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9 Nov [11:25]

Shanghai - Gara
Il titolo 2013 a Kristensen-Duval-McNish

Filippo Zanier

Poteva essere una giornata di gloria per la Toyota, con le due TS030 che a metà gara sembravano avviate verso una doppietta perentoria, e invece alla fine la 6 Ore di Shanghai si è trasformata in una festa Audi, con la casa degli anelli in grado di portare a Ingolstadt la vittoria di tappa con André Lotterer, Benoit Treluyer e Marcel Fassler e di mettere contemporaneamente i sigilli sul titolo piloti con Tom Kristensen, Allan McNish e Loic Duval. Un risultato frutto di una gara in pieno stile Endurance, che ha visto gli imprevisti avere la meglio sui valori in campo che per buona parte della corsa avevano visto le due coupé giapponesi decisamente superiori all'armata tedesca.

A metterlo in chiaro era stata la prima mezz'ora, che aveva visto Nicolas Lapierre involarsi al comando dalla pole seguito dal compagno di marca Anthony Davidson, bravo a liberarsi di Andrè Lotterer dopo pochi giri. Indiavolato, il britannico è poi passato in testa imprimendo un passo inarrivabile anche per la vettura gemella e accumulando un vantaggio di circa 1' che sembrava il viatico per una vittoria senza patemi. Invece, la sorte ci ha messo lo zampino, prima in modo blando, con una foratura lenta e un problema al sistema ibrido quando al volante c'era Sebastien Buemi, e poi, dopo 4.30' di gara, in modo più deciso con il cedimento della sospensione anteriore destra dopo un contatto di Davidson con un'altra vettura in fase di doppiaggio.

Il ritiro della Toyota n°8 ha trasformato l'ultima parte di gara in una lotta all'arma bianca tra la Toyota di Wurz-Lapierre e l'Audi di Lotterer-Treluyer-Fassler, presentatesi all'inizio della sesta ora nell'ordine, staccate di 23" nonostante un ingenuo testacoda di Lapierre. Il vantaggio della Toyota era, però, del tutto virtuale, perché le strategie di rifornimento "spaiate" dalle forature (una per parte) mettevano l'Audi in una posizione migliore per la volata finale. I giapponesi hanno tentato il tutto per tutto trasformando l'ultima sosta di Wurz in un rapidissimo splash senza cambio gomme, che ha effettivamente permesso all'austriaco di rientrare in pista appena davanti all'Audi di Treluyer, ai box pochi giri prima per una sosta completa.

Alla fine, però, le gomme fresche della R18 hanno fatto la differenza, permettendo al francese di attaccare Wurz con aggressività, passarlo in una fase di traffico e poi involarsi verso il traguardo, che ha tagliato con un vantaggio di 15". Il ritiro della Toyota che era al comando ha anche regalato la terza piazza a Kristensen-Duval-McNish: mai competitivi per la vittoria, tanto che dopo 2.30' erano già stati doppiati dalla TS030 di testa, i tre hanno badato più che altro a non commettere errori e a portare a casa il risultato che gli avrebbe permesso di chiudere i giochi per il titolo con una gara di anticipo, obiettivo puntualmente centrato.

In LMP2, prova di forza del team G-Drive, che con John Martin, Mike Conway e Roman Rusinov si è portato a casa la vittoria nonostante i due minuti persi in due diverse soste ai box per fissare un cofano motore che di stare al suo posto non ne voleva proprio sapere. Problema alla fine risolto con qualche passata di nastro e una bella rimonta, che ha visto protagonista soprattutto Conway, autore di stint pazzeschi. Alle spalle del team britannico hanno chiuso nell'ordine le Morgan della OAK guidate da Pla-Heinemeier Hansson-Brundle e da Baguette-Gonzales-Plowman. Disastro, invece, per l'Oreca-Nissan della Pecom, che ha perso oltre 2.30' ai box per un grave problema elettrico. Sfortuna anche per Vitantonio Liuzzi visto che la sua Lotus-Praga, mai in corsa per un posto sul podio, ha dovuto alzare bandiera bianca per un guaio al motore.

Dominio Aston Martin in GTE-Pro, con la Vantage di Turner-Mucke che ha chiuso davanti alla vettura gemella di Lamy-Senna-Stanaway. A opporre resistenza ci hanno provato il solito magistrale Gimmi Bruni, in grado di passare dal sesto al secondo posto nei primi giri di gara e battagliero in ogni suo stint, e Kobayashi-Vilander, ma i problemi di grip incontrati dalla Ferrari sulla pista cinese (e nel caso di Bruni una prestazione davvero opaca per Giancarlo Fisichella) non hanno permesso alle vetture AF Corse di fare meglio del 4° e 5° posto. Terza piazza per la Porsche ufficiale del team Manthey di Bergmeister-Pilet, più bravi dei compagni Lieb-Lietz a gestire il pesante consumo delle gomme sulla 911 RSR.

Ferrari si è rifatta in GTE-Am, dove il ritiro per un problema tecnico dell'Aston Martin di Nygaard-Poulsen-Thiim ha dato via libera a Davide Rigon, Enzo Potolicchio e Rui Aguas. Seconda piazza per la Porsche IMSA di Narac-Vernay-Palttala, che ha chiuso davanti all'Aston di Cambell Walter-Hall-Adam. Momenti di tensione, invece, per la Corvette C6.R di Bornhauser-Canal-Rees all'inizio della sesta ora, quando un principio d'incendio è apparso sulla torre per il rifornimento del team Larbre. Per fortuna le fiamme sono state rapidamente domate con un intervento congiunto dei team in pit-lane.

Sabato 9 novembre 2013, gara

1 - Lotterer/Tréluyer/Fässler (Audi R8 e-tron quattro) – Audi – 190 giri in 6.01'33"343
2 - Wurz/Lapierre (Toyota TS030 Hybrid) – Toyota – 15"374
3 - Kristensen/Duval/McNish (Audi R18 e-tron quattro) – Audi – 1 giro
4 - Belicchi/Beche/Prost (Lola B12/60-Toyota) – Rebellion – 5 giri
5 - Rusinov/Martin/Conway (Oreca 03-Nissan) – G Drive - 13 giri
6 - Pla/Hansson/Brundle (Morgan-Nissan) – OAK – 13 giri
7 - Baguette/Plowman/González (Morgan-Nissan) – OAK – 13 giri
8 - Graves/Kerr/Dolby (Oreca 03-Nissan) – Delta ADR – 14 giri
9 - Wirdheim/Lux/Shulzhitckiy (Zytek Z11SN-Nissan) – Greaves - 15 giri
10 - Nicolet/Ihara/Cheng (Morgan-Nissan) – OAK – 18 giri
11 - Holzer/Kraihamer/Charouz (Lotus T218) – Lotus – 18 giri
12 - Turner/Mücke (Aston Martin Vantage V8) – AMR – 21 giri
13 - Lamy/Senna/Stanaway (Aston Martin Vantage V8) – AMR – 21 giri
14 - Bergmeister/Pilet (Poorsche 911 RSR) – Manthey – 22 giri
15 - Bruni/Fisichella (Ferrari F458) – AF Corse – 22 giri
16 - Kobayashi/Vilander (Ferrari F458) – AF Corse – 23 giri
17 - Lieb/Lietz (Porsche 911 RSR) – Manthey – 23 giri
18 - Potolicchio/Aguas/Rigon (Ferrari F458) – 8-Star – 24 giri
19 - Narac/Verney/Palttala (Porsche 911 RSR) – IMSA – 25 giri
20 - Hall/Campbell-Walter/Adam (Aston Martin Vantage V8) – AMR – 25 giri
21 - Ried/Roda/Ruberti (Porsche 911 RSR) – Proton – 25 giri
22 - Bornhauser/Canal/Rees (Chevrolet Corvette C6-ZR1) – Larbre – 26 giri
23 - Gerber/Griffin/Cioci (Ferrari F458) – AF Corse – 26 giri
24 - Davidson/Buemi/Sarrazin (Toyota TS030 Hybrid) – Toyota – 47 giri

Ritirati

139° giro Krohn/Jönsson/Mediani
100° giro Nygaard/Poulsen/Senna
93° giro Weeda/Bouchut/Liuzzi
54° giro Companc/Minassian/Kaffer
LP Racing