Massimo CostaCharles Leclerc ha un difetto. è troppo educato, gentile. Detta così può apparire un controsenso . Come può essere considerata una mancanza essere un ragazzo premuroso, rispettoso. Lo diventa se sei un pilota di F1 che lotta per il campionato del mondo. Leclerc in questo avvio di stagione ha dimostrato di essere al volante un numero uno assoluto come mai si era potuto vedere in precedenza. Grintoso, sempre all'attacco, astuto, capace di lottare ad armi pari con Max Verstappen mettendolo in difficoltà nel corpo a corpo, autore di sorpassi impossibili (ultimo quello alla Copse a Lewis Hamilton) e soprattutto implacabile nel giro secco della qualifica.
Se vogliamo trovare una imperfezione nel pilota Leclerc, al suo sesto anno di F1, 90 Gran Premi disputati, quella è la visione di gara. O meglio, gestire in proprio i momenti topici del Gran Premio. Charles sembra sempre aspettare le indicazioni del box, purtroppo per lui spesso errate. Vorremmo vederlo più sicuro, prendersi delle responsabilità, che possono anche risultare sbagliate, ma in fin dei conti è lui che corre, è lui che si sta giocando un titolo mondiale, non certo il team principal Mattia Binotto che pare essere più interessato alle vittorie di tappa che al discorso iridato.
Carlos Sainz, per esempio, a Montecarlo aveva letto perfettamente la situazione in pista, con l'asfalto che andava asciugandosi, imponendo al suo ingegnere che lo aveva invitato a rientrare ai box, la propria convinzione. Ed ha avuto pienamente ragione. Così è capitato più volte a Verstappen, a Lewis Hamilton, a Fernando Alonso, a Sebastian Vettel. Abbiamo citato gli ultimi campioni del mondo non a caso. Leclerc deve essere deciso nelle sue scelte. Domenica a Silverstone era convinto che avrebbe dovuto montare le gomme soft, è stato titubante mentre si avvicinava all'ingresso della corsia box, attendeva ordini. Che sono arrivati, ma completamente sbagliati. Leclerc avrebbe dovuto fregarsene, era in gioco la sua vittoria e soprattutto la possibilità di recuperare tanti punti su Verstappen, nei guai.
Charles doveva imboccare quella maledetta corsia box e dire "no no, voglio le soft subito, sto entrando". Imporsi su un muretto box che per tutta la corsa è stato indeciso sia con lui sia con Sainz, arrivando a chiedere, dopo essersi resi conto della sciagurata scelta di lasciare in pista Leclerc con le hard, allo spagnolo di rallentare Lewis Hamilton dietro alla safety-car finale per creare un maggiore gap dal monegasco. Roba da gare amatoriali. Leclerc è poi stato commovente nel tentativo di difendere la prima posizione, la seconda, poi la terza, venendo infine sbattuto giù da quel podio che meritava ampiamente di vederlo sul gradino più alto.
Poi, c'è stato lo sberleffo finale, con il team principal Ferrari, Binotto, che per diversi secondi, col ditino sotto il naso di un delusissimo Leclerc, gli impartiva la lezioncina su cosa direi ai media. Hai visto mai che arrivino critiche al suo operato. Cioè, la Ferrari aveva vinto il GP con Carlos Sainz, ma aveva commesso un errore madornale con il pilota che sta lottando per il titolo mondiale, e quindi si è premurata di mettere sull'attenti Leclerc. Guai a criticare la squadra.
Charles davanti ai microfoni è stato esemplare, ma non dovrebbe essere quella la storia che deve raccontare. E' già la seconda volta che gli sbagliano la strategia in maniera pacchiana, dunque invitiamo caldamente Leclerc a fare di testa sua. E francamente, non si è mai visto un Toto Wolff permettersi di catechizzare Hamilton, oppure Horner con Vettel ai tempi Red Bull, per non parlare di Alonso (che via radio si faceva e si fa sentire eccome). Neanche immaginiamo che fine avrebbe fatto quel dito se fosse stato mostrato a gente come Nigel Mansell, Ayrton Senna, Alain Prost, Nelson Piquet.
Binotto è un ingegnere e da quando è team principal ha più volte dimostrato di essere inadeguato a ricoprire tale ruolo. Pare contento a vincere tappe e non a puntare al campionato, considerando la macchina fortissima che si ritrovano in Ferrari. Al termine del GP britannico, nessuna autocritica, solo giustificazioni ha saputo dare (addirittura tirando in ballo senza senso la scelta Mercedes nel GP di Abu Dhabi 2021 negli ultimi giri, ma quella era una storia completamente differente), come un dipendente qualsiasi a cui tremano le gambe nel fare sapere al capo (ai box c'era il CEO Benedetto Vigna) gli errori commessi.
Gente con le spalle ben più larghe, come Toto Wolff per esempio, non si è fatta problemi nel dire in diretta mondiale "Scusa Lewis ti stiamo dando una macchina di merda", non si è mai nascosto quando hanno sbagliato strategia, non curandosi di ciò che avrebbero detto nel consiglio di amministrazione. E lo stesso si può dire per Christian Horner della Red Bull. Capacità di metterci la faccia e non di nascondere sotto il tappeto i problemi.
Dunque, Leclerc tra ritiri per mancanza di affidabilità, vittorie perdute, punti lasciati agli altri per colpa del team, sta perdendo occasioni ghiottissime per avvicinare Verstappen. Certo, il campionato è ancora lungo come diciamo sempre, ma una serie così infinita di errori su un determinato pilota in lizza per il mondiale, non la ricordiamo. Leclerc, diventa maleducato, pensa a te stesso, alla tua carriera, non ascoltare più le strategie folli di tal Inaki Rueda.