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6 Ago [17:16]

Piastri diventa l'incubo di Ricciardo
L'incredibile pasticcio dell'Alpine

Massimo Costa - XPB Images

Non ha mai disputato un Gran Premio, non ha mai avuto l'occasione di partecipare un turno libero del venerdì, al volante di una monoposto di F1 penultima generazione lo si è visto ufficialmente soltanto nei test di Abu Dhabi 2021, anche se poi con le vetture "vecchie" ha percorso diversi km in prove private. Nonostante per il grande pubblico sia un perfetto sconosciuto, Oscar Piastri è divenuto da pochi giorni l'uomo mercato capace di mettere in difficoltà un colosso come la Renault, leggi Alpine. Ma cosa è accaduto?

Come avete letto nei giorni scorsi, la decisione di Sebastian Vettel di ritirarsi dalla F1, e dunque di lasciare libero il sedile della Aston Martin, ha scatenato una reazione che ha finito per sconvolgere quello che fino a una settimana fa era un soporifero mercato piloti. Fernando Alonso trattava con Alpine il rinnovo, ma il costruttore francese giustamente gli proponeva un contratto di una stagione, considerando i 41 anni attuali del pilota spagnolo, con la possibilità di estenderlo al 2024 se i risultati si fossero mantenuti ad alto livello. Inoltre, c'era per Alonso l'apertura a un futuro programma Endurance con l'Alpine.

Ma il due volte campione del mondo, pretendeva un contratto di due anni, alcuni dicono tre. Otmar Szafnauer e Laurent Rossi hanno tentennato troppo considerando anche che in panchina avevano un talento come Piastri, nel 2019 campione Eurocup Renault 2.0, nel 2020 campione F3, nel 2021 campione F2. Un ruolino di marcia che pochissimi giovani piloti possono vantare. Insomma, non c'era molto da riflettere se fosse stato meglio un pilota che il prossimo anno avrà 42 anni nel mese di luglio o un talento come il 21enne australiano, fermo restando il sedile di Esteban Ocon, che dalla sua ha il fatto di essere francese.



Gli uomini Alpine hanno dunque mostrato una pessima capacità tattica che in F1 può costare carissimo. Come è stato. Alonso ha agito a modo suo firmando con la Aston Martin (senza avvisare Alpine) la quale, a caccia di un nome prestigioso da sostituire a quello di Vettel, ha permesso allo spagnolo di avere un contratto pluriennale. Quando lunedì 1 agosto, alle ore 10, il comunicato Aston Martin è stato lanciato, in Alpine sono trasecolati. D'impulso hanno allora annunciato Piastri, il cui contratto con Alpine in scadenza il 31 luglio con opzione sul 2023 non era stato rinnovato dai vertici Renault perché sicuri che il ragazzo rimanesse con loro, che il tutto fosse soltanto una formalità.

Ma ecco la bomba: Piastri, o chi per lui (nel management c'è un ex pilota di altissimo profilo che sa come comportarsi e che di nome fa Mark Webber), nel giro di un paio di ore ha fatto sapere al mondo intero che no, lui non sarà il compagno di Ocon nel 2023. Poche righe certamente coraggiose (e rischiose) che hanno messo a nudo la totale inconsistenza del management Renault, il quale è riuscito ad emettere un comunicato stampa senza avere l'approvazione della controparte. Il pur esperto Szafnauer (tanti anni tra Force India, Racing Point e Aston Martin) si è giustificato affermando che non aveva trovato telefonicamente Piastri e neanche chi si occupa di lui, ovvero Webber. Una banale scusa, perché si poteva attendere qualche ora, o giorno. Troppa fretta insomma.



La domanda è: come è possibile che in Alpine non ci si sia curati del talentuoso Piastri pensando di tenerlo in panchina anche nel 2023 oppure di girarlo alla non competitiva Williams? L''idea era quella di ripetere quanto fatto dalla Mercedes con George Russell, parcheggiato nel team di Grove dopo la vittoria nel campionato F2, ma Toto Wolff in squadra non aveva certo un pilota di 41 anni, bensì un certo Lewis Hamilton e un fedele compagno come Valtteri Bottas che portava vittorie e punti. Il paragone dunque non reggeva proprio e, visto come sono andate le cose, non era gradito dal clan di Piastri. Che dunque ha forzato la mano.

Ma cosa ha in tasca il management dell'ex campione F2 per arrivare a permettersi di smentire l'Alpine, che dalla fine del 2019 lo aveva inserito nella propria Academy investendo su di lui. La risposta è la seguente: un accordo con la McLaren che sarebbe stato siglato nel weekend del GP di Ungheria. Zak Brown ed Andreas Seidl sono stufi delle pessime prestazioni di Daniel Ricciardo, che non porta punti, 19 contro i 76 di Lando Norris, con gravi conseguenze sulla classifica costruttori. Per di più, Ricciardo è pagato come un top driver, 20 milioni a stagione, cifra non giustificabile visto il suo rendimento in pista.

Daniel ha fatto sapere che lui ha un altro anno di contratto con la McLaren, ma questo non lo mette al riparo da un appiedamento. Brown potrebbe pagare la penale e liberarsi di lui per far posto a Piastri (curioso che entrambi siano australiani), ma in tal caso l'Alpine potrebbe scendere sul piede di guerra perché ha fatto sapere, nei giorni scorsi, che in realtà loro hanno un contratto in essere con il giovane Oscar, benché la controparte dica che non sia stato rinnovato. Un vero intrigo. Se Ricciardo dovesse spuntarla e la McLaren non fosse poi tanto intenzionata a spendere milioni per risolvere il contratto, PIastri rischia di rimanere a piedi anche il prossimo anno, ma come terzo pilota McLaren. Difficilmente, si presume, sarà ricomposta la situazione con l'Alpine.



E chi sarà il compagno di Ocon nel 2023? Facile dire Ricciardo, che tornerebbe nel team che lo aveva accolto nel 2019-2020 dopo la Red Bull, ma che aveva tradito per la McLaren ancora prima che partisse il campionato 2020. C'è però, l'ostacolo McLaren: se Brown pagherà la penale per non averlo più nel team, di certo verranno messe clausole affinché Ricciardo non corra nel 2023, per di più con un team con cui rivaleggia per il quarto posto nel campionato costruttori. Se Ricciardo vorrà essere ancora un pilota di F1, dovrà dunque scendere a patti con la McLaren e anche con il team Alpine al quale non aveva riposto fiducia nel 2020. Altre opzioni non se ne vedono per lui, se non quella di rimanere con Brown da separato in casa e con l'ombra di Piastri su di lui per 12 mesi.

Se così fosse, l'Alpine sarebbe nei guai perché si ritroverebbe senza un secondo pilota di valore, sempre che Ricciardo possa essere considerato ancora un pilota di qualità, che ci dispiace dirlo, da diversi mesi non è. Cosa offre il mercato? Tra coloro attualmente in attività, forse soltanto i due piloti Haas, Mick Schumacher e Kevin Magnussen (già con Renault nel 2016 e inspiegabilmente non confermato dall'allora team principal Cyril Abiteboul che gli preferì Joylon Palmer) oppure chi ora è fuori come Antonio Giovinazzi, il sempre eterno Nico Hulkenberg (anche lui gà con Renault dal 2017 al 2019) o magari puntare su un giovane della Academy Alpine, in particolare Jack Doohan, che però appare ancora molto acerbo in F2.

Rimane il fatto incontrovertibile che l'Alpine in poche ore è riuscita a perdere il due volte campione del mondo Alonso e il talentuoso Piastri.





RS Racing