Come John McEnroe quando lo chiamavano Mac Jesus. Capace di produrre miracoli in sequenza, di azzeccarle tutte, di rischiare e rosicare. Senza sbagliare. Il mancino yankee era una croce per le orecchie – di avversari, pubblico e arbitri – e una delizia per gli occhi di tutti. Urla, imprecazioni, oscenità. Ma servizi e volèe...
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Magazine Italiaracing n. 142