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18 Apr [15:48]

Addio a Giorgio Pianta
un grande delle corse

Guido Rancati

L'ultima aggressione, quella di una broncopolmonite, gli è stata fatale. Era da tempo che Giorgio Pianta aveva smesso di difendersi, forse da quel giorno ormai lontano nel quale, con un cinismo destinato a diffondersi, un qualche manager del gruppo Fiat gli aveva comunicato la decisione di togliergli il comando dell'Abarth. Intimandogli di liberare l'ufficio e riconsegnare il telefonino aziendale mentre si apprestava ad affrontare l'ennesima trasferta alla testa dell'armata alfista.
Pilota eclettico, capace di farsi valere in pista e su strada, il milanese s'era costruito una bella carriera gareggiando – e spesso vincendo – con le auto più disparate. Le sue gesta con Opel e Alfa, ma anche Ferrari e Autobianchi, e la sua sensibilità l'avevano poi trasformato in prezioso collaudatore della Lancia ed era stato lui a svezzare sul tracciato de La Mandria le mitiche Lancia Rally e le varie versioni della Delta destinate a dominare nel mondiale. Diventato numero uno dell'Abarth, non era riuscito a convincere i vertici aziendali a dare un seguito alla presenza di un marchio che qualcuno aveva già deciso di ridimensionare fin quasi a farlo sparire nella serie iridata. Però aveva ottenuto che il rilancio dell'Alfa passasse anche attraverso le corse e in quest'ottica s'era battuto per portare il Biscione a imporsi nel leggendario Dtm “perché – diceva – l'Alfa doveva confrontarsi con le maggiori Case tedesche proprio nel campionato più esasperato e popolare in Germania”.
Adesso che la sua avventura terrena è giunta al capolinea, è quasi inevitabile immaginarlo mentre, sorridente, continua lassù a rievocare vittorie e sconfitte e a narrare con la sua verve aneddoti ai tanti, troppi che l'hanno preceduto. E che di certo lo stavano aspettando.
Ciao Giorgetto, mancherai a tutti quelli che hanno amato e che amano le corse.

Nella foto Photo 4, Giorgio Pianta con Miki Biasion negli anni ruggenti della Lancia nei rally
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