15 Ott [18:45]
Mick Schumacher campione FIA F3,
l'impresa prima del prossimo passo
Jacopo Rubino
"È difficile descrivere quanto sia bella la sensazione di far così bene qualcosa che ami", raccontava sabato dopo aver conquistato matematicamente il titolo. Il primo della carriera. Mick Schumacher ha scritto il suo nome nell'albo d'oro del FIA Formula 3 European Championship, e non poteva esserci epilogo più suggestivo per una serie che, così come l'abbiamo sempre conosciuta, non esisterà più. A 19 anni è invece tutta in ascesa la parabola del pilota tedesco, come lo divenne quella di papà Michael dopo aver vinto, nel 1990, la F3 di Germania.
"Non abbiamo mai mollato in questa stagione, cercando sempre di migliorare, non abbiamo mai smesso di lavorare su noi stessi. Ho un grande team attorno a me che mi ha messo nelle condizioni ideali, permettendomi di essere concentrato su ciò che conta", ha poi aggiunto Mick. Parole al miele per la Prema, orgoglio italiano e squadra regina della categoria, che ha accolto il giovane Schumacher nei propri ranghi sin dal 2016 per affrontare la F4 italiana e quella tedesca, concluse entrambe da vicecampione.
L'arrivo nel FIA F3 lo scorso anno non è stato dirompente, anzi, con un solo podio e il dodicesimo posto in classifica generale, ma dopo l'apprendistato si erano create grandi attese per il 2018. Fino alla tappa di Zandvoort sembravano tramontate, con pochi risultati significativi e il rischio di proseguire nell'anonimato. Quasi un'onta, per il figlio del più vincente nella storia della F1, costretto per questo motivo a gestire una pressione superiore a qualsiasi coetaneo. Il weekend sull'amata pista di Spa, quasi un segno del destino, ha però rappresentato la svolta con la prima vittoria: ne sono poi arrivate altre 7, di cui 5 consecutive, diventando leader della classifica generale in occasione del penultimo round di Spielberg. A luglio era addirittura nono.
Una scalata impressionante, quasi epica, che ha destabilizzato soprattutto Dan Ticktum: il pupillo Red Bull si è visto sfuggire tra le mani un trofeo che pareva a portata di mano, e dopo il sorpasso in Austria si è lasciato andare a commenti poco eleganti in Rete, mettendo in dubbio la regolarità della macchina rivale. A Hockenheim il britannico poteva ancora ribaltare il risultato, ma il ritardo accumulato in graduatoria (49 punti alla vigilia) era davvero troppo ampio, e le brutte qualifiche del venerdì si sono rivelate quasi una sentenza: non poteva bastare la battuta a vuoto di Schumacher in gara 1 per il contatto in apertura con il compagno Marcus Armstrong. Il tedesco, giocato il "bonus", ha solo rinviato il verdetto a gara 2 di sabato pomeriggio.
Da lì, un'infinità di complimenti dalle personalità del motorsport: le più sentite, di sicuro, quelle degli uomini vicini a papà Michael durante la sua epopea iridata, come Jean Todt, Ross Brawn, Felipe Massa o Gerhard Berger, che ha raccontato: "Gli assomiglia e cammina come lui, ma soprattutto ha i suoi geni da corsa. Continuando così, arriverà in F1".
Non subito, però: la scelta, che riteniamo saggia e probabilmente frutto di ottimi consigli, si direbbe quella di continuare la gavetta affrontando la Formula 2. "Preferisco muovermi gradualmente, conta sempre prendere la decisione giusta. Stiamo parlando con alcune scuderie", ha spiegato Mick. Qualora lo volesse, Ferrari e Mercedes gli hanno aperto le porte delle rispettive filiere. Di sicuro, da qualche tempo è venuta fuori una consapevolezza: Mick Schumacher ha le carte in regola per diventare un grande pilota. Al di là di qualsiasi scomodo confronto con un padre che sarebbe semplicemente orgoglioso di lui, ma che purtroppo non ha potuto seguire da vicino il compimento di una vera impresa.