17 Ago [17:54]
Lenta, fragile, in confusione:
Ferrari, non si vedono progressi
Jacopo Rubino - XPB Images
Dal Gran Premio di Spagna la Ferrari è uscita con le ossa rotte. Il circuito di Barcellona, il più attendibile per capire la bontà di una Formula 1, ha ribadito le enormi lacune del progetto SF1000. Motoristiche e aerodinamiche. Una vettura che adesso si scopre pure fragile, oltre che lenta. E in più c'è il muretto box spaesato nelle strategie, quelle che ogni tanto potrebbero raddrizzare i weekend della Rossa. Se ieri è accaduto, il merito va soprattutto a Sebastian Vettel, come in Ungheria.
Partito 11°, ancora eliminato in Q2, il tedesco ha conquistato una settima piazza salutata come un'impresa: guidare per 36 giri con i pneumatici morbidi è stato questo. Ma non si può scordare il precedente dialogo via radio, che conferma la poca lucidità della squadra e una certa frustrazione del quattro volte iridato, per quanto smentita dai diretti interessati. "Cosa ne pensi di arrivare alla fine con queste gomme?", ha chiesto il suo ingegnere Riccardo Adami, ricevendo una risposta emblematica: "Prima ve lo avevo chiesto io!". Peccato che Vettel, credendo che la scelta fosse di effettuare una seconda sosta ai box, quel treno di Pirelli lo avesse già messo alla frusta. Eppure, ha resistito fino al traguardo.
"L'azzardo ha pagato", ha poi raccontato Seb, aggiungendo: "Non avevamo nulla da perdere". Il che la dice lunga sulla situazione attuale, ma quella di Maranello oggi va considerata come una scuderia di centro classifica. Che è quinta nel Mondiale Costruttori, risuperata, seppur di un soffio, da Racing Point e McLaren.
A Montmelò il Cavallino ha raccolto giusto 6 punti, con un solo alfiere: Charles Leclerc è stato costretto al ritiro per un "blackout", uno spegnimento improvviso della macchina che ha bloccato le ruote posteriori e lo ha mandato in testacoda. È riuscito a ripartire, ha percorso due giri con le cinture slacciate (aveva creduto di fermarsi subito), poi è tornato ai box per risistemare l'abitacolo ma il tempo perso era ormai irrecuperabile. "Avremmo avuto buone possibilità di finire attorno alla sesta posizione, o anche meglio", è la convizione del monegasco. Ma niente illusioni: "Che sia il motore o di aerodinamica, non siamo forti abbastanza. Dobbiamo lavorare". E per salvare la stagione 2020 potrebbe non essere sufficiente.