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13 Ott [14:42]

Webber si ritira dalle corse

Massimo Costa

Quando sabato 19 novembre ad Al Sakhir il sole starà calando dietro le dune e gli stanchi box che hanno ospitato la 6 Ore conclusiva del WEC 2016 in Bahrain si svuoteranno, il motorsport dovrà fare i conti con l'uscita di scena in grande stile di un pilota che ha lasciato il segno ovunque sia passato: Mark Webber. Gran professionista, il 40enne australiano ha deciso di fermarsi dopo 23 anni di carriera. Nel suo brillante curriculum, il ruolo di pilota ufficiale Mercedes e Porsche nell'Endurance che lo ha consacrato campione del mondo nel 2015, in mezzo 215 Gran Premi di F.1 di cui nove vinti.

Webber ha guidato per un altro costruttore di grande pregio nella massima formula, la Jaguar, poi ha contribuito alla crescita del team Red Bull portandolo dall'occupare la metà degli schieramenti di partenza a dominare totalmente il Mondiale F.1, classificandosi per tre volte terzo e perdendo un titolo iridato all'ultima gara nel 2010. E non vanno dimenticati il terzo e secondo posto nei due anni in cui ha partecipato alla F.3000 internazionale. Tanta roba, insomma.

Non sono mancati nella carriera di Mark gli incidenti terribili, come i ben due decolli subìti con la Mercedes alla 24 Ore di Le Mans del 1999 e un ulteriore volo inquietante in F.1 sul tracciato cittadino di Valencia nel 2010. Tutti fortunatamente terminati senza danni fisici. Di Webber si ricorda anche la guerra interna alla Red Bull con Sebastian Vettel, da lui ritenuto il favorito del team per quanto riguarda ordini di scuderia e quant'altro. Webber non ha mai avuto il talento naturale di un Vettel o un Alonso o un Hamilton, ma si è costruito anno dopo anno con intelligenza e determinazione, tanto lavoro, divenendo comunque uno dei più coraggiosi e migliori interpreti del Mondiale F.1.

Nato il 27 agosto 1976 nella sconosciuta e lontanissima cittadina australiana di Queanbeyan, nella regione del New South Wales, Webber dopo esperienze kartistiche locali, ha debuttato in formula nel 1994, a 18 anni, partecipando alla F.Ford australiana conclusa al tredicesimo posto. L'anno seguente è andata meglio classificandosi quarto e saggiando anche la più potente F.4000, conclusa in settima posizione. Il buon risultato in F.Ford lo ha portato in Gran Bretagna per il famoso Festival della categoria di fine anno riuscendo a salire sul terzo gradino del podio.

Nel 1996 è quindi rimasto in Gran Bretagna per correre nella F.Ford nazionale dove si è piazzato secondo e vincendo il Festival di fine stagione. Risultati importanti che hanno provocato l'interesse generale permettendogli il salto nel British F.3 col team Docking. Webber ha concluso il campionato al quarto posto brillando nel Masters F.3 di Zandvoort (terzo) e nel GP di Macao (quarto). Grazie a ciò e a un buon management, Webber è saltato direttamente nel mondo Endurance come pilota ufficiale Mercedes a 21 anni disputando il Mondiale FIA GT1 in coppia con Bernd Schneider. Risultato finale: vice-campione con cinque vittorie e la pole alla 24 Ore di Le Mans.

Nel 1999 è rimato in Mercedes concentrandosi sul progetto mirato alla 24 Ore di Le Mans della LMGTP che lo vedrà, però, protagonista di due drammatici incidenti. La vettura ha decollato letteralmente in qualifica e poi anche nel warm-up. Webber ne è uscito illeso, ma psicologicamente provato. Nel frattempo a fine anno ha saggiato per la prima volta una monoposto di F.1 testando la Arrows per due giorni a Barcellona.

Nel 2000 ha lasciato l'Endurance e con la European Arrows si è iscritto alla F.3000 internazionale: una vittoria a Silverstone e terza posizione finale dietro a Bruno Junqueira e Nicolas Minassian. A inizio del 2000, altri tre giorni di test a Silverstone con la Arrows F.1 mentre nel mese di settembre due giornate di prova a Estoril con la Benetton di Flavio Briatore che diverrà il suo manager. Nel 2001 ancora F.3000 con Super Nova. Tre le vittorie (Imola, Montecarlo, Magny-Cours), ma quattro ritiri nelle ultime quattro gare (con tre errori) gli hanno fatto perdere il passo del leader Justin Wilson e si è piazzato secondo. Webber però, quell'anno è entrato pesantemente in Benetton come tester svolgendo qualcosa come una trentina di giornate di prova tra Silverstone, Valencia, Magny-Cours e Barcellona.

Nel 2002, finalmente il debutto nel Mondiale F.1 a 25 anni. Guidava la Minardi di proprietà del connazionale Paul Stoddart e alla prima gara di Melbourne, in casa, grazie a una serie di coincidenze positive, Webber ha concluso quinto portando subito due punti al team. Nelle successive gare, ha sfiorato la top 10 in alcune occasioni meritandosi le attenzione della Jaguar che lo ha ingaggiato per il 2003. Tre sesti posti i migliori risultati che gli sono valsi il decimo posto finale e la conferma per il 2004. Stagione difficile però, Jaguar ha commesso vari errori, la monoposto non era granché e a fine anno ha ceduto tutto alla Red Bull.

Webber però, godeva ormai di ottime credenziali e la Williams non se lo è fatto scappare ingaggiandolo per due anni. Nel 2005 tanti i piazzamenti e a Montecarlo il primo podio, terzo. È decimo nella classifica finale e quattordicesimo nel 2006 al termine di una annata non facile per la Williams. Nel 2007, il passaggio alla Red Bull dove è rimasto fino al 2013 conquistando nove vittorie e tredici pole, giocandosi il mondiale fino all'ultima gara 2010, andato invece al compagno Vettel.

Nel 2014, il ritorno nel Mondiale Endurance da ufficiale Porsche con la LMP1. Un progetto iniziato da zero al quale Webber ha fornito un fondamentale apporto per lo sviluppo delle vetture. Dopo un primo anno senza vittorie, quattro i successi 2015 che gli sono valsi il campionato del mondo piloti assieme a Timo Bernhard e Brendon Hartley. Quest'anno, tre i primi posti fino ad ora ottenuti e il quarto in classifica generale con ancora tre gare da disputare: Fuji, Shanghai ed Al Sakhir. Poi, Webber appenderà al chiodo il suo indimenticabile casco giallo-blu-rosso e si dedicherà al ruolo di ambasciatore per la Porsche.
LP Racing