Jacopo Rubino"Rispetto alla scorsa stagione credo che siamo migliorati in molte aree", ha certificato il team principal Mattia Binotto alla fine dei test a Sakhir. Della Ferrari, adesso, va però capita la vera forza per la nuova stagione di Formula 1: l'obiettivo, anzi il dovere, è risalire dopo il disastroso 2020. Per quanto visto nell'arco dei tre giorni di collaudi, la Rossa appare cresciuta sul giro secco ma resta qualche dubbio da sciogliere per quanto riguarda il passo gara.
La simulazione di Gran Premio compiuta ieri mattina da Charles Leclerc ha dato l'idea di una SF21 molto esigente sui pneumatici Pirelli, forse per un carico aerodinamico non ancora al top. Il monegasco, che montava le Pirelli a mescola media, ha sofferto un calo di ritmo forse eccessivo, anche in paragone all'Alfa Romeo di Kimi Raikkonen. Eppure, proprio Leclerc, sabato pomeriggio si diceva contento: "Siamo soddisfatti con le sensazioni della macchina sui long-run, è andata abbastanza bene".
Può darsi che la Ferrari abbia sofferto meno nei turni pomeridiani, grazie a temperature più basse per il calare del sole. In effetti, i long-run di Carlos Sainz dopo la pausa pranzo di ieri sono stati un po' più "solidi" e confortanti, rispetto a quelli mattutini compiuti dal compagno di squadra. Lo spagnolo si è poi levato la piccola soddisfazione di piazzare il terzo crono assoluto (1'29"611), per giunta con la mescola C4. Ci vuole una tara, ma è un segnale interessante ma da analizzare. Anche per lo stesso Sainz, che avrebbe avuto bisogno di più chilometri per il suo adattamento, come del resto tutti gli avversari che hanno cambiato casacca. Già venerdì l'ex McLaren notava: "È una vettura completamente diversa da quella a cui ero abituato".
Un tallone d'Achille della precedente SF1000, però, sembra già risolto: la velocità in rettilineo. "Oggi riteniamo che non sia più uno svantaggio", ha affermato
Binotto a Sky Sport. Merito della power unit riprogettata (dovrebbe aver guadagnato una ventina di cavalli), ma anche dei correttivi aerodinamici per ridurre la resistenza all'avanzamento. Bene pure la correlazione dati fra pista e fabbrica. A Maranello possono inoltre rallegrarsi dell'affidabilità: la Ferrari ha coperto un totale di 404 giri. Di più hanno fatto soltanto l'Alfa Romeo, a cui viene fornito il motore, e l'AlphaTauri spinta dalla Honda, entrambe a 422, mentre l'altra cliente Haas è arrivata a quota 394. "Una delle priorità era sfruttare al massimo il poco tempo a disposizione, per cercare di capire il comportamento della SF21, e questo obiettivo è stato raggiunto", ha infatti sottolineato Binotto.
Gli unici guai visibili sono stati quelli di venerdì, con Leclerc fermo precauzionalmente per un'anomalia nella combustione vista in telemetria, e ieri pomeriggio quando Sainz è rimasto con il cambio bloccato in quarta marcia. Problema poi risolto, così da continuare il programma. "Sappiamo che c'è molto da lavorare, ma c'è tanta voglia di far bene", è la sintesi di Binotto. Fra due settimane sapremo se alle belle intenzioni avranno fatto seguito elementi concreti, ossia le performance, pur senza attendersi miracoli.