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6 Apr 2005 [13:05]

Intervista a MARCELLO LOTTI
«Offriamo un prodotto popolare
Aspetto la Peugeot e la Nissan!»

E’ nel mondo dei motori dal 1977, quando debuttò nel Rally di San Marino come co-driver, per continuare in questa veste per dieci anni. Abbandonato l’abitacolo, ha così iniziato la carriera di team manager, dapprima sempre nei rally e poi in pista, con la divisa della BMW. Parliamo di Marcello Lotti, classe 1958, nativo di Massa Marittima, General Manager della KSO (Kigema Sport Organisation), la società che dal 2001 è stata nominata dalla FIA come Promoter del Campionato Europeo Turismo. Proprio quattro anni fa infatti, iniziava l’avventura dell’ETCC, che via via è riuscito a calamitare l’interesse delle case ufficiali, fino a divenire Mondiale. Una nuova avventura, che prenderà il via il 9 ed il 10 aprile prossimi, a Monza.

- Dopo quattro anni ricominciate da Monza più grandi di prima.

«Certo, ma consapevoli che siamo al primo anno di un campionato del mondo, con tutte le problematiche che comporta un inizio. Rispetto al passato però, possiamo contare sull’esperienza maturata in questi anni, sia in materia di regolamento tecnico sia in materia promozionale. In pratica, oggi perfezioniamo quanto andava già bene in passato. Ad esempio, per l’esordio a Monza era prevista un’esposizione di cinque vetture del WTCC e di due GT in piazza del Duomo a Milano, iniziativa poi annullata per la scomparsa di Giovanni Paolo II, accompagnata dalla presenza dei piloti e di un maxischermo, con le immagini della stagione passata. Kermesse che avrà luogo anche a Londra, in Trafalgar Square, pochi giorni prima della gara di Silverstone. Tutto questo per aumentare la popolarità di un prodotto che deve essere conosciuto a livello popolare».

- Sullo stile delle gare americane?

«Quello che cerchiamo è il feeling diretto con l’interlocutore finale. La presa sullo spettatore serve per dare un valore al prodotto, diretto all’utente finale che si trova nella concessionaria. In sostanza, le Case investono sul prodotto racing, che è poi lo stesso con cui porti i figli a scuola, facendo così un’operazione di marketing».

- Avete fatto il grande passo malgrado una negativa congiuntura economica. Qualche timore?

«Sicuramente la situazione economica mondiale ci ha fatto riflettere e non poco. Per questo abbiamo creato un regolamento di stabilità tecnica, che permette ad un costruttore lo sviluppo della vettura a un costo minimo rispetto ad altri programmi. I budget richiesti non si avvicinano minimamente a quelli degli altri due campionati del mondo, ossia la F.1 e il Mondiale Rally. L’attuale costo di sviluppo di una macchina va dai 3 ai 5 milioni di euro, a cui se ne aggiungono altri 5 per farla correre; e parlo di team ufficiali. Per i privati invece, i costi vanno dai 350 ai 400 mila euro a vettura. Vediamo quindi che, pur restando nell’ambito di un mondiale, i budget non sono paragonabili a quelli del rally dove si parte dai 20-25 milioni per i privati semiufficiali, fino ai 70-80 milioni delle case ufficiali. Per cui, il contenimento dei costi, ci ha notevolmente agevolato in un periodo economicamente difficile. Inoltre, per tutelare ancora di più i privati, abbiamo compiuto l’ulteriore sforzo di garantire la copertura di tutti i costi di trasferta per le gare extraeuropee».

- Con la politica dei costi contenuti mirate anche ad attirare i giovani piloti?

«Finora la categoria Turismo, è sempre stata vista come una conclusione di carriera. Ma in questi ultimi tempi vediamo che può offrire ai giovani quel futuro che magari non trovano tra le monoposto. Qui un ragazzo può fare il pilota professionista, correndo per una Casa ufficiale. E poi non dimentichiamoci di Andy Priaulx, campione 2004, che ha potuto provare una F.1».

- Quali obiettivi contate di raggiungere per il primo anno?

«Premesso che andremo avanti passo per passo, direi che l’obiettivo principale, sarà quello di aumentare il pacchetto promozionale. Quest’anno possiamo contare sulla presenza di TV nazionali come la RAI e Sportitalia per l’Italia, ZDF per la Germania, TV2 per la Spagna, TF1 per la Francia, RTL per il Belgio e stiamo finalizzando un discorso sulla televisione terrestre nel Regno Unito. E sfruttando la titolarità mondiale, faremo in modo che il WTCC sia promosso ancora di più di quanto fatto fino adesso».

- Oltre ai cinque marchi ufficiali si profila qualche nuovo arrivo?

«Dalle mezze voci che si sentono, dovrebbe arrivare la Peugeot nel 2006 e siamo tutti in attesa dell’annuncio ufficiale che dovrebbe arrivare prossimamente. Infine, c’è stato un fatto che mi ha fatto riflettere, ovvero il ritiro dall’off-road della Nissan. In un incontro con i vertici della casa nipponica, appresi che il programma fissato per tutto il 2006 riguardava l’off-road e che non era stato preso in considerazione, pur avendolo conosciuto, il regolamento tecnico dello S 2000. Per cui dopo aver appreso della sospensione del programma, siamo speranzosi di vedere coinvolta una casa giapponese nel nostro campionato. Un arrivo che sarebbe importantissimo».

Carlo Baffi

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