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1 Ago [18:00]

Un immenso Pier Guidi regala
la vittoria alla Ferrari di Iron Lynx

Da Spa - Mattia Tremolada - Foto Speedy

Non bastano gli aggettivi per descrivere la prestazione di Alessandro Pier Guidi nella 24 ore di Spa-Francorchamps 2021. Proprio quando sembrava prospettarsi un finale in discesa per la Ferrari di Iron Lynx (supportata da AF Corse), il team WRT si è inventato una mossa strategica eccezionale, prevedendo l’imminente arrivo del temporale, che ha colpito il circuito belga a 55 minuti dalla fine, e montando le gomme da bagnato quando ancora non era caduta nemmeno una goccia di pioggia. Il muretto Ferrari è invece stato lento a reagire, unica pecca in una corsa perfetta, fermando Pier Guidi con un giro di ritardo. Il pilota italiano ha così perso la leadership, accodandosi dietro la safety car, con tre vetture tra sé e il nuovo leader Dries Vanthoor.

Alla ripartenza Pier Guidi si è dovuto liberare prima di Aurelien Panis e poi di Sandy Mitchell. Da quel momento ha iniziato a volare sulla pista allagata, riducendo giro dopo giro il margine che lo separava dal leader. Da 5”4 a 4”3, 2”9, 2”1, 1”6 e infine l’aggancio con il leader. Un breve momento utile per studiare la situazione e poi alla prima occasione Pier Guidi si è affiancato all’esterno di Vanthoor a Blanchimont, nel punto più difficile e pericoloso del tracciato, specialmente sulla pista bagnata. Vanthoor ha tentato di resistere ma nulla ha potuto per contenere lo scatenato pilota italiano, che a dieci minuti dal termine ha ripreso la testa della corsa con una manovra da cineteca. Da quel momento ha allungato subito sul belga, e incapace di reagire e poi relegato a 4 secondi di distanza nelle battute finali.

Una vera e propria lezione di guida sulla pista bagnata quella di Pier Guidi, strepitoso nella rincorsa ad un comunque velocissimo Vanthoor, i due erano di gran lunga i più veloci sotto la pioggia battente, con il belga lasciato poi sul posto con un sorpasso aggressivo, certamente rischioso, ma chirurgico e perfettamente misurato, che ha sferzato un colpo micidiale al rivale, mettendolo ko in una sola mossa. All’undicesima partecipazione nella maratona delle Ardenne Pier Guidi conquista così il primo successo assoluto in una 24 ore, che va ad aggiungersi alle vittorie in classe Pro-Am nella 24 ore di Spa 2012, in classe GTD alla 24 ore di Daytona 2016, in classe GTE PRO alla 24 ore di Le Mans 2019. Ormai diventato il punto di riferimento dei programmi Ferrari GT, Pier Guidi mette così la ciliegina sulla torta al titolo del GT World Challenge Endurance conquistato nella passata stagione, confermandosi come uno dei piloti italiani più in forma al momento.



È arrivato anche il primo successo di grande prestigio per il team Iron Lynx di Sergio Pianezzola e Andrea Piccini, che, ironia della sorte, aveva vinto la 24 ore di Spa proprio con Audi nel 2012. Una vittoria che sigilla così quella che fino a questo momento era stata una crescita esponenziale della squadra di Cesena, culminata proprio nel programma semi-ufficiale Ferrari nel GT World Challenge. Una prestazione quasi perfetta quella, con cui la Ferrari #51 ha ottenuto il bottino pieno di punti, transitando in prima posizione nei traguardi intermedi delle 6 e delle 12 ore di gara, racimolando in totale 49 punti pesantissimi in ottica classifica. Nemmeno il brutto incidente che ha coinvolto Davide Rigon, mettendo subito fuori gioco la 488 #71, ha fermato Iron Lynx, che con una sola punta è riuscita a fronteggiare la temibile armata Audi.

Con Pier Guidi sul gradino più alto del podio sono saliti il giovane Nielsen, prodotto del Ferrari Challenge (di cui è stato campione europeo e mondiale nel 2018), nonché vincitore del titolo ELMS GTE e del FIA WEC in GTE AM nel 2020. Classe 1997, il danese ha puntato tutto sulle corse GT, entrando presto nelle grazie di Ferrari. Oggi Nielsen ha mostrato grande carattere, tenendo a bada un pilota aggressivo ed esperto come Kelvin Van der Linde, e gestendo alla grande la pressione al comando di una corsa così prestigiosa. Primo successo nella classica delle Ardenne anche per Come Ledogar, già campione dell’allora Blancpain GT Endurance Cup nel 2016, stagione in cui ha fatto il bis con il titolo della Porsche Carrera Cup Italia, arrivato un anno dopo quello nel campionato francese, in cui quest’anno schiera il proprio team.



Sconfitti sulla pista di casa Vanthoor, Charles Weerts e tutto il team WRT, oltre al sudafricano Van der Linde, punta di diamante del programma Audi GT. L’equipaggio della R8 #32 può comunque ritenersi pienamente soddisfatto della propria prestazione, che li ha visti risalire di forza dalla 55esima casella della griglia di partenza, arrivando a giocarsi la corsa. Impeccabile la strategia del muretto box, che ha prima permesso alla vettura di portarsi in top-15 sfruttando il caos del primo scroscio di pioggia, arrivato nel corso della seconda ora, e poi con il capolavoro finale, rovinato soltanto da Pier Guidi.

Chiude a pieni giri anche l’Aston Martin di Garage 59 guidata dai due piloti danesi Nicki Thiim e Marco Sorensen, appiedati dalla chiusura del programma GTE PRO della casa inglese dopo aver conquistato il titolo piloti del FIA WEC. L’Aston #95 è stata la sorpresa della gara, grazie anche ad un Ross Gunn in splendida forma. Nato il 1° gennaio del 1997, il pilota inglese è un prodotto di casa Aston, allevato prima in GT4 e poi portato sulle auto di punta della casa in GT3 e GTE.

Staccate addirittura di 2 giri le altre vetture, con la seconda Audi-WRT di Frijns-Muller-Lind, in testa nelle prime fasi, che ha chiuso davanti alla Porsche di Martin-Tandy-Vanthoor, con quest’ultimo costretto a saltare l’ultimo terzo di gara dopo aver riportato la rottura del setto nasale in un incidente nel paddock, dove è stato travolto da un quad mentre era alla guida del proprio monopattino elettrico. Anche le Audi dei team Sainteloc e Attempto (con Mattia Drudi alla guida), hanno chiuso in top-10, separate dalla McLaren di casa Jota, trascinata da un grande Ben Barnicoat, che nel finale ha avuto la meglio di Andrea Caldarelli.


Foto Maggi

La Lamborghini di casa FFF ha disputato una corsa di altissimo livello, mantenendo a lungo la prima posizione, ma ben tre drive through, due dei quali causati dall’eccessiva velocità in pit lane, e l’altro da un contatto con un doppiato, hanno messo fine alle loro speranze di vittoria. Nel finale Caldarelli ha anche vissuto un momento di panico, quando la sua Huracan si è fermata lungo la pit lane, ripartendo solamente dopo un reset completo. Chiude la top-10 la Mercedes di AKKA di Fraga-Tereschenko-Auer, che consola parzialmente la squadra francese della perdita della AMG GT di punta del poleman Raffaele Marciello, fermata dalla rottura di un ammortizzatore.

Sul bilancio di casa Lambo ha ovviamente pesato duramente la perdita di due vetture di Emil Frey nelle prime fasi, mentre dopo aver brillato in qualifica con Ricardo Feller, la Huracan #14 è rimasta attardata in gara. La casa di Sant'Agata bolognese sale comunque sul podio di classe Pro-Am con il team Barwell, grande specialista della 24 ore di Spa, in cui (ad eccezione del 2017) non manca il podio ormai dal 2014. La vittoria di classe è invece andata alla Ferrari di AF Corse di Duncan Cameron, Miguel Molina, Rino Mastronardi e Matt Griffin. Quest'ultimo è tornato in azione nel migliore dei modi dopo aver saltato la gara di Monza dell'ELMS per la perdita del padre, venendo sostituito da Pier Guidi. La 488 gemella di Louis Machiels, Joan Wartique, Andrea Bertolini e Alessio Rovera completa la doppietta Ferrari, mentre l'esemplare di Tempesta Racing ha chiuso quarto a soli tre secondi di ritardo dal podio con Eddie Cheever, Mattei Cressoni, Chris Froggatt e John Hui.



Corsa di altissimo livello per la Mercedes di Madpanda, dominatrice di classe Silver Cup. Il titolare Ezequiel Perez Companc ha guidato i compagni Ricardo Sanchez, Rik Breukers e Patrick Kujala in 11esima posizione assoluta, battendo l'AMG GT gemella di Toksport e l'Aston Martin di Garage 59. Vittoria del team Hägeli by T2 in classe Am, con la Porsche #166 che ha ereditato il successo dall'altra 911 di casa Huber, in seguito al botto di Niki Leutwiler al Raidillion, nonostante una sosta di un'ora e mezza per una riparazione in seguito ad un incidente di Manuel Lauck.

Domenica 1 agosto 2021, classifica finale

1 - Pierguidi-Nielsen-Ledogar (Ferrari) - Iron Lynx - 556 giri in 24h01’16”544
2 - D.Vanthoor-K.Van der Linde-Weerts (Audi) - WRT - 3”978
3 - Thiim-Sorensen-Gunn (Aston Martin) - Garage 59 - 1’24”957
4 - Lind-Frijns-N.Müller (Audi) - WRT - 2 giri
5 - Martin-L.Vanthoor-Tandy (Porsche) - KCMG - 2 giri
6 - Winkelhock-Niederhauser-Haase (Audi) - Sainteloc - 2 giri
7 - Bell-Wilkinson-Barnicoat (McLaren) - Jota - 2 giri
8 - Bortolotti-Mapelli-Caldarelli (Lamborghini) - FFF - 2 giri
9 - Mies-Drudi-Marschall (Audi) - Attempto - 2 giri
10 - Boguslavskiy-Fraga-Auer (Mercedes) - AKKA - 4 giri
11 - Perez Companc-Sanchez-Breukers-Kujala (Mercedes) - Madpanda - 5 giri
12 - Liberati-Burdon-Imperatori (Porsche) - KCMG - 6 giri
13 - Tunjo-Petit-Dienst-Jefferies (Mercedes) - Toksport - 6 giri
14 - Hasse Clot-Kjaergaard-MacDowall-Tujula (Aston Martin) - Garage 59 - 6 giri
15 - Lavergne-Aka-Hofer (Audi) - Attempto - 6 giri
16 - Molina-Mastronardi-Cameron-Griffin (Ferrari) - AF Corse - 6 giri
17 - Wartique-Rovera-Machiels-Bertolini (Ferrari) - AF Corse - 7 giri
18 - Chaves-Ramos-Machitski-Mitchell (Lamborghini) - Barwell - 9 giri
19 - Froggatt-Hui-Cheever-Cressoni (Ferrari) - Tempesta - 9 giri
20 - Triller-Harker-W.Bamber-Rivas (Porsche) - EBM- 9 giri
21 - Arnold-Born-Mettler-Love (Mercedes) - SPS - 9 giri
22 - Pull-Colapinto-Goethe (Audi) - WRT - 10 giri
23 - Gachet-Drouet-Tereschenko-Umbrarescu (Mercedes) - AKKA - 11 giri
24 - Tomita-Bird-Eriksen (Audi) - WRT - 11 giri
25 - Kurtz-Braun-Pierburg-Baumann (Mercedes) - SPS - 12 giri
26 - A.Renauer-R.Renauer-Au-Allemann (Porsche) - Herbert - 14 giri
27 - Buus-Kern-Apotheloz-Santamato (Porsche) - Allied - 14 giri
28 - Millroy-Iribe-Madsen-Pepper (McLaren) - Inception - 19 giri
29 - Panis-Cougnaud-Prette-Legeret (Audi) - Sainteloc - 22 giri
30 - Perel-Hites-Crestani (Ferrari) - Rinaldi - 23 giri
31 - Fontana-Ineichen-Feller (Lamborghini) - Emil Frey - 29 giri
32 - Kohmann-Zollo-Roda-Fumanelli (Ferrari) - Kessel - 31 giri
33 - Decurtins-Lauck-Basseng-Busch (Porsche) - Hägeli - 38 giri
34 - Ry.Collard-Ro.Collard-De Haan-Schiller (Mercedes) - Ram - 82 giri
35 - Ojjeh-Liebhauser-Klingmann-Zimmer (BMW) - Boutsen Ginion - 117 giri
36 - Engel-Stolz-Abril (Mercedes) - HRT - 125 giri
37 - Buhk-Götz-Catsburg (Mercedes) - HubAuto - 148 giri
38 - Leutwiler-Jacoma-Schell-Menzel (Porsche) - Huber - 161 giri

Giro più veloce: Nicki Thiim in 2’18”654.

Ritirati
Pla-Bastian-Grotz-Scholze (Mercedes) - GetSpeed
Zimmermann-Galbiati-Schmid-Di Folco (Lamborghini) - Grasser
Marciello-Juncadella-Gounon (Mercedes) - AKKA
Cairoli-Bachler-Engelhart (Porsche) - Dinamic
De Pauw-Jean-White-Panciatici (Bentley) - CMR
Goodwin-West-Eastwood-Kirchhöfer (Aston Martin) - Garage 59
Olsen-Makowiecki-Christensen (Porsche) - Schnabl
Campbell-E.Bamber-Jaminet (Porsche) - GPX
Van Berlo-Moulin-Nemoto-Rump (Lamborghini) - VSR
S.Van der Linde-Wittmann-Pittard (BMW) - Walkenhorst
Glock-Tomczyk-Neubauer (BMW) - Walkenhorst
Keen-Hamaguchi-Costantini-Baguette (Lamborghini) - FFF
Ward-Grenier-Ellis (Mercedes) - Winward
Green-Hutchison-Tambay (Audi) - Sainteloc
Dumas-Rizzoli-Pedersen (Porsche) - Dinamic
Dontje-Assenheimer-Haupt-Beretta (Mercedes) - HRT
Lappalainen-Aitken-Rougier (Lamborghini) - Emil Frey
Altoè-Perera-Costa (Lamborghini) - Emil Frey
Fuoco-Ilott-Rigon (Ferrari) - Iron Lynx
S.Müller-Estre-Lietz (Porsche) - Rutronik
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