Jacopo RubinoNessun compromesso, da parte della Formula 1: il contratto con gli organizzatori del Gran Premio di Russia è stato cancellato in modo definitivo. Non solo, quindi, non si correrà quest'anno a Sochi, come già comunicato la scorsa settimana, ma "la Russia non avrà più una gara in futuro", ha sottolineato Liberty Media in una nota diffusa oggi, sintetica all'estremo. È una ulteriore risposta per condannare l'invasione dell'Ucraina, che restando in ambito strettamente motoristico sta portando la Russia a essere esclusa dalla scena.
Le parole usate da Liberty Media nel precedente annuncio del 25 febbraio ("impossibile disputare il Gran Premio di Russia nelle attuali circostanze") avevano fatto intendere che, qualora le tensioni si fossero allentate, ci sarebbe stata un reinserimento in calendario. I promoter di Sochi, peraltro, avevano insistito che l'edizione di quest'anno, in programma il 25 settembre, fosse soltanto "sospesa", non annullata. Da adesso non ci sono più margini di recupero.
La rescissione voluta dalla F1 è in linea con il veto della FIA a gare internazionali in Russia e Bielorussia, mentre piloti e team provenienti da questi stati non potranno utilizzare i rispettivi simboli nazionali. Motorsport UK, la federazione del Regno Unito, ha usato un approccio ancora più netto, vietando loro la partecipazione a eventi nel territorio d'Oltremanica: Nikita Mazepin, anche se venisse confermato dalla Haas, non potrebbe ad esempio scendere in pista a Silverstone.
L'accordo stracciato fa tramontare anche l'approdo della F1
sul nuovo impianto dell'Igora Drive, dove il GP di Russia avrebbe dovuto trasferirsi nel 2023. Progettato da Hermann Tilke, il circuito è nato sicuramente sotto una cattiva stella: ultimato nel 2019, nel 2020 avrebbe già dovuto accogliere il DTM, poi è esplosa la pandemia a far saltare i piani. L'Igora Drive, situato nelle vicinanze di San Pietroburgo, nel 2021 era anche nella lista dei circuiti "riserva" del campionato MotoGP. Ora il conflitto spazza via qualsiasi prospettiva.
Senza dimenticare che la costruzione dell'autodromo, costata ufficialmente quasi 200 milioni di dollari, è stata finanziata da Yury Kovalchuk, oligarca vicinissimo al premier Vladimir Putin.