25 Gen [15:09]
Stellantis e il motorsport,
tra presente e speranze future
Jacopo Rubino
Il 16 gennaio FCA e PSA si sono unite ufficialmente in Stellantis, per dare vita al quarto gruppo automobilistico mondiale formato da ben 15 marchi. E nel motorsport, quale sarà la strategia del nuovo colosso? Fin qui non ci sono state dichiarazioni esplicite in merito, nemmeno da parte dell'amministratore delegato Carlos Tavares che di corse è un grande appassionato, tanto da essere pilota amatoriale. Nel frattempo, ci sono i programmi esistenti già prima della fusione.
Va fatta innanzitutto una premessa, per chi segue meno gli aspetti societari del settore: in Stellantis non è inclusa Ferrari, già scorporata dalla vecchia FCA a fine 2015 per volere di Sergio Marchionne. L'azienda del Cavallino da allora fa riferimento diretto a Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli, che è poi la maggiore azionista della stessa Stellantis grazie al 14,4 per cento. Ma è ovvio che, dove possibile e dove utile, con Maranello siamo rimasti scambi e sinergie.
In Stellantis, quindi, gli impegni agonistici più importanti vengono dal ramo francese: la Formula E con DS (brand nato da una costola di Citroen), che assieme al team Techeetah è campione in carica; e il ritorno nel Mondiale Endurance con Peugeot, fissato per il 2022 con un prototipo Hypercar. PSA porta in dote un reparto corse ben strutturato, a Versailles, che oggi si occupa inoltre delle vetture per i clienti rally internazionali, basate su 208 e C3. In questa disciplina è stata indirizzata anche la tedesca Opel, acquisita da PSA nel 2017, con la Corsa in configurazione R4 e in quella totalmente elettrica, protagonista di un trofeo pronto a partire quest'anno.
Dal lato dell'ex FCA, purtroppo, il quadro sportivo era scarno: la partecipazione Alfa Romeo in Formula 1 è legata alla sponsorizzazione della Sauber, che resta una struttura indipendente, seppur il team svizzero (motorizzato Ferrari) abbia collaborato allo sviluppo della Giulia stradale nelle versioni più estreme, GTA e GTAm. L'accordo con la Sauber scadrà alla fine di quest'anno, va capito se Stellantis abbia interesse a proseguire il sodalizio.
Per la Maserati è prevista una versione GT4 della MC20, la supercar con telaio in carbonio e motore V6 turbo da 630 cavalli presentata qualche mese fa, che molto ha beneficiato del know-how Ferrari. Abarth, il braccio armato Fiat, è rappresentata nei rally con la 124 R-GT, con una classifica dedicata nell'Europeo, ma il modello di serie è ormai uscito di produzione. Il marchio dello Scorpione, comunque, è sempre applicato sui propulsori di Formula 4 nei campionati di Italia, Germania e Spagna, i più quotati della categoria.
Estinta da tempo, purtroppo, l'anima "racing" di Lancia, ma gli appassionati non hanno mai smesso di sognare di rivederla nel WRC come ai bei tempi, con un'erede della mitica Delta Integrale. Il presupposto, però, è quello di una gamma adeguata, che (forse) sotto la galassia Stellantis potrà essere ricostruita sfruttando le future sinergie. A scanso di equivoci siamo assolutamente nel campo delle fantasie, peraltro non realizzabili in tempi brevi. E anche il fronte americano, ad oggi, è quasi assente dalle gare: FCA ha ritirato Dodge dalla Nascar già nel 2012, poi la Viper dalle gare GT. Resta solo il coinvolgimento nella specialità dei dragster, spettacolare ma molto legata al contesto d'Oltreoceano.
La creazione di Stellantis porterà nuova linfa per l'offensiva sul mercato, pensando soprattutto ai marchi italiani, e in un processo cruciale come l'elettrificazione. Ci saranno effetti benefici anche in ambito sportivo? Sognare, per adesso, non costa nulla.