Luca Basso - XPB Images
L’avventura di Daniil Kvyat in Formula 1 si è conclusa definitivamente nel 2020, dopo aver corso per due stagioni consecutive con la Toro Rosso (poi diventata AlphaTauri). Il pilota russo pensa ancora al Circus iridato ma, nei successivi tre anni, ha ricoperto il ruolo di riserva in Alpine, ha corso nella NASCAR e nel FIA World Endurance Championship.
Lo scorso aprile è arrivata la chiamata da parte di Lamborghini, per competere nella categoria Hypercar con la nuovissima SC63 LMDh, e Kvyat ha colto l’occasione al volo. Proprio in occasione delle Lamborghini World Finals di Vallelunga, è stato annunciato il suo impegno nel WEC, insieme a quello di Andrea Caldarelli (altro ufficiale Lamborghini) nell’IMSA.
Kvyat troverà quindi Mirko Bortolotti al proprio fianco, più un terzo nome ancora da annunciare (si parla di Edoardo Mortara). Caldarelli, invece, condividerà l’abitacolo con Romain Grosjean e, molto probabilmente, Matteo Cairoli.
Dal prossimo anno sarai impegnato con la nuova SC63 LMDh di Lamborghini come pilota ufficiale nel WEC. Cosa rappresenta questa nuova avventura per la tua carriera? Possiamo considerarla una svolta?
“In qualche senso sì, penso che il WEC sia decisamente uno dei più importanti campionati del mondo nell’endurance. Per me è un grande orgoglio e opportunità poter rappresentare Lamborghini in questo nuovo progetto LMDh. Essendo quest’ultimo partito da zero, ci tengo molto, c’è tanto sviluppo e lavoro da fare, quindi sono contento di essere insieme a loro in questa avventura.”
Com’è nato l’accordo con Lamborghini?
“Direi tra me, Enrico Toccacielo e i fratelli Piccini [Andrea e Giacomo, ndr]. Ci siamo visti lo scorso anno e abbiamo svolto un paio di giornate di test in Bahrain. Da lì abbiamo capito che ci piaceva lavorare insieme e che potevo essere parte di questo progetto di Lamborghini. Tutto è nato così ed è stato facile trovare un accordo.”
Quest’anno hai corso nel FIA WEC, nella classe LMP2, con Prema, dunque hai avuto modo anche di vedere da vicino Hypercar e LMDh insieme in pista. Credi che, anche nel 2024, ci sarà una notevole differenza di prestazioni tra questi due tipi di prototipi?
“È chiaro che è stato fatto un grande lavoro nel Balance of Performance. Quest’anno è stato importante per tutti capire come gestirlo al meglio, ho visto comunque delle battaglie abbastanza ravvicinate e tante squadre erano molto vicine tra loro. Speriamo che, da tutto ciò che abbiamo imparato quest’anno, si possa partire da una buona base nel 2024.”
Ti è servita questa esperienza in LMP2, in vista del tuo approdo in LMDh?
“Per me è stata molto importante perché la gestione e l’approccio sono diversi rispetto a dove ho corso e ho imparato molte cose. In questo modo, per il prossimo anno, non devo stare lì a pensare troppo alle procedure, alla gestione della corsa. Sono subito pronto a concentrarmi sulle performance e nient’altro.”
Come ti sei trovato a dividere l’abitacolo con altri piloti, abituato a correre da solo?
“Non è stato così difficile. È un cambiamento in più a cui devi abituarti, cercando di capire il comportamento della macchina e guidarla così com’è. Se tutti si sentono a loro agio e sono contenti puoi procedere tranquillamente. Ripeto, per me non è stato difficile.”
Parlando invece della tua stagione, avete iniziato con un secondo posto a Sebring ed una pole position a Portimao. Dopodiché, come mai non siete riusciti a riconfermarvi sul podio?
“Abbiamo avuto tanti alti e bassi quest’anno. Direi che, da un certo punto di vista, non è stata una stagione costante. Abbiamo commesso qualche errore e non abbiamo tenuto quel buon ritmo delle prime gare. In Bahrain non è andata così male, però come team abbiamo imparato molto bene su quali aspetti possiamo migliorare. Abbiamo individuato quali aree su cui dobbiamo lavorare perché, qualche volta, la vettura non è stata così performante o lasciavamo alcune cose indietro.”
Com’è stato lavorare al fianco di Mirko Bortolotti, che ritroverai in equipaggio il prossimo anno?
“Molto bene, sono stato molto contento di averlo come compagno di squadra. Lui ha tantissima esperienza in questo tipo di gare: ad esempio, a Sebring mi ha fatto subito capire che dovevo lavorare molto sulla procedura del cambio pilota, mi ha spiegato tutti i dettagli. Mi è stato molto d’aiuto e, senza di lui, sarebbe stato molto più difficile apprenderla. Poi, si adatta bene e velocemente alla situazione, è molto esperto. Penso che possiamo essere un buon equipaggio insieme in Lamborghini.”
Oltre all’impegno con Lamborghini, hai in mente altri programmi per il 2024? Proprio in questi giorni si è parlato di un tuo interessamento alla Super Formula giapponese…
“Mi becchi proprio nel momento giusto, in cui non posso dirti ancora nulla... Non nascondo che l’interesse verso la Super Formula è alto, le macchine sono le più veloci e le più simili alla Formula 1 che ho guidato per tanti anni. Lì non avrei problemi di adattamento, penso di poter fare molto bene. E più gare fai meglio è, ed io voglio disputare più corse possibili.”
Nel 2021 sei stato pilota di riserva Alpine, mentre lo scorso anno addirittura hai corso in NASCAR. Come hai trascorso questi due anni “a mezzo servizio”? Sono stati difficili?
“Con Alpine è stato, diciamo, un anno sabbatico, che serviva per rimanere nell'ambiente. Nel 2022 ho fatto un po’ di tutto, sono finito nella NASCAR perché è un campionato che mi ha sempre affascinato. Correrci è stato una realizzazione di un piccolo sogno, ma è complicato entrarci a tempo pieno. Mi è piaciuta molto l’esperienza, ma sono ritornato in Europa dove avevo già un nome e molte conoscenze.”
Quindi, com’è stato correrci e come hai trovato l’ambiente della NASCAR, molto diverso rispetto all’Europa?
"Ho fatto delle gare nella Cup, la squadra è stata creata all’ultimo minuto e non siamo stati troppo competitivi. Al contrario della Xfinity dove ho avuto modo di correre con un team da top 5. Usare un cambio ad H e con una frizione old-style è stata un’esperienza da anni Ottanta. Devo dire che mi è piaciuto un sacco, tanta bagarre, la gente che cerca di buttarti fuori perché non ci sono le penalità, gli ultimi giri sono stati quelli più pazzi della mia vita. Se ci fosse stata un’opportunità mi sarebbe piaciuto provare di nuovo, ma ora il mio focus è in Lamborghini".
Pensi ancora alla Formula 1 e alla possibilità di poterci ritornare? Oppure è un capitolo chiuso?
“Ovvio, chi non ci pensa alla Formula 1? Nel Mondiale, ho fatto una delle mie gare migliori nel 2020, sicuramente la mia qualifica migliore è stata l’ultima gara in carriera. Come performance sento che è la cosa più facile per me. Le opportunità, come sappiamo, sono pochissime e servono tante cose che capitano affinché io possa tornare. Chissà, tutto può succedere nella vita… Però, come detto, tengo tantissimo a questo progetto di Lamborghini e non voglio distrarmi.”