15 Dic [12:46]
Vettel-Ferrari, il viaggio è concluso:
"Gli ultimi sei anni sono stati speciali"
Jacopo Rubino
Sulla corsa, poco da spiegare. Chiusa fuori dai punti, ad epilogo e riassunto di un campionato difficile. "Non parliamo della gara", ha tagliato corto lui stesso. Ma il Gran Premio di Abu Dhabi, per Sebastian Vettel, significava molto più di quanto dicesse la pista: ha concluso ufficialmente l'avventura in Ferrari, con un mix di sollievo e nostalgia. "Gli ultimi sei anni per me sono stati speciali. L'inizio è stato un sogno, la fine un po' triste", ha sintetizzato.
Iniziata nella consapevolezza di essere già fuori squadra per il futuro, la stagione 2020 per il quattro volte iridato si è rivelata una via crucis. Poche le soddisfazioni al volante della SF1000, una vettura con cui non ha mai trovato fiducia, ma lo splendido podio centrato in Turchia è servito a dare dignità a questo lungo cammino d'addio.
Un netto contrasto ripensando all'arrivo a Maranello, a quando Vettel venne ingaggiato come uomo della riscossa, per riprendersi quel Mondiale che resta ancora una chimera. Oggi più che mai. Il titolo è stato accarezzato nel 2017 e 2018, occupando a lungo la vetta della classifica, ma sul lungo periodo Lewis Hamilton e la Mercedes sono rimasti imbattibili. Hanno pesato alcuni errori di guida, ma sarebbe ingiusto (nonché prova di scarsa memoria) addossare a Seb tutte le responsabilità di quelle sconfitte.
La Ferrari e il team principal Mattia Binotto hanno visto in Charles Leclerc il pilota su cui puntare, probabilmente a ragione, persino a costo di sacrificare l'ormai ex leader. Ma lo stesso monegasco gli deve tanto: "È una bella persona e un pilota fantastico, che mi ha spinto sempre a migliorare", ha raccontato del suo compagno. "È stato molto importante averlo dall'altra parte del box negli ultimi due anni e gli auguro il massimo per il futuro".
Per Vettel la prossima sfida sarà marchiata Aston Martin, messo al centro del progetto imbastito da Lawrence Stroll. Un pezzo di lui resterà comunque rosso: commovente la canzoncina intonata domenica appena tagliato il traguardo, una versione rivisitata di "Azzurro" di Adriano Celentano non memorabile per esecuzione, ma splendida per intenzioni. Un gesto che la dice lunga su quanto Sebastian Vettel abbia amato la Ferrari, cresciuto nel mito del suo idolo e mentore Michael Schumacher.
Sognava di replicarne le gesta, ma quella missione, per innumerevoli ragioni, non è stata portata a termine. Gli rimarrà però l'affetto del pubblico italiano, magari anche di chi durante il dominio in Red Bull lo considerava soltanto un "nemico", e di tutti coloro che hanno lavorato con lui dal 2015. "Quello che porterò con me sono i gesti dei ragazzi del team, dei meccanici, degli ingegneri e di tutti quelli che formano questa squadra. Penso ci fosse tanta energia positiva oggi, l'ho percepita e la porterò nel mio cuore per sempre", ha raccontato.
E poi, al di là delle recenti difficoltà in pista, ci sono numeri dell'esperienza ferrarista che è giusto ricordare: 14 vittorie, alcune splendide, 55 podi totali, 12 pole-position. Vettel saluta comunque da terzo alfiere del Cavallino più vincente di sempre, dietro solo a Schumi e Niki Lauda. Non va dimenticato. Ora comincia un nuovo capitolo.