Michele Montesano
Ferrari ha aperto la stagione 2025 del FIA WEC monopolizzando l’intero podio della 1812 km del Qatar. Un dominio netto, quello messo in atto dal Cavallino Rampante, che ha dettato il ritmo sul circuito di Losail con le sue 499P LMH. Tutti e tre gli equipaggi si sono scambiati più volte il comando della gara, ma a tagliare per primo il traguardo è stato il terzetto composto da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen. I vincitori della 24 Ore di Le Mans 2024 hanno preceduto l’equipaggio del team AF Corse formato da Yifei Ye, Philip Hanson e Robert Kubica. Proprio quest’ultimo è stato il protagonista di una strenua difesa nei confronti dell’ufficiale Alessandro Pier Guidi, che assieme ad Antonio Giovinazzi e James Calado, ha completato il podio.
Le Ferrari hanno dominato in lungo e in largo sul circuito di Losail fin dallo spegnimento dei semafori, quando Nielsen ha beffato Kevin Magnussen istallandosi al secondo posto alle spalle di Calado, a sua volta scattato dalla pole. Le due 499P hanno iniziato a imprimere un ritmo di gara impossibile da sostenere per le altre Hypercar. Nelle prime due ore, solamente le BMW M Hybrid V8 e le Cadillac hanno provato a impensierire le rosse di Maranello ma senza successo.
Il primo colpo di scena è arrivato allo scoccare della terza ora quando, per via di un problema tecnico, Christian Ried si è insabbiato nelle vie di fuga. Per consentire ai commissari la rimozione della Mercedes AMG GT3, la direzione gara ha neutralizzato la corsa dapprima con la Virtual Safety Car e poi, come da regolamento, con l’ingresso della vettura di sicurezza. Poiché entrambe le Ferrari si erano appena fermate per la sosta ai box, ad approfittarne sono state le Cadillac.
Ma il primato del team Jota è durato solamente un battito di ciglia. Un attimo prima della ripartenza, il leader Jenson Button ha frenato bruscamente cogliendo di sorpresa il compagno di squadra Alex Lynn che, appena alle sue spalle, l’ha centrato in pieno (nella foto sotto). Le due Cadillac sono rientrate ai box con le carrozzerie danneggiate lasciando, così, strada libera alle Ferrari. Tuttavia i numerosi detriti disseminati in pista hanno costretto a una nuova neutralizzazione.
La ripartenza ha visto le due Ferrari ufficiali, di Giovinazzi e Fuoco, comandare la gara seguita dalla 499P griffata AF Corse di Ye. Le Hypercar di Maranello hanno quindi proseguito a dettare il ritmo fin quando, nel corso della quarta ora, Fuoco è stato toccato dalla BMW di Dries Vanthoor, poi sanzionato con un drive through, andando in testacoda. Come se non bastasse, anche al poleman Giovinazzi è stato comminato un drive through per un’infrazione commessa nel corso della Virtual Safety Car. A ereditare il comando della 1812 km del Qatar è stato così l'alfiere di AF Corse Ye.
Scivolato indietro, Fuoco ha iniziato a imprimere un ritmo indiavolato prima di cedere il volante della 499P a Molina, il quale ha completato la rimonta portandosi al secondo posto alle spalle di Hanson, a sua volta subentrato al consistente e veloce Ye (nella foto sotto). Complice una nuova safety car, per colpa di Nicolas Varrone che ha disseminato la pista di detriti dopo aver danneggiato su un cordolo il retrotreno della sua Porsche 963 LMDh, Hanson si è visto azzerare il vantaggio su Molina.
Neppure il tempo di riprendere le ostilità, che dopo due giri Bernardo Sousa è stato costretto a parcheggiare, in fondo al rettilineo principale, la Ford Mustang GT3 avvolta dal fumo. A differenza di quanto accaduto la settimana scorsa nel Prologo, il pilota del Proton Competition è riuscito a scongiurare il divampare delle fiamme, ma non l’ennesima neutralizzazione. La nuova ripartenza ha visto Molina rompere gli indugi e sorpassare Hanson per prendere il comando della gara. Le due Ferrari si sono poi scambiate nuovamente le posizioni con un combattivo Kubica che ha ha sorpassato di forza Fuoco prendendo le redini della corsa.
La lotta per la vittoria si è, di fatto, decisa nell’ultimo pit-stop. Fuoco, a differenza di Kubica, ha allungato lo stint di tre giri e, sfruttando la pista libera, è riuscito ad accumulare un margine che gli ha permesso di sopravanzare il polacco all’uscita dei box. Fuoco ha quindi proseguito tagliando per primo il traguardo della 1812 km del Qatar. Persa la leadership, Kubica è poi riuscito a rintuzzare fin sotto la bandiera a scacchi un arrembante Pier Guidi. In Ferrari hanno diversificato le strategie con il pilota di Alessandria che è subentrato a Calado per provare a dare l’assalto finale. Ma a pesare sul bilancio complessivo della 499P numero 51 sono stati due drive through, il secondo per eccesso di velocità in pit-lane, e 15 secondi accumulati per altre infrazioni commesse in pista.
Ferrari ha lasciato agli avversari solamente le briciole. Al quarto posto troviamo la BMW M Hybrid V8 LMDh di Raffaele Marciello, Vanthoor e Magnussen. Proprio quest’ultimo, che nel corso del primo restart aveva perso numerose posizioni per un problema elettronico, nell’ultimo turno è riuscito a tenere a bada le Toyota effettuando un doppio stint con gli pneumatici Michelin. Mai realmente competitive, le GR010 Hybrid sono riuscite a risalire la china nell'arco della gara. Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa, quinti, hanno preceduto i compagni di squadra Kamui Kobayashi, Mike Konway e Nyck De Vries. Settima la BMW di René Rast, Robin Frijns e Sheldon van der Linde.
Nonostante il contatto fratricida, la Cadillac di Lynn, Norman Nato e Will Stevens è riuscita a chiudere la 1812 km del Qatar all’ottavo posto. Resta però il rammarico per il potenziale inespresso da parte del team Jota e della V-Series.R LMDh, con l’altra vettura americana che ha chiuso solamente sedicesima. Dopo una qualifica sottotono, Peugeot si è ripresa sul passo gara con Jean-Eric Vergne, Paul di Resta e Mikkel Jensen che hanno ottenuto il nono posto precedendo la Porsche 963 LMDh di Julien Andaluer, Michael Christensen e Mathieu Jaminet. Il terzetto del Penske Motorsport (nella foto sotto) è subito stato costretto a una gara tutta in salita per via di una foratura subita nelle prime battute. Ma in generale le Porsche, per via di un BoP troppo restrittivo, non hanno particolarmente brillato.
Gara avara di soddisfazioni per Alpine. Le LMDh francesi (nella foto sopra) sono parse competitive, ma gli equipaggi hanno commesso troppi errori scivolando fuori dalla zona punti. Esordio tutt’altro che facile per Aston Martin. Entrambe le Valkyrie sono state nettamente lontane dal passo gara delle altre Hypercar. Nonostante una portiera mal fissata, e che poi si è staccata volando via pericolosamente in pista, Marco Sørensen, Alex Riberas e Roman De Angelis sono riusciti a vedere la bandiera a scacchi, seppur con 23 giri di distacco dai vincitori. L’altra Valkyrie ha invece terminato la gara anzitempo dopo aver percorso 181 tornate.
Risultato incerto fino all’ultimo in LMGT3. A spuntarla, dopo dieci ore di gara, è stata la Corvette Z06 di Daniel Juncadella, Ben Keating e Jonny Edgar che, per appena 493 millesimi, ha preceduto la McLaren di Gregoire Saucy, James Cottingham e Sebastien Baud. Avendo optato per una strategia simile, i due equipaggi sono arrivati a contendersi la vittoria proprio sul finale. Preso il comando dopo l’ultima sosta, Juncadella ha mostrato tutta la sua freddezza nel bloccare ogni tentativo di sorpasso da parte di Saucy. Lo spagnolo (nella foto sopra) ha così regalato il primo successo di classe nel WEC al team TF Sport.
Tra i contendenti alla vittoria c’era anche la Lexus RC F GT3 di Arnold Robin, Finn Gehristz e Ben Barnicoat, ma un’infrazione tecnica, avvenuta nel corso della penultima ora di gara, ha fatto scivolare l’equipaggio dell’Akkodis ASP fuori dalla zona podio. Ad approfittarne è stata la BMW M4 GT3 del terzetto Yasser Shahin, Timur Boguslavskiy a Augusto Farfus che ha conquistato il terzo posto di classe LMGT3 (nella foto sotto).
Top-5 di rimonta per la Ferrari 296 GT3 di Alessio Rovera, Simon Mann e François Heriau. Infatti quest’ultimo, nelle prime fasi di gara, è stato speronato da Petru Umbrarescu precipitando in coda allo schieramento. A seguire l’Aston Martin Vantage di Mattia Drudi, Ian James e Zacharie Robichon, attardata per via di una penalità sul finale, e la McLaren del poleman Sean Gelael in equipaggio con Marino Sato e Darren Leung. Ottavo posto per la Ferrari 296 GT3 del terzetto Davide Rigon, Francesco Castellacci e Thomas Flohr bravi ad avere la meglio sull’Aston Martin di Eduardo Barrichello, Valentin Hasse Clot e Derek Deboer.
Punto della bandiera per la Ford Mustang degli italiani Giammarco Levorato e Stefano Gattuso in equipaggio con Dennis Olsen. Attardati da due drive through, Valentino Rossi, Kelvin van der Linde e Ahamad Al Harthy hanno chiuso fuori dai primi dieci. Decisamente sottotono le prestazioni delle due Porsche 911, evidentemente troppo penalizzate dal BoP. Debutto difficile per le Mercedes AMG GT3 gestite dal team Iron Lynx. Detto di Ried, anche l’altra vettura è stato costretta ai box per noie alla frizione. Riparata, i piloti sono tornati in pista per macinare chilometri e guadagnare esperienza in pista.
Venerdì 28 febbraio 2025, gara
1 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 318 giri
2 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 2"348
3 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 2"677
4 - Marciello-Magnussen-D. Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 9"907
5 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 19"628
6 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 23"266
7 - Rast-Frijns-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 36"388
8 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 37"756
9 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'29"683
10 - Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) - Penske - 1 giro
11 - Estre-L. Vanthoor-Campbell (Porsche 963) - Penske - 1 giro
12 - Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1 giro
13 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 1 giro
14 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1 giro
15 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 4 giri
16 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 11 giri
17 - Riberas-Sorensen-De Angelis (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 23 giri
18 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 31 giri
19 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 31 giri
20 - Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT - 32 giri
21 - Robin-Gehrsitz-Barnicoat (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 32 giri
22 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 32 giri
23 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 32 giri
24 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 32 giri
25 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 33 giri
26 - DeBoer-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 33 giri
27 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 33 giri
28 - Rossi-Al Harthy-K. Van Der Linde (BMW M4) - WRT - 34 giri
29 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 34 giri
30 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 36 giri
31 - Schiavoni-Cressoni-Cairoli (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 124 giri
Giro più veloce: Antonio Giovinazzi 1'38"359
Ritirati
Tincknell-Gamble-Gunn (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin
Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton
Ried-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx
Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport
Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP