26 Apr [12:05]
Alexander Rossi avverte Alonso:
«Indy è tutta un'altra cosa»
Stefano Semeraro
La grandissima esperienza in F.1 non servirà a Fernando Alonso per correre la 500 Miglia di Indianapolis. Lo sostiene il pilota americano Alexander Rossi, quattro anni spesi in GP2 e da tester F.1 (al via anche di qualche Gran Premio) fra 2012 e 2015, che pure l'anno scorso ha vinto al suo primo tentativo la classica dell'Indiana. E che quest'anno sarà compagno di Alonso nell'avventura americana con il team Andretti.
«Arrivai qui convinto che gli anni in GP2 mi avrebbero aiutato, ma in termini di vetture non c'è nessun paragone possibile. È stupefacente come siano diverse da tutto il resto le monoposto e le gare della IndyCar. In GP2 ci sono grandi piloti e macchine molto veloci, e questo è un bene, ma in termini di velocità, di engineering e di stile di guida le somiglianze sono zero».
Rossi è, però, convinto che la scelta di Alonso aiuterà anche chi non segue le corse americane a capire «quanto sia interessante la IndyCar, quanto bello competere e, devo dirlo onestamente, quanto più divertente sia correre qui. Il fatto che Alonso sarà presente farà conoscere quanto è importante la 500 Miglia su scala mondiale, la sua decisione di sacrificare il GP di Monaco è un grosso punto di merito».
A sostegno del driver spagnolo ci saranno tutti i piloti del team Andretti che gli faranno da insegnanti: «Potrò essergli utile al simulatore e per ribadirgli in maniera molto diretta che qui tutto è diverso. Per quanto riguarda lo stile di guida degli ovali, credo che Ryan Hunter-Reay e Marco Andretti siano più qualificati di me, del resto conto ancora su di loro persino io quando corro su quei tracciati...».