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21 Dic [18:19]

Latifi e il peggio del web:
odio e minacce dopo Abu Dhabi

Jacopo Rubino - XPB Images

"Sono rimasto volontariamente lontano dai social media per lasciar calmare le acque dopo l'ultima gara". A quasi dieci giorni dal Gran Premio di Abu Dhabi, però, Nicholas Latifi ha deciso di aprirsi. Il portacolori della Williams si è trovato catapultato in una situazione poco invidiabile, ricevendo commenti negativi e violenza verbale attraverso i social media: tutto per essere andato contro le barriere al giro 53 del Gran Premio di Abu Dhabi, innescando suo malgrado la catena di eventi che ha deciso il titolo 2021 di Formula 1. Si può discutere di come sia stata gestita la seguente fase di safety-car dai commissari, ma il canadese ha semplicemente commesso un errore mentre stava facendo il proprio mestiere di pilota, è bene sottolinearlo. Purtroppo è finito nel mirino della stupidità e della cattiveria che serpeggia in Rete.

"Riflettendo su quanto accaduto, devo realmente scusarmi per il mio ritiro solo con il team. L'ho fatto subito, tutto ciò che è seguito era fuori dal mio controllo", ha sottolineato Latifi in una lettera aperta. Verissimo. A quanto pare, però, in tanti, in troppi, non riescono a capirlo. E nulla li ha frenati dal lanciarsi in attacchi gratuiti, secondo un copione ormai ben noto.

"Odio, abusi e minacce non sono davvero una sorpresa, perché è soltanto la realtà in cui viviamo adesso. Non è una novità che si parli di me negativamente online, credo che ogni atleta che competa a livello mondiale sappia di essere sotto esame. Ma basta un episodio, un incidente al momento sbagliato, per tirare fuori il peggio delle persone che vengono definite fans. A scioccarmi è stato il tono, e persino le minacce di morte che ho ricevuto", ha raccontato Latifi, speranzoso di accendere "un dibattito sul bullismo online e sulle conseguenze che può avere sulle persone".

"È poco probabile che io possa convincere chi ha agito così verso di me a cambiare, ma è giusto denunciare questi comportamenti e non restare in silenzio. Persino aiutando una sola persona, ne sarebbe valsa la pena".

"Per fortuna, sono a mio agio a sufficienza sotto la mia pelle, e sono in questo mondo abbastanza a lungo da sapermi fare scivolare addosso la malignità", ha rassicurato Nicholas, ma ammettendo: "Un commento negativo resta più appiccicato, e può spazzarne via cento positivi".



Latifi ha sbattuto mentre era in duello con Mick Schumacher per il 14esimo posto. "C'è chi dice che stessi lottando per una posizione non importante, a pochi giri dal termine. Ma che io corra per vittorie, podi, punti o persino per l'ultimo posto, darò sempre il mio massimo fino alla bandiera a scacchi, come qualsiasi altro pilota in griglia. Mi sta bene che ci siano persone non d'accordo, o che non lo capiscano. Ognuno ha la sua opinione, ma chi la usa per alimentare odio, abusi e violenza, non solo verso di me, ma anche verso le persone che mi sono vicine, non è un vero fan".

Per molti versi, la situazione di Latifi ricorda quella di Timo Glock dopo il Gran Premio del Brasile 2008: il tedesco, superato all'ultima curva da Lewis Hamilton, permise al britannico di guadagnare il punto extra per strappare il titolo a Felipe Massa. Glock, con l'aumentare della pioggia, semplicemente non aveva più grip con le gomme da asciutto che aveva mantenuto in quei giri finali. Ma ancora oggi c'è chi continua a credere che il portacolori della Toyota abbia volontariamente dato strada a Hamilton. E i social network non erano tanto pervasivi come oggi, nel bene e soprattutto nel male.
RS Racing