4 Gen [14:55]
Il GP d'Australia verso il rinvio:
la stagione F1 partirebbe in Bahrain
Jacopo Rubino
Prende corpo l'ipotesi di rinviare il Gran Premio d'Australia, previsto il 21 marzo come apertura della stagione 2021 di Formula 1. Una decisione definitiva è attesa entro fine mese, prima che inizino i lavori di allestimento del tracciato cittadino di Melbourne: al momento sembra difficile procedere nella data fissata, considerate le restrizioni locali contro il Coronavirus.
Il governo australiano mantiene misure molto severe per contenere i contagi, e chi entra nel Paese (o si muove fra gli Stati interni) deve effettuare una quarantena di 14 giorni. Sarà così anche per il personale dell'Australian Open di tennis in programma a febbraio, proprio a Melbourne. Si tratta del primo evento sportivo internazionale a svolgersi qui da quasi un anno, ma le stesse regole andrebbero a creare grossi problemi logistici per la carovana della F1. Al momento i test invernali andranno in scena a Barcellona dal 2 al 4 marzo: fra voli intercontinentali, isolamenti fiduciari e preparazione in loco dei team, il margine di tempo disponibile sarebbe davvero minimo, se non insufficiente.
Il Mondiale scatterebbe così sette giorni più tardi, il 28 marzo, sulla pista di Sakhir che è già stata tappa inaugurale nel 2006 e nel 2010, con le vittorie di Fernando Alonso. A quel punto anche le prove precampionato potrebbero cambiare sede, dalla Spagna al Bahrain, riducendo i trasferimenti e utilizzando un circuito che, a livello climatico, sarebbe preferito da molte squadre.
Per adesso Liberty Media ha inviato una nota ufficiale ad alcune testate, come RaceFans ed Autosport, affermando: "Abbiamo fissato il nostro calendario 2021 e non vediamo l'ora che la F1 ritorni a marzo". Leggedo fra le righe, questa frase non è in contraddizione con il rischio di rinviare la gara all'Albert Park.
Il GP d'Australia non verrebbe comunque cancellato, come detto solo posticipato: si parla in autunno, abbinato a una delle trasferte extraeuropee fra Americhe e Asia. Del resto non è da escludere che l'attuale calendario debba subire altre revisioni per l'onda lunga della pandemia.