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9 Ott [15:17]

Perché Binotto critica
sempre le decisioni della FIA

 Massimo Costa - XPB Images

Perso definitivamente il campionato del mondo piloti, naufragata nelle ultime gare la Ferrari in una annata che sarà ricordata per gli errori clamorosi e ripetuti riguardanti la strategia durante i Gran Premi e per quelli (tanti) commessi dai suoi piloti, che alla luce dei fatti non sono forse la miglior coppia del mondiale come sostenuto, Mattia Binotto cerca in tutti i modi un capro espiatorio. Come un gattino ferito nella sua gabbietta, miagola a destra e a sinistra cercando giustificazioni per una annata buttata via. In attesa di conoscere l'esito della lunga indagine FIA riguardante le regolarità team per team relativamente ai budget cap, Binotto sostenuto da alcuni dei soliti amici della stampa italiana, si è messo l'elmetto in testa e ha dato il via alla sua "operazione militare speciale".

Per Binotto e quella certa stampa (nonché pay-tv sportiva italiana, non dimentichiamola), la Red Bull ancora prima che arrivi la sentenza FIA sul budget cap è già ampiamente ritenuta colpevole. Tipico giustizialismo mediatico italiano. Lo si dice da giorni e nella testa dei tifosi è ormai evidente che la Red Bull ha rubato fregando tutti, Ferrari e Mercedes in particolare. La Red Bull avrebbe utilizzato una cifra ben superiore a quella preventivata dal regolamento, di conseguenza barando platealmente.

A oggi però, non c'è una prova che una che argomenti questo. Eppure, già si discute su quale penalità verrà data alla Red Bull e anzi, già si mettono le mani avanti, perché se la FIA dirà che le spese del team di proprietà di Dieter Mateschitz rientrano nei parametri o avranno sforato di non poi così tanto da non meritare punizioni pesanti, è già bello che pronto il partito del complotto. La FIA, si dirà, ha mitigato il tutto, ha nascosto le carte.

Tutto potrà effettivamente accadere, e se la Red Bull avrà effettivamente deragliato, saremo i primi a crocifiggerla, ma è impossibile sapere la verità dei fatti prima di domani, 10 ottobre, che invece per qualcuno è già scritta, evidente, luccicante. E se la sentenza non gli darà ragione, quel qualcuno comunque non ci crederà e proseguirà nella propria convinzione. E' lo stile adottato ormai da molti politici quella di rinnegare le verità, come l'esito di una votazione (vedi USA) e quant'altro.

La Ferrari ha già preparato lo scontro. Da settimane Binotto sostiene che la Red Bull ha portato troppi sviluppi, tra l'altro alcuni smentiti da Christian Horner, da qui il divario aumentato nella classifica tra Verstappen e Leclerc. Poi, è arrivato l'attacco alla FIA per le procedure di Monza, vedi safety-car, che avrebbero penalizzato Leclerc, ma nei fatti non è stato così. A seguire, la spiata alla stampa amica per far sapere, senza distribuire prove, che la Red Bull non ha rispettato il budget cap.

A Singapore, altro attacco alla FIA rea di non avere punito subito Perez per il comportamento tenuto dietro la safety-car in due occasioni. La FIA ha invece agito nel migliore dei modi ascoltando il pilota e poi dando la penalità per una delle due situazioni che apparivano piuttosto intricate. Ma la cosa ha indispettito la Ferrari, che sperava di ottenere a tavolino una vittoria che aveva promesso per Monza, poi a Singapore, ma questo successo rimane nella fantasia generale. 

Infine, il colpo di teatro conclusivo, la protesta di Binotto nei confronti della FIA per la penalità a Leclerc a Suzuka. Penalità arrivata a gara da poco conclusa e ampiamente meritata dal pilota Ferrari, che ha ostacolato palesemente Perez al rientro in pista dopo il taglio della variante. Chi a Singapore aveva criticato la FIA per avere impiegato troppo tempo a prendere la decisione definitiva su Perez, ora si lamenta perché la penalità a Leclerc è stata data con eccessiva velocità. Dalla TV hanno addirittura detto, pur non essendo presenti a Suzuka, che il podio era già stato preparato per la premiazione da campione del mondo a Verstappen.

Ecco quindi che nel giorno in cui Verstappen chiude definitivamente la partita mondiale contro Leclerc, Binotto attacca la FIA definendola inaccettabile e ridicola per una penalità che porta Leclerc da secondo a terzo. Non ci si chiede come mai Leclerc in pochi giri, con le gomme intermedie, sia sprofondato dai 3" che lo separavano da Verstappen, a 15". Si preferisce puntare le armi contro la FIA e i suoi commissari sportivi. Atteggiamento tipico di quegli allenatori che prendono scoppole in campo, ma in conferenza stampa accusano gli arbitri.

La Ferrari ha perso un mondiale che poteva giocarsi fino al termine della stagione soltanto per colpe proprie. Tutto il resto sono banali chiacchiere da bar. Un giochino in realtà molto antico.
RS Racing