Jacopo Rubino - XPB ImagesUna Red Bull motorizzata Ferrari nel 2022? Sembra strano, ma poteva accadere sul serio. Lo ha rivelato direttamente il team principal Christian Horner, nell'ultimo episodio di Beyond The Grid, il podcast ufficiale della Formula 1: quando la Honda ha annunciato
l'uscita dalla categoria regina a fine 2021, lo scorso 2 ottobre, la squadra anglo-austriaca ha bussato anche alla porta di Maranello per individuare un piano B.
"La cosa più naturale era parlare con i fornitori esistenti, probabilmente la più disposta era la Ferrari. Abbiamo avuto alcuni dialoghi esplorativi, ma per essere clienti. Doversi adattare, in particolare con l'integrazione delle nuove regole in arrivo, sarebbe però stata dura da digerire", ha raccontato Horner. Ci sono stati sondaggi anche con Mercedes e l'ex partner Renault, che da regolamento sembrava l'ipotesi più percorribile, ma poco allettante per entrambe le parti. "Con Toto Wolff c'è stata una brevissima conversazione e ovviamente non era particolarmente d'accordo", ha spiegato il manager inglese, mentre per la Renault "gli obiettivi non comprendevano di equipaggiare una scuderia come la Red Bull".
E così, ecco l'idea di andare avanti in autonomia, trattando con la Honda per ereditare le power unit e allestire la nuova divisione Powertrains nel quartiere generale di Milton Keynes. "È un grande passo, quello di prendere il controllo del nostro destino a livello motoristico. Saremo l'unico team insieme alla Ferrari ad avere tutto in una unica sede. È stata assolutamente la scelta giusta", ha sottolineato Horner, aggiungendo come il consulente Helmut Marko abbia spinto forte in quella direzione, e il patron Dietrich Mateschitz abbia dovuto accettare che non ci fosse altra scelta, a fronte degli ingenti costi da sostenere. Ma potrebbe dare forti benefici sul lungo periodo.
Curiosamente, o forse no, dopo il "no" Mercedes la Red Bull si è lanciata in una campagna acquisti molto aggressiva, strappando ai campioni in carica alcune ingegneri di spicco della sede di Brixworth: su tutti Ben Hodgkinson, arruolato come responsabile del programma Powetrains.
Dall'altro lato, qualcuno ricorderà che una Red Bull-Ferrari è già esistita: nel 2006, al secondo anno dopo l'acquisto della Jaguar, la multinazionale austriaca firmò con il Cavallino per ottenere i propulsori da montare sulla RB2 guidata da David Coulthard e Christian Klien. Con lo scozzese arrivò anche il primo podio in F1, a Montecarlo. Ma all'epoca la Red Bull non era ancora un top team, una minaccia al vertice. Poi ci fu l'ingaggio del genio Adrian Newey, che chiese il V8 Renault per esigenze progettuali, e la fornitura Ferrari venne trasferita alla sorella minore Toro Rosso.
Nella foto, la Red Bull 2006 motorizzata Ferrari