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16 Lug [16:59]

La F2 non conta più per salire in F1?
I team guardano ai test fatti in casa

Massimo Costa - XPB Images

C'è qualcosa che sta cambiando nell'attenzione che il Mondiale F1 pone verso i giovani che militano in Formula 2 o categorie limitrofe. Già lo scorso gennaio (Il caso - I campioni F2 non vanno in F1), abbiamo scritto della bizzaria riguardo al fatto che gli ultimi due campioni della serie cadetta, Felipe Drugovich e Theo Pourchaire, non hanno avuto la possibilità di debuttare nel mondo dei Gran Premi. Il recente annuncio da parte della Haas riguardo l'ingaggio di Oliver Bearman e le dichiarazioni del team principal Ayao Komatsu, spostano l'obiettivo finale.

Che non è più quello delle prestazioni conseguite al volante delle monoposto di Formula 2 o nelle serie precedentemente affrontate, bensì il lavoro svolto nei test e nelle FP1 dei Gran Premi con le monoposto di F1. Nel caso di Bearman, si aggiunge la positiva prestazione esibita a Jeddah quando la Ferrari all'ultimo secondo lo ha prelevato dal paddock F2 per sostituire Carlos Sainz (bloccato dall'appendicite) in quell'evento.

Komatsu ha dichiarato: "Certamente la sua prova a Jeddah è stata indicativa per noi, ma non è stato il fattore dominante. Ho visto lo scorso anno, nelle prove libere del venerdì in Messico ed Abu Dhabi, ci cosa è stato capace e quanto sia stato fantastico lavorare con lui. Sono rimasto più colpito da questo piuttosto che da quanto ha mostrato a Jeddah con la Ferrari. Abbiamo una esperienza diretta con Bearman, anche nei test di fine stagione e altre sessioni FP1. Vedendo come ha lavorato con noi, non è stata una totale sorpresa vedere come ha ben reagito con la Ferrari a Jeddah".

Come vedete, nessun riferimento alla stagione 2023 di Formula 2 e a quella attuale, dove Bearman ha avuto, e continua ad avere, alti e bassi commettendo spesso errori banali. E' come se il giovane inglese del Ferrari Driver Academy non stesse correndo in F2, non interessano le sue prestazioni. Quel che conta è come ha svolto il lavoro con la Haas F1.

E' esattamente quello che si sta verificando con Andrea Antonelli. Da ormai settimane ascoltiamo Toto Wolff e i suoi ingegneri, da James Allison in giù, magnificare il lavoro del pilota bolognese nei test fino ad ora affrontati con la Mercedes F1 del 2022. Da parte degli ingegneri, nessun riferimento alla F2, solo Wolff ha speso parole per la vittoria in gara 1 a Silverstone, conquistata molto bene da Antonelli sotto la pioggia, ma il team principal austriaco ha fatto ben capire in più di una occasione che poco importa quel che sono e saranno i risultati in F2.

Bearman il prossimo anno sarà in F1, Antonelli probabilmente lo seguirà in tale percorso, resta da vedere se con la Mercedes o con la Williams. Avremo quindi due giovani assai promettenti che entreranno nel Mondiale non per meriti conseguiti in Formula 2 (Antonelli è ottavo a 74 punti dal leader Isack Hadjar, Bearman è 13simo a 99 punti dal francese, ma vi sono ancora 12 gare da disputare e le cose potrebbero cambiare in meglio) bensì per le capacità espresse al volante delle monoposto F1 nelle FP1 e nei test, o con quelle datate 2022 in test solitari, lontano dalla pressione dei weekend gare.

Prendiamo atto di questa nuova attitudine dei team F1, e siamo certi che Wolff e Komatsu sanno bene quel che dicono, avendo constatato con i loro occhi e letto i dati con attenzione riguardo le prove sostenute dai due suddetti ragazzi. Va, però, ricordato che il campionato F2 se lo stanno giocando Hadjar che è in orbita Red Bull, il debuttante Paul Aron, Zane Maloney di casa Sauber, un altro rookie come Gabriel Bortoleto che è sotto l'ala McLaren, Franco Colapinto (Williams) e via dicendo. Nessuno di questi, al momento, pare avere una minima chance di essere in F1 nel 2025. Possono vincere e convincere quanto vogliono, ai team F1 a cui appartengono non interessa.
RS Racing