31 Dic [15:40]
Antonelli e Minì, l'Italia
vi guarda e vi aspetta in F1
Massimo Costa
Si chiamano Gabriele Minì ed Andrea Kimi Antonelli. Rispettivamente, hanno 17 anni il ragazzo di Palermo (nato il 20 marzo 2005), e 16 anni il giovane di Bologna (nato il 25 agosto 2006). Sono loro che, alla luce dei risultati ottenuti nelle serie minori che hanno frequentato, e per il peso dei management che stanno accompagnando la loro carriera, i due piloti italiani che possono rappresentare il futuro del tricolore in F1. Certo, è presto, molto presto per lanciarsi in simili affermazioni, ma per quanto hanno mostrato fino ad ora, il semaforo che porta alla scalata verso la cima del motorsport è verde.
Ci sono stati periodi in cui la F1 abbondava di piloti italiani, e così le categorie addestrative come la GP2 e la World Series Renault 3.5. Ma anno dopo anno, per una serie di circostanze che hanno coinvolto una economia nazionale non felice, errori nella gestione di alcuni piloti, periodi in cui mancavano veri talenti, la bandiera italiana è sparita dal Mondiale F1. Giancarlo Fisichella (229 GP disputati tra il 1996 e il 2009) e Jarno Trulli (252 GP disputati tra il 1997 e il 2011) sono stati gli ultimi veri protagonisti, seguiti a ruota da Vitantonio Liuzzi (al via in 80 GP tra il 2005 e il 2011). In mezzo, le meteore Gianmaria Bruni (un solo anno nel 2004) e Giorgio Pantano, anche lui presente nel 2004, due ragazzi che avrebbero meritato tantissimo, ma che per diversi motivi non ce l'hanno fatta e ancora oggi c'è rimpianto per non averli visti protagonisti per lungo tempo.
Poi, un lungo silenzio, interrotto da Antonio Giovinazzi, vice campione GP2, 62 partenze nel periodo 2017-2021, tenuto inutilmente in panchina per ben due anni dalla Ferrari che aveva creduto in lui, ma non fino in fondo. In mezzo, tanti piloti italiani come Ronnie Quintarelli (che si è costruito una carriera in Giappone), Luca Filippi, Enrico Toccacelo, Marco Bonanomi, Edoardo Mortara, Davide Valsecchi, Davide Rigon, Andrea Caldarelli, Raffaele Marciello Mirko Bortolotti, che la F1 l'hanno annusata, l'avrebbero meritata, ma il salto decisivo non si è verificato. Recentemente le speranze si erano concentrate su Luca Ghiotto, protagonista assoluto in F2 dopo essere stato vice campione GP3, Alessio Lorandi e Leonardo Pulcini, podi e vittorie nel campionato GP3, poi su Matteo Nannini e Lorenzo Colombo, con acuti in F3 ed Eurocup Renault 2.0, ma per loro la chiamata giusta non è mai arrivata.
E così si è creato un vuoto enorme nel panorama tricolore del motorsport riferito alle formule, ma almeno tanti dei nomi sopra citati, a conferma del loro talento, hanno successivamente trovato soddisfazioni e gloria nel mondo del DTM, del Gran Turismo o dell'Endurance, divenendo punti di riferimento importanti per grandi costruttori come Ferrari, Lamborghini, Toyota, Nissan, Audi e Mercedes.
Minì e Antonelli al momento sono dunque coloro che godono dei maggiori pronostici per tentare la scalata alla F1. Minì si è guadagnato la fiducia della All Road Management di Nicolas Todt quando ancora gareggiava in kart, dove era un vincente. Nel 2020 ha debuttato in monoposto col team Prema e subito ha vinto il campionato italiano di F4 con quattro successi, dodici podi, cinque pole. E' quindi salito nella Regional by Alpine con il team ART e dopo un primo anno chiuso in settima posizione, e con quattro podi, nella seconda stagione è risultato vice campione con tre vittorie e tre pole all'attivo. Nel 2023 sarà in F3 col team Hitech ed è inutile aggiungere che Todt crede molto in Gabriele. Il percorso disegnato fino ad ora per lui è stato perfetto, senza salti frettolosi da una serie all'altra. Passo dopo passo, esperienza dopo esperienza, chilometro dopo chilometro.
Antonelli è l'altra speranza italiana ed anche lui ha alle spalle un supporto di grande peso come la Mercedes. Che si è interessata a lui dopo le numerose vittorie nel kart, attirando l'attenzione di Gwen Lagrue, uomo di Toto Wolff e in precedenza responsabile del programma Junior Lotus Renault nonché scopritore di Esteban Ocon. Antonelli è cresciuto in mezzo ai motori, il padre Marco è stato un eccellente pilota di vetture Turismo e GT fondando poi il team AKM Motorsport, le iniziali di Andrea Kimi. Antonelli col team Prema quest'anno ha vinto la F4 italiana accumulando 13 vittorie e 12 pole, ha fatto suo anche il campionato tedesco di F4, nove successi e sette pole, e non contento si è pure imposto nel FIA F4 Motorsport Games. Il suo talento è cristallino ed ora sarà interessante vederlo in azione nel campionato Regional by Alpine, dove rimarrà con Prema, categoria dove i test sono limitatissimi. Mercedes, come Todt, predilige la politica dei piccoli passi e per questo Antonelli non è stato inviato nel campionato di F3 dopo una sola stagione di F4. Scelta ponderata e intelligente che non potrà che far bene al giovane Andrea.
Come ricordato sopra, il cammino per Gabriele e Andrea è ancora molto lungo, il 2023 ci farà capire se i nostri talenti che hanno convinto Todt e Mercedes a puntare su di loro investendo soldi e speranze, hanno i numeri necessari per proseguire il loro percorso verso il gotha della F1. Non sarà facile, sicuramente ci saranno momenti negativi, ma tutto serve per crescere, maturare, imparare. In questi mesi, Minì e Antonelli hanno dimostrato di avere la solidità mentale, che non tutti hanno, per superare ogni possibile ostacolo. E chissà che non siano proprio loro, un giorno, a riempire quel vuoto che c'è sulle griglie di partenza dei Gran Premi di F1 divenendo i Fisichella e i Trulli del futuro.