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14 Giu [15:02]

24 Ore di Le Mans - Finale
Trionfo di Hulkenberg-Tandy-Bamber

Marco Cortesi

È vittoria, e doppietta, per la Porsche nell'83esima edizione della 24 Ore di Le Mans. Dopo un quinquennio di dominio ininterrotto da parte dell'Audi e delle sue creazioni più recenti, le 919 Hybrid versione 2015 hanno fatto il vuoto. Esattamente ciò che era loro richiesto. Vincere, battendo le "cugine" R18, e mettere in mostra la strategia di Stoccarda in termini di scelte tecniche, sportive e di piloti. A prevalere è stato il trio di debuttanti portato per la prima volta alla Sarthe. E a dar loro fastidio non sono certamente state le precipitazioni che hanno reso l'asfalto viscido nell'ultima ora.

Due di loro provenienti dal programma Junior, Nick Tandy ed Earl Bamber, che si sono aggiunti ad un Nico Hulkenberg in grande spolvero: nessuno si aspettava da lui meno che la perfezione, e questo è ciò che è arrivato. Da sottolineare anche la prova di Bamber, che era rimasto nel 2013 di fatto fuori dal motorsport di vertice. Il neozelandese è passato in poco più di una stagione dalla Porsche Supercup alla LMP1, ed è stato proprio lui a mettere a segno gli stint che hanno marcato gli allunghi decisivi.

Al secondo posto l'esemplare di Brendon Hartley, Timo Behrnard e Mark Webber. Ha pesato comunque il pesantissimo errore che ha visto l'equipaggio subire una penalità da 1 minuto per un sorpasso in "yellow zone". Nessuno come lui è stato in grado di gestire la 919, ma l'imperfezione della serata di sabato lo perseguiterà a lungo.

L'Audi è sembrata, per ampi tratti, la Porsche del 2014. Tanti problemini ed errori hanno afflitto la corsa delle R18 che hanno subito da subito la pressione. Anche se il passo gara in termini di tempi sul giro è apparso superiore. Terza, a tre giri, ha terminato la vettura i Fassler-Lotterer-Treluyer, rallentata da qualche guaio tecnico e da continui problemi al cofano posteriore, "esploso" in mattinata. Quarta la vettura di Di Grassi-Duval-Jarvis, mentre la numero 9 che vedeva al via anche Bonanomi, e che era a lungo stata la migliore in pista, si è vista rallentata da guai col sistema ibrido e con la frenata.

Sesta la prima delle Toyota. Le vetture giapponesi sono state affidabilissime, ma hanno mancato il colpo per prestazioni, costringendo tra l'altro i piloti a spingere in maniera pesante per tentare disperatamente di colmare il gap. Neanche da prendere in considerazione la Nissan. Quello che era stato venduto come un progetto rivoluzionario, con qualche ambizione di infastidire i top-team, si è trasformato prima in un confronto con le LMP2, poi in un test, e infine in un naufragio. I guai sono piovuti sulle GT-R Nismo fin da prima del via e nessuno degli esemplari è stato classificato. Indicativa la storia della vettura di punta, la numero 23. Partita dopo otto giri causa un problema alla frizione, è finita a fuoco nella penultima ora.

In LMP2, vari contrattempi accumulati durante la seconda metà della corsa non hanno impedito a Matt Howson, Nicolas Lapierre e Richard Bradley di conquistare il successo dopo avere dominato dall'inizio alla fine. L'Oreca 05-Nissan del team KCMG ha marciato come un orologio. Leader indiscusso è stato proprio Bradley, autore della pole e autore di stint grandiosi. Ottimo anche Lapierre mentre Howson si è tenuto lontano dagli errori che aveva commesso in passato. Si è chiuso al secondo posto il prodigioso recupero della Gibson del team Jota Sport. Gli uomini di Simon Dolan hanno rischiato di ripetere il successo dello scorso anno, terminando nello stesso giro dei vincitori. Eccellente l'ultimo stint di Oliver Turvey, che ha passato Sam Bird portando a casa la piazza d'onore.

Dall'incubo al sogno in casa Corvette. Dopo l'incidente che nelle libere aveva messo KO Jan Magnussen e la C7.R numero 63 del team ufficiale Pratt&Miller, l'unica vettura superstite ha conquistato la vittoria con Tommy Milner, Jordan Taylor ed Oliver Gavin. Qualificata piuttosto indietro anche a causa dei controlli effettuati per investigare il problema dell'esemplare gemello, la numero 64 si è imposta in recupero nonostante qualche problemino ai freni. Globalmente comunque, la solidità è stata eccezionale. Lasciate per strada entrambe le rivali più pericolose.

L'Aston Martin di punta, quella di Rees-MacDowall-Stanaway, è finita KO quando il brasiliano, uscito dai box con pastiglie dei freni nuove, ha centrato in staccata l'Oreca del team TDS. Un problema al cambio ha invece fermato la Ferrari di Bruni-Vilander-Fisichella con due ore alla fine, quando si trovava in testa. Sopravvissuta ad un incidente multiplo che l'aveva vista colpita dall'Audi di Duval, la 458 vincitrice nel 2014 ha chiuso terza, dietro all'esemplare gemello di Davide Rigon, James Calado ed Olivier Beretta. Fuori dai giochi le Porsche, colpite da una serie di problemi tecnici.

Davanti alle Ferrari AF Corse in GTE-Pro si è classificata la prima delle vetture della GTE-Am, la Ferrari SMP di Andrea Bertolini, Alexey Basov e Viktor Shaitar. A regalare il successo al modenese e al duo russo è stato Paul Dalla Lana. Il gentleman canadese è finito a muro con 45 minuti al termine, tradito dalla pista umida, con l'Aston Martin che aveva dominato in lungo e in largo con Pedro Lamy finita violentemente nelle barriere delle chicane Ford. Dopo una toccata di Shaitar, la 458 numero 72 sembrava fuori gioco. Va però rimarcata la prova spettacolare del portoghese, nonostante la varicella contratta in settimana. Al secondo posto si è issato Patrick Dempsey insieme a Patrick Long e Marco Seefried.

La classifica finale

1 - Hulkenberg-Tandy-Bamber (Porsche 919 Hybrid) - Porsche - 395 giri
2 - Bernhard-Webber-Hartley (Porsche 919 Hybrid) - Porsche - 1 giro
3 - Fassler-Lotterer-Treluyer (Audi R18 e-tron) - Audi - 2 giri
4 - Di Grassi-Duval-Jarvis (Audi R18 e-tron) - Audi - 3 giri
5 - Dumas-Jani-Lieb (Porsche 919 Hybrid) - Porsche - 4 giri
6 - Wurz-Sarrazin-Conway (Toyota TS040 Hybrid) - Toyota - 8 giri
7 - Rast-Albuquerque-Bonanomi (Audi R18 e-tron) – Audi - 8 giri
8 - Davidson-Buemi-Nakajima (Toyota TS040 Hybrid) - Toyota - 9 giri
9 - Howson-Bradley-Lapierre (Oreca 05-Nissan) - KCMG - 37 giri
10 - Dolan-Turvey-Evans (Gibson 015S-Nissan) - Jota - 37 giri
11 - Rusinov-Canal-Bird (Ligier JSP2-Nissan) - G Drive - 37 giri
12 - Yacaman-Derani-Gonzalez (Ligier JSP2-Nissan) - G Drive - 41 giri
13 - Chandock-Patterson-Berthon (Oreca 03R-Nissan) - Murphy - 48 giri
14 - Mediani-Markosov-Minassian (BR 01-Nissan) - SMP - 55 giri
15 - Brown-Van Overbeek-Fogarty (Ligier JSP2-HPD) - Extreme Speed - 56 giri
16 - Bellarosa-Ibanez-Perret (Oreca 05-Nissan) - Ibanez - 58 giri
17 - Gavin-Milner-Taylor (Chevrolet Corvette C7R) - Corvette - 58 giri
18 - Kraihamer-Abt-Imperatori (Rebellion R-One) – Rebellion - 59 giri
19 - Amberg-Ragues-Webb (Morgan-Nissan) - Pegasus - 61 giri
20 - Shaytar-Bertolini-Basov (Ferrari 458) – SMP - 63 giri
21 - Rigon-Calado-Beretta (Ferrari 458) - AF Corse - 63 giri
22 - Dempsey-Long-Seefried (Porsche 911 RSR) - Dempsey - 64 giri
23 - Beche-Heidfeld-Prost (Rebellion R-One) – Rebellion - 65 giri
24 - Sweedler-Bell-Segal (Ferrari 458) - Scuderia Corsa - 65 giri
25 - Bruni-Vilander-Fisichella (Ferrari 458) - AF Corse - 65 giri
26 - Perrodo-Collard-Aguas (Ferrari 458) - AF Corse - 65 giri
27 - Nygaard-Sorensen-Thiim (Aston Martin Vantage) - Aston Martin - 65 giri
28 - Sharp-Dalziel-Henemeier (Ligier JSP2-HPD) - Extreme Speed - 66 giri
29 - Nicolet-Maris-Merlin (Ligier JSP2-Nissan)- OAK - 67 giri
30 - Lietz-Christensen-Bergmeister (Porsche 911 RSR) - Manthey - 68 giri
31 - Mann-Giammaria-Cressoni (Ferrari 458) - AF Corse - 69 giri
32 - Krohn-Jonsson-Barbosa (Ligier JSP2-Nissan) - Krohn - 72 giri
33 - Aleshin-Ladygin-Ladygin (BR 01-Nissan) - SMP - 73 giri
34 - Rees-MacDowall-Stanaway (Aston Martin Vantage) - Aston Martin - 75 giri
35 - Chen-Vannelet-Parisy (Porsche 911 RSR) - AII - 75 giri
36 - Al Faisal-Giermaziak-Avenatti (Ferrari 458) - JMW - 75 giri
37 - Chen-Kapadia-Maasen (Porsche 911 RSR) - AII - 79 giri

Non classificati
Dalla Lana-Lamy-Lauda (Aston Martin Vantage) - Aston Martin
Trummer-Kaffer-Monteiro (CLM P1-AER) - ByKolles
Tinknell-Buncombe-Krumm (Nissan GT-R LM Nismo) - Nissan

Ritirati
Cumming-Vanthoor-Estre (Ligier JSP2-Nissan) - OAK
Bleekemolen-Keating-Miller (SRT Viper GTS-R) - Riley
Leventis-Watts-Kane (Dome-Nissan) - Strakka
Griffin-Cameron-Mortimer (Ferrari 458) – AF Corse
Pla-Mardenborough-Chilton (Nissan GT-R LM Nismo) - Nissan
Thiriet-Badey-Gommendy (Oreca 05-Nissan) - Thiriet by TDS
Castellacci-Goethe-Hall (Aston Martin Vantage) - Aston Martin
Ragues-Webb-Amberg (Morgan Evo-Sard) - Morand
Matsuda-Ordonez-Shultzhitskiy (Nissan GT-R LM Nismo) - Nissan
Panciatici-Chatin-Capillaire (Alpine-Nissan) - Signatech
Turner-Mucke-Bell (Aston Martin Vantage) - Aston Martin
Roda-Ruberti-Poulsen (Corvette C7-R) - Larbre
Hirsch-Paletou-Lancaster (Gibson 015S-Nissan) - Greaves
Ried-Al Qubaisi-Bachler (Porsche 911 RSR) - Proton
Pilet-Henzler-Makowiecki (Porsche 911 RSR) - Manthey