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2 Set [12:06]

INTERVISTA A LIUZZI
Dopo Monza un test con la Sauber
Sono pronto per il mondiale F.1

Nove gare, sei vittorie, otto pole, due secondi posti, una partenza dalla prima fila col secondo tempo. Unico graffietto su un quadro così perfetto, l'undicesimo posto del Nurburgring. Vitantonio Liuzzi, classe 1981, ha riportato l'Italia nell'albo d'oro del campionato di F.3000 internazionale dopo nove anni, da quando cioè Vincenzo Sospiri vinse nel 1995 con la Super Nova di David Sears. Pochi gli italiani campioni della F.3000 e della F.2. Ricordiamo Luca Badoer nel 1992, Stefano Modena nel 1987, Ivan Capelli nel 1986, Corrado Fabi nel 1982, Bruno Giacomelli nel 1978. Liuzzi si è laureato numero uno della categoria con il team Arden di Christian Horner, già vincitore nel 2003 con Bjorn Wirdheim. Un binomio, quello tra il pilota pescarese e la squadra inglese, che si è rivelato tremendamente affidabile e veloce. Ed ora il test con la Sauber-Ferrari, programmato per il 16 settembre a Jerez.

- Come ci si sente da campioni della F.3000? Come hai festeggiato in questi giorni sicuramente indimenticabili per te?

"Se devo dire la verità ancora non me ne rendo conto bene. Mi pare tutto così strano. Non ho fatto festeggiamenti particolari, sono rimasto tranquillo a casa, a Pescara, aiutando i miei genitori nel negozio di accessori per karting che abbiamo da ormai sette anni".

- Il campione della F.3000 internazionale dietro a un bancone di un negozio?

"E' proprio così. Do consigli ai clienti e fino a poco tempo fa seguivo anche il reparto corse che avevamo. Ma poi con gli impegni sempre maggiori richiesti dalle categorie nelle quali ho iniziato a correre, ho dovuto abbandonare. Il karting da fuori può sembrare un gioco, ma non è così, bisogna seguire il tutto in ogni momento e se non lo si può fare, meglio lasciare perdere".

- A inizio stagione pensavi di vincere così tante gare?

"Ero fiducioso di poter disputare un buon campionato, da protagonista. Ma non di aggiudicarmi così tante corse. Per me poi è stata una sorpresa dover battagliare per tutta la stagione con Enrico Toccacelo anziché con Patrick Friesacher o Tomas Enge. Non perché non ritenessi il romano in grado di lottare per il vertice, ma perché correva per la BCN che nel 2003 non aveva fatto nulla. Invece la squadra spagnola è stata bravissima nel trovare le persone che hanno permesso loro un notevole salto di qualità dando così l'opportunità a Toccacelo di giocarsela con me".

- Sei uno dei pochi piloti italiani il cui percorso della carriera è stato pulito, lineare: iridato karting, F.Renault e F.3 in Germania, due anni di F.3000, un test con la Williams, e ora tanti team di F.1 interessati a te. Qual è stato il segreto?

"Direi che è stato un premio alla mia pazienza e ai tanti sacrifici fatti. Quando avevo 17 anni e correvo con i kart, ho ricevuto diverse proposte per fare dei test o dei campionati nelle monoposto, ma ho sempre rifiutato perché non avevo le basi giuste. Sarebbe stato come buttarmi nel vuoto. Nel mondo del karting stavo bene, mi pagavano e volevo vincere un mondiale. Inoltre, aspettavo che qualcosa si muovesse attorno a me, che qualcuno arrivasse per offrirmi un programma, un progetto. E così è stato con Peter Collins e la Red Bull".

- Dici che sei tranquillo, ma come fai a esserlo quando in F.1 non si fa che parlare di te: ti danno alla Ferrari come tester, alla Bar, alla Jaguar, alla Sauber...

"Non mi sto agitando, davvero. Sono già rimasto scottato dopo il test con la Williams un anno e mezzo fa. Ero andato bene, pareva che dovessi divenire il tester, poi non se ne fece nulla. E ci rimasi male. Quindi ho imparato che non bisogna lasciarsi andare ai sogni. Ho un buon management che lavora per me, sono loro che si stanno dando da fare e tutto quel che verrà lo accetterò".

- Intanto dopo Monza farai un test con la Sauber.

"Sì, e senza pressioni potrò dimostrare quello che ho appreso nei precedenti anni di competizioni. Sono pronto per la F.1. Anche per questo me ne sto tranquillo, concentrato. Non ho intenzione di lasciarmi andare a festeggiamenti in questo momento della mia carriera".

- Hai detto che fare il tester non ti interessa più di tanto. E' così?"

"Se c'è una prospettiva futura reale, allora la cosa è senza dubbio interessante e da raccogliere al volo. Ma se non c'è un programma, a cosa serve? Vedo la situazione di Bjorn Wirdheim, mio predecessore nell'albo d'oro della F.3000. E' il tester Jaguar, prova il venerdì dei Gran Premi, ma poi? Non mi pare che si parli di lui per il 2005".

- Tocchiamo ferro, ma se la F.1 non si dovesse aprire per te, cosa faresti?

"Oddio, sarebbe uno shock. Dopo tutto l'interesse mostrato nei miei confronti... Meglio non pensarci".
RS Racing