Jacopo Rubino - XPB ImagesQuando il Gran Premio di Francia è stato cancellato dal calendario 2020 a causa della pandemia, probabilmente, sono stati in pochi a dispiacersi, transalpini a parte. Le gare 2018 e 2019, in cui il circuito di Le Castellet è tornato a ospitare la Formula 1, non sono certo passate alla storia: pochissime le emozioni. Prima dell'emergenza Coronavirus si era così pensato di
intervenire sul primo settore del tracciato, che del resto consente ben 247 varianti totali, ma non se n'è fatto nulla. Pur sulla stessa configurazione da 5842 metri, la speranza è che l'edizione 2021 riesca ad offrire comunque uno spettacolo più appassionante, soprattutto pensando ai 15 mila spettatori ammessi in tribuna.
Potrebbe accadere senza una Mercedes dominatrice, come nelle due occasioni precedenti, e magari grazie al diverso asfalto. Lo scorso anno, approfittando del periodo di stop forzato, gli organizzatori del Paul Ricard hanno infatti deliberato il rifacimento del fondo sotto la supervisione dello studio italiano Dromo, già coinvolto in una operazione simile a Silverstone.
In realtà si è andati oltre la semplice riasfaltatura: esclusa la mitica Signes, tutte le curve di Le Castellet sono state riprofilate, all'occorrenza modificandone l'inclinazione di qualche grado con l'ausilio di scansioni laser. Il lavoro ha interessato una superficie totale di oltre 50 mila metri quadrati. L'obiettivo principale era migliorare il drenaggio dell'acqua in caso di pioggia, ma anche aumentare il grip (che sarà più uniforme) e le opportunità di sorpasso utilizzando diverse traiettorie.
Questi interventi aiuteranno a combattere un po' della fama di "pista noiosa" affibbiata al Paul Ricard? Lo scopriremo nel weekend alle porte, ma va detto che in altre categorie, seppur con vetture dalle caratteristiche e dalle prestazioni diverse, pure qui non sono mancati momenti interessanti. Per la F1, forse, il vero passo avanti sarà dato dalla rivoluzione aerodinamica in programma per il 2022.
In Francia resterà intanto modesta l'usura dei pneumatici, e la Pirelli ha quindi scelto di fornire le stesse mescole (C2, C3 e C4) del 2019, quando la maggioranza delle squadre si orientò su strategie con un solo pit-stop. E questo, spesso, non favorisce lo spettacolo.