28 Mag [18:43]
Monaco – Progressi del motore Renault
Da Monaco – Antonio Caruccio - Photo 4
Daniel Ricciardo riporta i motori Renault in auge. Il marchio è quello della TAG-Heuer, che ritrova la pole position dal lontano 1986, quando TAG elaborava i motori Porsche della McLaren. In quell’anno Alain Prost si aggiudicò il mondiale, conquistando una pole proprio a Monaco, mentre il compagno Keke Rosberg conquistò in estate il giro più veloce ad Hockenheim, per un digiuno che sarebbe durato trent’anni.
TAG continuò a fornire i motori alla McLaren anche nel 1987, per poi ritirarsi quando la casa inglese passò ad Honda. “Monaco è veramente un posto speciale dove conquistare la prima pole position. Sapevo da giovedì che ce la potevamo fare, e devo dire che se anche nelle ultime gare ho sempre dato il massimo, non penso di essere stato ricompensato nel modo giusto. La macchina è buona, abbiamo un buon pacchetto alle nostre spalle ed abbiamo provato una strategia diversa rispetto agli altri, montando le SuperSoft nel Q2. Questo ci darà modo di avere una più ampia scelta durante la gara”, dice Daniel.
Ricciardo ha ridato la pole position sia a Red Bull che Renault, che mancavano questo traguardo dal Brasile 2013. Parte di questo risultato va quindi ai propulsori francesi che hanno portato un aggiornamento in questa occasione, che però è costata solo 3 gettoni. Un’innovazione mirata quindi, concentrata, che ha dato grandi risultati sfruttati però solo da Red Bull viste le difficoltà di Renault team a passare anche solo al Q2.
Va detto che con l’arrivo in tardo inverno ad Enstone il progetto della RS16 è praticamente ancora una monoposto del 2015, che non da comunque a Kevin Magnussen la parvenza di un cauto ottimismo: “Non è un gran risultato essere sedicesimi, ma riflette la condizione in cui siamo. Monaco offre un’alta possibilità di incidenti e magari potrebbe persino piovere, non sappiamo che cosa potrebbe succedere domani”.
Renault ha infatti utilizzato in totale 11 gettoni, avendone a disposizione ancora 21. Parsimoniosa anche la Mercedes con valori invertiti rispetto ai francesi. Restano solo sei pedine alla Ferrari, che ne ha utilizzate 26, mentre la Honda ne ha ancora a disposizione 18, avendone usate 14.