Massimo Costa - XPB ImagesCosa si può raccontare di un Gran Premio che non si è svolto? Per la prima volta nella storia della F1, sono stati assegnati dei punti, seppure metà, per una gara non disputata. Con grande cinismo, il direttore di gara Michael Masi dopo tre ore di attesa, ha fatto credere a tutti che la corsa sarebbe cominciata per concludersi alle 19, ma aveva già ampiamente programmato che dopo i tre giri che i piloti avrebbero effettuato dietro la safety-car, avrebbe fatto esporre la bandiera rossa. Le condizioni meteo infatti, non erano assolutamente cambiate rispetto alle 15, alle 15,30 quando era stato fatto un primo tentativo, alle 16 e alle 17. La pioggia cadeva forte in continuazione.
Quei tre giri percorsi soltanto per distribuire punti e non pagare l'eventuale rimborso dei biglietti ai 70mila stoici spettatori che avevano accolto con entusiasmo l'uscita dai box dei piloti alle ore 18, erano stati ampiamente previsti . E chi scrive, non può non pensare che dietro ad una decisione così importante che rimarrà come una macchia negli albi della F1. non vi sia la regia occulta del presidente FIA Jean Todt e del CEO F1 Stefano Domenicali.
Masi è colui che prende le decisioni nell'immediato, a volte sbagliate come sabato in qualifica, quando con supponenza non ha ascoltato il consiglio via radio di Sebastian Vettel di fermare la sessione perché la pista era impraticabile. E poco dopo, Lando Norris si è schiantato e George Russell per un pelo, causa aquaplaning, non è andato a sbattere a 300 orari in pieno rettifilo. Le imprecazioni di Vettel quando gli hanno comunicato che Norris era finito contro le barriere, rimarranno anche queste negli annali della F1. Ma di certo non spetta a Masi decidere se cancellare o meno un intero weekend di Gran Premio.
Dunque, la F1 esce stordita da Spa, ma va sottolineato che a parte il "pateracchio" dei tre giri, non si poteva operare diversamente. Troppo pericoloso correre in quelle condizioni meteo e sarebbe stato estremamente imprudente mandare venti ragazzi in mezzo ad una enorme nube d'acqua con le conseguenze che tutti possiamo immaginare. Meglio così, insomma. da questo punto di vista non si può obiettare nulla. Ora tutti avranno un punto di vista da spiegare, a nostro avviso era meglio cancellare la gara, senza dare punti e senza mandare i piloti in pista per quella farsa dei tre giri. Una cosa che, tra l'altro, abbiamo visto fare anche in campionati minori, come la F3 europea (targata FIA) nel 2016 al Red Bull Ring, quando sotto un diluvio universale venne chiesto ai piloti di compiere tre passaggi dietro safety-car.
La domanda che ci poniamo è anche questa: perché non recuperare la corsa lunedì? Considerando che la F1 si sposterà subito nella vicina Zandvoort, e che non c'erano voli aerei da cancellare, sarebbe parsa la cosa più logica. Ma pare che vi sarebbero stati problemi con i satelliti televisivi e con tutta la macchina organizzatrice che opera attorno ad un GP di F1 e che coinvolge centinaia di persone (commissari di pista, soccorsi, volontari, addetti vari). Altra opzione: cancellare la gara per tornare a Spa in altro periodo. Ma quando in realtà? Con il rischio di trovare condizioni meteo peggiori, benché lo scorso anno la 24 Ore di Spa si sia corsa a fine ottobre in condizioni perfette. Difficile prevedere il tempo nel nord Europa.
Dunque, teniamoci gioco forza questa decisione estremamente contraddittoria, ma il rammarico per quel finale rimarrà per sempre.