Massimo CostaDi podi ne aveva conquistati undici prima di Silverstone. Sei volte terzo (una con la McLaren, cinque con la Ferrari), cinque volte secondo (una con la McLaren, quattro con la Ferrari). La vittoria l'aveva accarezzata a Monza 2020 e gli era sfuggita per pochissimo. Finalmente, tutto è andato per il verso giusto nel GP di Gran Bretagna, una gara complicata, con mille sfaccettature da interpretare. Una corsa in cui Carlos è partito dalla pole per la prima volta. Insomma, per Sainz quello di Silverstone è stato un fine settimana indimenticabile.
La vittoria è arrivata al GP numero 150, una lunga carriera in F1 quella di Sainz, avviata nel 2015 con la Toro Rosso dopo essere stato campione della World Series Renault nel 2014, stagione tiratissima in cui aveva battuto sul filo di lana Roberto Merhi e PIerre Gasly. Sainz ha trascorso due stagioni e mezza col team di Faenza e quando ha capito che non c'era la possibilità di entrare nel team maggiore Red Bull, ha preso la decisione (rara tra i piloti Junior di Helmut Marko) di sbattere la porta suscitando le ire del suddetto Marko e di Christian Horner, per passare alla Renault. Una dimostrazione di carattere non da poco quella di Sainz.
Con la Renault è durata pochi mesi, metà 2017 e poi il 2018. Non trovando nella squadra grosse possibilità di crescita, e anche qui Carlos aveva visto giusto, se ne è andato alla McLaren dove nel 2019 e 2020 ha ottenuto i suoi migliori risultati in carriera chiudendo per due volte sesto nella classifica generale. Poi, all'inizio del 2020, la chiamata da sogno della Ferrari per indossare la tuta rossa nel 2021. Sainz è un gran lavoratore, magari non velocissimo sul giro secco della qualifica, ma riesce sempre ad arrivare al "punto" quando serve. Con la McLaren ha battuto il quotatissimo Lando Norris, lo scorso anno da new entry in Ferrari, nella classifica finale ha preceduto Leclerc chiudendo quinto.
In questo 2022, ha faticato molto ad adattarsi allo stile di guida richiesto dalla F1-75. Sainz non si è mai nascosto, ha sempre detto che gli sarebbe servito tempo, cosa che nel suo animo lo disturbava non poco. Inizialmente si è fatto travolgere dagli eventi, dai risultati eccellenti del compagno Leclerc, ed ha finito per commettere qualche errore di troppo. Ma essendo un ragazzo molto intelligente ed umile, Carlos ha saputo "resettarsi" e nelle ultime quattro gare sono arrivati due secondi e un primo posto. Risultati pesanti che lo hanno portato al quarto posto in campionato e a soli 11 punti da Leclerc (dopo il quinto appuntamento di Miami il divario era di 51 punti). Certo, Leclerc è stato sfortunato, ha subìto strategie sbagliate, power unit andate in fumo, partenze dal fondo grigia, ma questo racconta oggi la classifica.
Tra i pregi di Carlos, la capacità di lettura delle gare. Non è cosa di oggi, ovviamente. Se agli inizi della carriera in monoposto era un attaccante senza se e senza ma, a testa bassa, a partire da quel 2014 con la DAMS in World Series Renault, è stato capace di compiere uno "switch" mentale notevole che lo ha portato a gestire ogni situazione al meglio. E lo si è visto successivamente in F1 con Toro Rosso, Renault, McLaren ed ora Ferrari. Sainz obbedisce agli ordini di squadra, ma se dall'ingegnere riceve un suggerimento che non trova riscontro nella realtà effettiva della gara, dice la sua e la spunta sempre, come accaduto nel recente GP di Monaco e anche a Silverstone dove si è fatto sentire in più di una occasione.