24 Set [14:47]
Ticktum la spara grossa:
accusa Schumi e Prema, poi cancella...
Jacopo Rubino
Per certi versi sarebbe quasi da capirla, la frustrazione di Dan Ticktum: il titolo 2018 del FIA Formula 3 European Championship gli sta sfuggendo clamorosamente di mano, travolto dall'ascesa di Mick Schumacher. A Spielberg il tedesco ha completato la sua rincorsa al vertice, portandosi da -3 a +49 nei confronti del pupillo Red Bull, che solo qualche settimana fa sembrava destinato a scrivere il proprio nome nell'albo d'oro. Ma ieri, a motori spenti, attraverso Instagram ha scritto parole che lasciano grossi dubbi sulla sua capacità di accettare le sconfitte.
"Non mi piace puntare il dito contro qualcuno, ma ad essere onesto questo weekend la macchina non era competitiva. Questioni di assetto, principalmente, visto che nell'ultima corsa abbiamo migliorato la vettura e in fretta sono passato da settimo a quarto. Rispetto ai primi due, però, nessuno sulla griglia ha una chance, nemmeno i loro compagni di squadra che sono validi piloti. Definirei il loro passo 'interessante', e conto che in tanti nel paddock siano d'accordo", si leggeva. Perché il post è stato poi cancellato, a fronte dell'ondata di reazioni negative da parte degli utenti e forse di un saggio consiglio del suo management. Ma nel web, una volta che si pubblica, non si torna indietro.
Le insinuazioni lanciate da Ticktum erano nascoste fra le righe, ma non si fa fatica a capire a chi fossero riferite: a Schumacher e a Robert Shwartzman, i due alfieri della Prema che, almeno dal Nurburgring, hanno mostrato di avere una marcia in più sul resto del gruppo. Il figlio di Michael ha ottenuto cinque successi consecutivi, sempre accompagnato sul podio dal russo che nella gara 3 austriaca è finalmente salito in cattedra centrando la sua prima vittoria stagionale. Ticktum ha quasi lasciato intendere che ci siano favoritismi di tipo tecnico nei loro confronti, affermazioni pesanti che non sono supportate da prove concrete.
"Potrebbero avere una mappatura speciale di motore, o qualcosa del genere. Non ho mai detto che sia illegale. Quello accadeva tre anni fa", ha aggiunto rispondendo ad un utente. Peggiorando le cose: Ticktum sostiene che nel 2015 ad avere una monoposto irregolare fosse Lance Stroll, mattatore di quella stagione sempre con la Prema. In un altro messaggio, Dan ha un po' corretto il tiro: "Ho grande rispetto per Mick, ho solo fatto notare che sia spuntato dal nulla. Non ho mai detto che sia irregolare. Non sapete la verità perché non siete in pista analizzando i dati, la vostra opinione non è valida. Ripeto, se non avete qualcosa di costruttivo da dire, toglierò i vostri commenti dalla mia pagina. Se volete parlare con me e avete domande, scrivetemi in privato". Ma la conclusione era stata abbastanza antipatica: "Purtroppo sto combattendo una battaglia persa, il mio cognome non è Schumacher". Dimenticando che fino a qui, per il suo avversario, il cognome è stato soprattutto un peso e una fonte incredibile di pressione con cui convivere, viste le aspettative.
In verità, Ticktum ha molto da rimproverare a se stesso: innanzitutto perché al Red Bull Ring è stato battuto anche da Juri Vips e Jonathan Aberdein, team mate in casa Motopark, dimostrando che dalla sua Dallara-Volkswagen potesse essere tirato fuori di più. In gara 3, ad esempio, il sudafricano lo ha tenuto abbastanza facilmente a bada per assicurarsi il terzo posto. E giusto alla vigilia, Dan aveva ammesso che le voci di un suo passaggio in F1 per il 2019 siano state una fonte di distrazione: "Non direi che mi abbiano danneggiato, ma un paio di situazioni le avrei gestite in modo diverso se non ci avessi pensato", aveva detto a Motorsport.com. Lo sfogo su Instagram era ben lontano dal considerare questa componente.
Chissà cosa ne pensa Helmut Marko, talent scout Red Bull che è intenzionato a portare Ticktum sulla Toro Rosso per il 2019: questione Superlicenza esclusa, è un salto che, per come stanno andando le cose, sembra ancora troppo grande da affrontare. Non tanto a livello di talento puro, quanto di maturità. Forse certe scorie del suo passato (il fattaccio di Silverstone in British F4, che nel 2015 gli costò un anno di squalifica) non sono state del tutto smaltite.