
certifica il suo ingresso in Mercedes

Massimo Costa - XPB Images

Ci sono momenti, gesti, prestazioni, particolari situazioni, che possono cambiare radicalmente, da un’ora all’altra, la carriera di un pilota. Quello che è accaduto sabato scorso a Spa in qualifica, è stato uno di questi eventi. George Russell, sulla pista più impegnativa del calendario F1, in condizioni estreme di maltempo, ha conquistato con una Williams-Mercedes che vivacchia nella parte bassa delle classifiche da ormai tre anni, un incredibile secondo tempo che rimarrà stampato per sempre nella storia del Mondiale. Portarsi lassù in vetta quando guidi una vettura che nulla ha da spartire con Red Bull, Mercedes, McLaren, Ferrari, Aston Martin, Alpine e Alpha Tauri, è stato semplicemente qualcosa di inaudito. Russell ha compiuto una vera e propria impresa, un giro memorabile. Cose così non si dimenticano in fretta.
 
In F1, Russell ci è arrivato nel 2019 con la Williams dopo aver dominato il campionato di Formula 2 (sette vittorie) avendo la meglio su Lando Norris e Alexandre Albon. E prima ancora, nel 2017, aveva conquistato il campionato GP3 a mani basse battendo Jack Aitken. In entrambi i casi, sempre con il team ART e già da pilota Junior Mercedes. Il suo ingresso in F1 invece, non è stato dei più facili per via del crollo di competitività della Williams. Nessun punto nel 2019, neanche uno nel 2020, ma 3 punticini li ha presi con la Mercedes a Sakhir, nella foto sotto, chiamato a sostituire Lewis Hamilton bloccato dal Covid. Era stato un ingresso nel team di Toto Wolff da urlo, con il secondo tempo in qualifica a 26 millesimi dal compagno di squadra Valtteri Bottas, mentre in gara avrebbe vinto senza un errore commesso ai box nell’impiego delle gomme e una foratura. La sua prestazione aveva destato una certa impressione, ma per lo più era stata considerata normale per via della facilità del circuito, quello del Bahrain ricavato attorno al tracciato tradizionale, e considerato una specie di ovale.



Tornato in Williams, Russell è ripiombato nelle difficoltà del team anche se quest’anno le cose sono un tantino migliorate. Nel GP di Austria, con una super prestazione in qualifica, Russell è entrato in Q3 realizzando l’ottavo tempo. Va notato che sullo stesso tracciato, nel 2020 aveva concluso la Q2 da 11esimo, per un soffio fuori dalla Q3 mentre in Ungheria si era piazzato 12esimo. I primi punti per conquistati da Russell per la Williams li ha strappati nel caotico GP di Ungheria, classificandosi nono, poi ottavo per la squalifica a Sebastian Vettel. Ma per assurdo, Nicholas Latifi in quella corsa ha fatto meglio di lui rimanendogli sempre davanti. Entrambi hanno così portato fieno in cascina per la Williams. Insomma, George aveva evidenziato in diverse occasioni il proprio talento, ma sembrava non riuscire mai a concretizzare qualcosa di veramente importante.

Finché non è arrivato il sabato di Spa, dove tutto è cambiato e la consacrazione gli è arrivata addosso come uno tsunami. Russell nelle prossime settimane sarà annunciato come il compagno di squadra di Lewis Hamilton, che in realtà non lo vuole perché lui sta bene con Valtteri Bottas. Ma il finlandese non sarà riconfermato (badi bene, non c’è nessuna ufficialità, ma tutto lascia pensare all’arrivo del giovane inglese) piombato quest’anno in una spirale negativa che sembra essere senza fine. Proprio a Spa, sabato, poteva lanciare un acuto, un segnale pesante anti Russell, e invece è crollato una volta di più realizzando in qualifica un triste ottavo tempo. E così quella Williams finita tra una Red Bull e una Mercedes sulla griglia di partenza del GP del Belgio, non potrà che essere per Russell il biglietto di ingresso dalla porta principale per la Mercedes. Con buona pace di Hamilton.

Andando a ritroso nella carriera di George, oltre a quanto ottenuto in F2 e GP3, ci sono state due stagioni nella F3 europea del 2015 e 2016 (con i team Carlin e Hitech) concluse rispettivamente al sesto e terzo posto. E prima ancora, la partecipazione a due campionati in un anno: la F4 inglese vinta, e la Renault ALPS, dove non aveva particolarmente brillato. Nel 2014 avrebbe dovuto correre con la Prema, ma Lawrence Stroll che all’epoca aveva acquisito la squadra itailana per farvi correre il figlio Lance, mise un secco veto in quanto le relazioni col padre di George erano pessime per episodi avvenuti nel mondo del karting. Ma attenzione, episodi non tra i due ragazzi, ma litigi tra i due genitori… Nel 2016, a Le Castellet, in F3 Stroll vinse una gara grazie all’aiuto del compagno Cassidy, che di fatto gli cedette la prima posizione. Russell, che era in lotta per il titolo contro Stroll (che poi conquistò il campionato), montò un caso specificando che quanto avvenuto non era leale e giusto. Insomma, la ruggine tra i due per il mancato approdo in Prema due anni prima era rimasta e chissà se anche oggi vi è una certa mancanza di rispetto tra di loro.



Russell ha dimostrato nel corso della carriera di essere un ragazzo con la testa sulle spalle, pragmatico, concreto, non si ricordano episodi sgradevoli se non a Imola lo scorso aprile quando dopo aver causato un brutto incidente con Bottas, lo ha colpito al casco (nella foto sopra) e successivamente criticato pesantemente. Salvo poi chiedere scusa. Jost Capito, suo attuale team principal alla Williams, dopo l’Ungheria ha detto di lui: “George più ha pressione addosso e più migliora. Non è da tutti perché in tanti quando sono sotto stress crollano, perdono competitività, ma lui è diverso. Basta vedere quel che ha fatto con la Mercedes a Sakhir 2020. Su di lui c'erano gli occhi di tutto il mondo, e soprattutto della Mercedes, e si è comportato brillantemente. Questo è il suo atteggiamento". Hamilton è avvertito…
RS Racing