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Tre campionati su quattro
Il dominio del team Prema

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Il team Alpine non è più un costruttore
Stop alla produzione di motori dal 2026

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18 Ott [13:22]

INTERVISTA A PAOLO COLONI
«La F.3000 Italia crescerà ancora
Nella GP2 voglio due piloti forti»

A Paolo Coloni servirebbero giornate di 36 ore e... un altro Paolo Coloni. Titolare, assieme all'altrettanto instancabile padre Enzo, del Coloni Motorsport, Paolo lavora freneticamente ogni giorno dell'anno dividendosi tra la gestione del team che corre in GP2 e l'organizzazione del Trofeo Csai F.3000 Italia. Non deve essere facile sopportare il peso di tutto ciò, ma il piccolo Coloni riesce a far combaciare le due cose. Un tempo era anche un ottimo pilota. Nella metà degli anni Novanta faceva parte di quel gruppetto di ragazzi che correvano con successo in F.3, ma alla fine preferì passare dall'altra parte divenendo un ottimo team manager.

-Come giudichi la prima stagione del Trofeo F.3000 Italia?

«Sicuramente molto soddisfacente. Per noi è stato un passo importante e in fin dei conti il seguito di quel che venne creato nel 2002 tra il nostro team e la Csai quando avviammo la politica di aiutare i nostri migliori piloti italiani. E ancora prima, ricordo che la Coloni Motorsport aveva realizzato le monoposto della Superformula e della F.Nissan 2.0 organizzata in Spagna dalla Rpm, dalla quale sono poi usciti ottimi piloti, tra questi anche il campione del mondo F.1 Fernando Alonso e Marc Gené. Con la F.3000 Italia abbiamo portato nel nostro Paese una categoria importante, con macchine competitive e la possibilità di guidarle con un budget limitato. Non dimentichiamo che per una stagione nella F.3000 internazionale con le Lola B02/50 si chiedevano cifre pari a 600.000 euro se non di più. Oggi con cifre risibili i piloti della F.3000 Italia hanno potuto disputare con le stesse vetture la stagione 2005».

- Non è mancata la concorrenza in casa con la nascita della 3000 Pro Series.

«La nostra categoria ha avuto la titolazione di campionato italiano e questo mi pare già significativo. La situazione è sotto gli occhi di tutti: chi ha venduto fumo ha raccolto fumo, chi ha lavorato bene sta rilanciando per il 2006. E' ovvio che se si crea un prodotto valido che va ben al di là dei propri interessi di bottega, la cosa piace e quindi funziona. Ed è quello che è accaduto con la F.3000 Italia. E' stato un piacere per me vedere arrivare tanti piloti stranieri, accogliere team europei di buon livello. Un passo importante per la credibilità del Trofeo è la presenza della nostra struttura nella Formula GP2. Vogliamo creare un passaggio naturale per i migliori piloti che si mettono in evidenza nella F.3000 Italia. Quest'anno c'è stata la possibilità di fare debuttare Toni Vilander nelle gare della GP2, uno dei piloti protagonisti della F.3000, mentre recentemente abbiamo offerto due giorni di test GP2 al campione Luca Filippi a Le Castellet mentre Stefano Gattuso, vincitore della classe Light, proverà la Dallara-Renault nei primi giorni di dicembre».

- Non c'è mai stato il modo di collaborare con chi organizzava l'altra Tremila? Adesso poi sembra che ne nasca una terza...

«Sostengo da sempre che si potrebbe benissimo collaborare per creare un bellissimo campionato in Italia. Non si può cercare di sostituire la federazione, comportarsi come se non ci fosse. D'accordo, tutti sono liberi di agire come meglio credono, ma sarebbe più serio e produttivo collaborare»

- Per il 2006 la Lola B02/50 subirà qualche importante modifica tecnica.

«Non abbiamo voluto introdurre delle modifiche a caso tanto per farle. Ma abbiamo seguito quelle che sono le esigenze dei piloti per assecondarne la loro formazione. Oggi le monoposto delle categorie superiori hanno il cambio al volante e due pedali, acceleratore e freno, ed è quindi verso questa soluzione che vogliamo andare».

- Nel 2006 ci saranno delle variazioni anche dal punto di vista sportivo.

«Faremo un grande salto in avanti con l'assegnazione di due titoli, uno italiano ed uno europeo. Arricchiremo ancora di più il campo partenti con piloti di diverse nazionalità, avremo la diretta televisiva per le gare italiane mentre stiamo studiando come organizzare le corse europee, come abbinarle. L'unione con il DTM a Brno è stato un gran colpo e vorrei sottolineare che siamo stati gli unici, extra F.3 Euro Series, a poter organizzare un evento con loro».

- Parliamo della stagione nella GP2. Un grande inizio, poi un finale un po' complicato con la polemica uscita di scena di Bruni.

«La GP2 è una bella categoria con dodici squadre estremamente forti. Il fatto di aver subito vinto a Barcellona ed essere giunti secondi a Monaco ha dimostrato che sappiamo lavorare molto bene. La macchina era nuova per tutti e noi siamo stati subito là davanti. Purtroppo può capitare che un pilota e il team non si trovino d'accordo nel corso della stagione. Diciamo che umanamente mi aspettavo molto di più dal nostro primo pilota, ma le corse nascondono anche sorprese amare».

- Per il campionato 2006 stai pensando a quali piloti utilizzare? Mathias Lauda rimarrà con voi?

«Per il futuro voglio due piloti forti e dar corpo al grande investimento che abbiamo sostenuto nel 2005. E' mia intenzione poter battermi per il successo finale e fare quel salto di qualità da team vincente a team campione».

- Par di capire che non ci sarà spazio per Lauda...

«Come ho detto, mi servono piloti di un certo tipo e anche tecnici di valore. Adesso il mio cuore batte per Luca Filippi, il vincitore del nostro campionato di F.3000 Italia. Mi ha veramente impressionato nei test di Le Castellet, è un ragazzo che dispone di un gran potenziale e mi piacerebbe poter lavorare con lui nel futuro cercando di farlo arrivare al top. Magari sarà impossibile, ma per adesso mi piace pensare così».

Massimo Costa