Jacopo Rubino - XPB ImagesFacilitare le lotte in pista, e più equilibrio fra le squadre: questi erano gli obiettivi del regolamento tecnico 2022 di Formula 1, e se nel primo caso la missione si può dire raggiunta, nel secondo la svolta non appare così evidente. Almeno per adesso. La griglia mantiene infatti la "spaccatura" fra i tre top team e il resto degli schieramento, come ha sottolineato con un po' di delusione Pierre Gasly: "Noi lottiamo per il settimo posto, ed è un peccato, perché l'intento era chiaramente di compattare tutti".
Al volante dell'AlphaTauri, il francese è emerso in questi anni fra i principali protagonisti del cosiddetto midfield, il gruppone centrale, riuscendo nella giornata giusta anche in exploit clamorosi: il successo al Gran Premio d'Italia 2020, altri due piazzamenti a podio (Brasile 2019 e Azerbaijan 2021), assieme a tante qualifiche di altissimo livello. In questa stagione l'AlphaTauri sta faticando più che in passato, ma l'analisi di Gasly è generale. "Lo scorso anno era emozionante perché potevo mettermi dietro una Ferrari, magari una Red Bull o una Mercedes. Loro erano di un altro livello, ma a volte si potevano battere. Ora no, solo Valtteri Bottas è grado di farlo, ogni tanto".
Ma perché non sta andando come auspicava Gasly? Ferrari, Red Bull e Mercedes, che pure ha partorito una macchina deludente, dispongono sempre di mezzi e capacità superiori alla concorrenza, nonostante il budget cap e un maggior numero di componenti standard. I cambiamenti nelle gerarchie 2022, di fatto, appaiono soprattutto figli di interpretazioni più o meno riuscite sul tema "auto a effetto suolo". Nel 2021, con le evoluzioni delle monoposto limitate dal sistema a gettoni deliberato dopo l'emergenza COVID-19, le differenze prestazionali si erano invece andate un po' ad appiattire. Vero che lo spettacolo ne ha guadagnato, ma si trattava di una situazione anomala.
In fondo, Ross Brawn lo aveva già detto durante l'inverno: "Non credo che le nuove regole sconvolgeranno i rapporti di forze, e penso che ogni vittoria debba venire per merito". Altrimenti, non si parlerebbe di sport. C'è però chi predica fiducia: "Ci vuole ancora qualche tempo perché tutto entri a regime per equilibrare la griglia, fra normative tecniche e tetto alle spese", è il pensiero espresso ad Autosport da Andreas Seidl, team principal della McLaren, principale inseguitirice inseguitrice delle tre "regine". "Le squadre davanti a noi usano al massimo le proprie risorse e le strutture che hanno allestito molti anni fa, e ne beneficiano ancora", ha ricordato il tedesco, ma il vantaggio è destinato a ridursi progressivamente grazie alla disciplina imposta.
Con un pizzico di pazienza, quindi, il disegno studiato da Liberty Media dovrebbe portare all'effetto desiderato: ridurre il divario fra le auto, e quindi consentire che "i piloti incidano di più sul risultato finale", altra speranza di Gasly. Staremo a vedere quanto servirà aspettare, ma nel frattempo la lotta non è certo mancata, né al vertice, né in mezzo al gruppo.