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25 Nov [13:54]

Webber spara a zero su
Horner, Marko e la Red Bull

Stefano Semeraro

Non le manda certo a dire, Mark Webber, nel libro appena uscito («Aussie Grit: My Formula One Journey») in cui parla della sua avventura nel Circus. In special modo nei confronti del suo ex team, la Red Bull, del suo compagno di squadra Vettel, e soprattutto di Chris Horner e Helmut Marko. Parlando ad esempio della sua vittoria a Monaco nel 2010 («forse il mio giorno più bello in F.1»), la seconda di fila di quella stagione dopo quella ottenuta in Spagna, il campione del mondo del WEC abbonda con le frecciatine, come riporta il sito della Espn. «Dopo la gara ha iniziato a circolare l'idea che Vettel voleva il mio telaio. Alla fine Chris Horner mi ha preso da parte e mi ha spiegato che aveva concesso a Marko di dire a Sebastian che aveva corso con un telaio incrinato – cosa che non era vera – per aiutarlo ad accettare il fatto che era stato battuto chiaramente, per la seconda gara di fila, dal vecchio australiano con l'altra Red Bull. Pareva che questo danneggiasse la sua fiducia in se sesso, che per Seb è tutto. Andava al di là della sua comprensione che io potessi batterlo così nettamente; per lui ci doveva essere un'altra spiegazione».

Le cose peggiorarono dopo l'incidente in Turchia che costò il ritiro a Vettel. Webber arrivò terzo e poi sentì Marko accusarlo apertamente mentre Horner, secondo Webber, non faceva nulla per tentare di mediare la situazione per timore di incorrere nella rabbia dell'uomo che faceva da collegamento fra lui e Mateschitz. «Per mantenere l'armonia nel team, nel quale erano coinvolte 800 persone, la cosa fondamentale era fare felice Marko, e di conseguenza fare felice la metà del box che si occupava di Vettel. Il team Webber era vecchio e scarso a sufficienza per capirlo, ma Christian pretendeva di sostenere che tutto veniva gestito in maniera equa, nonostante fosse evidente che le cose non andavano così. Noi volevamo solo dire la verità, ma non potevamo, e per me quello era un segnale di debolezza. È stato in quel periodo che ho iniziato a perdere rispetto per lui. Deve essere stato difficile per lui fare da portavoce per il team senza avere in realtà alcun potere all'interno della gerarchia».

Per chi fosse interessato al volume, disponibile anche in formato e-book con Kindle, qui se ne possono leggere altri estratti (in inglese) http://www.amazon.com/Aussie-Grit-Mark-Webber-ebook/dp/B00W6WVIG0

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